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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-04242023-113440


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
CECCONI, CATERINA
URN
etd-04242023-113440
Titolo
Fenomeni di riciclaggio, sistemi di prevenzione e contrasto e responsabilità penali
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Prof. Notaro, Domenico
Parole chiave
  • riciclaggio
  • prevenzione
  • responsabilità
  • 231/2007
Data inizio appello
22/05/2023
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
22/05/2063
Riassunto
Lo scopo del presente elaborato è quello di mettere in relazione, mediante un’approfondita analisi, i delitti di riciclaggio, autoriciclaggio e impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita con gli obblighi di prevenzione e contrasto di tali fenomeni, disciplinati dal D. Lgs. n. 231/2007.
Il riciclaggio di denaro di provenienza illecita è un'attività criminale che si attua attraverso l'introduzione nel mercato del provento di un determinato reato, c.d. reato presupposto, molto spesso per il tramite di intermediari finanziari. Mediante questo meccanismo, il denaro viene successivamente reimpiegato in molteplici transazioni finanziarie e commerciali rompendo così il legame tra il provento e l'attività criminosa compiuta. In tal modo il denaro proveniente da un reato entra nel tessuto economico legale perdendo la sua connotazione originaria delittuosa: così facendo, le organizzazioni criminali accrescono le proprie risorse e influenzano in modo negativo gli equilibri concorrenziali del mercato economico.
Gli albori della prevenzione di questo fenomeno, di dimensioni transnazionali, risalgono alla metà degli anni Settanta, quando il Comitato di Basilea elaborò la “Dichiarazione di principi sulla prevenzione dell’utilizzo a fini criminosi del sistema bancario per il riciclaggio di fondi di provenienza illecita”. In seguito, l’antiriciclaggio è stato oggetto di un lungo e complesso processo di definizione e normazione, a livello internazionale ed europeo. Infatti il D. Lgs. n. 231/2007 nasce, successivamente al recepimento di Direttive Comunitarie, per contrastare tale fenomeno, ponendo in capo ai soggetti obbligati, quali ad esempio intermediari bancari e finanziari, prestatori di servizi di gioco, compro oro e professionisti, determinati adempimenti al fine di prevenire il riciclaggio di denaro. Attraverso un approccio basato sul rischio, sono stati delineati una serie di obblighi che il soggetto destinatario della normativa deve porre in essere per essere compliant: dunque, è necessario valutare preventivamente il “cliente”, in relazione ad una serie di indici quali lo scopo e la natura della prestazione che viene richiesta, il profilo soggettivo e oggettivo del cliente (società oppure persona fisica), in modo tale da classificarlo entro un perimetro che potrà esporlo più o meno al rischio di riciclaggio. All’esito di questa valutazione, denominata adeguata verifica, il soggetto obbligato deciderà se accettare l’incarico che gli è stato richiesto oppure se rifiutarlo; a questo punto dovrà opportunamente vagliare l’ipotesi di effettuare una segnalazione di operazione sospetta presso il proprio organismo di autoregolamentazione oppure all’Unità di Informazione Finanziaria.
Infine, la normativa antiriciclaggio prevede responsabilità, penali ed amministrative, in capo ai soggetti obbligati qualora non vengano adempiuti gli obblighi previsti o vengano adempiuti falsificando determinati dati; sono ulteriormente previste responsabilità penali nei confronti del cliente nel caso in cui renda delle dichiarazioni non corrispondenti a verità.
Orbene, il fine della prevenzione degli obblighi antiriciclaggio è proprio quello di intervenire ancor prima che il denaro venga reimmesso nel circuito economico legale mediante la collaborazione dei soggetti destinatari della normativa che potrebbero, inconsapevolmente o meno, essere corresponsabili del processo di money laundering.
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