• Pierre Jean-Baptiste Chaussard

<<Mobiles du commerce, leviers de l’instruction, langue énergique, rapide, universelle, industrie d’une civilisation perfectionnée, dépositaires des pensées du génie, éléments de la gloire et de la prospérité des peuples, les Arts sont la première comme la plus irrésistible des puissances >> .
L’arte come la prima e la più irresistibile delle potenze, l’arte prima di tutto come motore rigeneratore della società e della morale.
Esempio perfetto della sua epoca, Pierre Jean-Baptiste Chaussard rappresenta, con i suoi scritti, i tratti caratterizzanti di quella mentalità illuministica e rivoluzionaria che si stava sviluppando in Francia verso la metà del XVIII secolo. Nel contesto artistico e politico si faceva largo sempre di più l’idea di una riforma delle arti che riportasse in auge lo studio dell’antichità, della natura e dei grandi maestri del passato e che il nostro autore definiva “Retour aux bons principes”. In particolare, Chaussard riteneva necessaria <<une édification morale des citoyens par la diffusion des idéaux révolutionnaires dans le corps social entier >> .
Il nostro critico porterà avanti per tutta la vita, strenuamente, questo concetto rivoluzionario e se vogliamo “democratico”, di una diffusione, attraverso le parole dei critici, dei concetti artistici e morali a tutti i cittadini del popolo. Repubblicano convinto e impegnato fortemente nella scena politica, attribuiva alle arti un valore utilitario, l’unico mezzo capace di produrre un rinnovamento sociale della Francia.<<Pour Chaussard la parole du critique est essentielle au progrès: elle le soutient, l’encourage et l’oriente>> . Per Chaussard la “parola” del critico è essenziale al progresso: essa lo sostiene, l’incoraggia e l’orienta. Attraverso uno studio della pubblicistica più nota, questa tesi tenterà di mettere in luce gli elementi più significativi e originali dell’ideologia di questo studioso, sul quale risultano esserci pochissimi studi e che con il proprio lavoro ha regalato una spinta significativa a quella che sarà la futura critica moderna.