Tesi etd-04242022-161833 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
SCIURPI, ELEONORA
URN
etd-04242022-161833
Titolo
Abilità di letto-scrittura in un campione di soggetti dislessici italiani
Dipartimento
FILOLOGIA, LETTERATURA E LINGUISTICA
Corso di studi
LINGUISTICA E TRADUZIONE
Relatori
relatore Marotta, Giovanna
Parole chiave
- abilità di letto-scrittura
- dislessia
- dyslexia
- reading and writing abilities
Data inizio appello
30/05/2022
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
30/05/2092
Riassunto
Lettura e scrittura costituiscono le abilità fondamentali per l’apprendimento. Quelli di letto-scrittura sono complessi processi cognitivi che stimolano simili aree cerebrali e, oltre ad essere processi funzionalmente collegati, sono accomunati da un aspetto significativo: il rapporto fonema-grafema. Tale relazione implica la capacità di un individuo di riconoscere l’associazione fra un determinato fonema e il grafema che lo rappresenta – ciò è valido per le lingue definite trasparenti, come l’italiano, dove il rapporto tra questi due elementi è di 1:1. Questa associazione consente di identificare, in compiti di lettura, le parole che costituiscono un testo e produrre i suoni ad esse corrispondenti; in scrittura, invece, permette di trasformare i fonemi che compongono le parole nella corretta combinazione di grafemi. Studi diversi dimostrano che la conoscenza ortografica influenza la consapevolezza fonemica e che l’alfabetizzazione favorisce la rappresentazione concettuale della struttura fonologica delle parole. I processi di letto-scrittura non sono innati, vanno quindi appresi e ciò avviene con l’ingresso dei bambini alle scuole elementari. Intorno all’età di 6 anni, gli individui cominciano un percorso di apprendimento di lettura e scrittura – per cui Utah Frith ha proposto un interessante modello – caratterizzato da fasi diverse, ognuna delle quali costituisce le fondamenta per lo stadio successivo. Il Capitolo I di questo mio elaborato finale è dedicato proprio alla letto-scrittura, al suo apprendimento e al rapporto fonema-grafema.
Apprendere a leggere e scrivere, imparare nozioni, passaggi logici e formule matematiche, persino lingue diverse non è sempre facile. Durante il proprio percorso di studi, ognuno di noi si è imbattuto almeno una volta in alcune difficoltà. Ciò nonostante, con impegno ed esercizio, la maggior parte degli studenti raggiunge gli obiettivi formativi prefissati per le diverse classi di ordine e grado. Esiste, però, una parte di popolazione – circa il 3,5/4% dei bambini tra gli 8 e gli 11 anni – le cui scarse abilità in ambito scolastico persistono nel tempo. Si tratta di soggetti affetti da Disturbi Specifici dell’Apprendimento. I DSA sono disfunzioni neurobiologiche dell’età evolutiva che caratterizzano bambini con capacità cognitive nella norma – cioè privi di ulteriori deficit – e interessano ambiti quali la lettura, la scrittura e il calcolo. Il II Capitolo della mia tesi tratta principalmente della dislessia evolutiva (DE). In primo luogo, vengono descritti i sintomi che permettono il riconoscimento della DE e che spingono insegnanti e genitori alla decisione di far eseguire al bambino in questione specifici test di diagnosi dei disturbi dell’apprendimento. Nel caso in cui un individuo sia affetto da dislessia – o da qualsiasi altro disturbo – sarà necessario intervenire con adeguati trattamenti volti al miglioramento delle abilità compromesse e con il sostegno psicologico adatto. Mentre il paragrafo 2.3 delinea le principali teorie riguardanti l’eziologia del disturbo della lettura, il paragrafo 2.4 sposta l’attenzione sui numerosi casi di comorbidità fra dislessia e altri deficit: disgrafia, disortografia, discalculia; disturbo del linguaggio; deficit dell’attenzione e iperattività e altri.
La seconda parte di questo lavoro è racchiusa nei Capitoli III e IV. La dislessia inficia principalmente la lettura, ma ha conseguenze negative perfino sulla scrittura. Proprio perché entrambe le abilità risultano deficitarie in bambini affetti da disturbo della lettura, il Capitolo III si pone l’obiettivo di analizzare le abilità di letto-scrittura nei dislessici attraverso specifici test di lettura e scrittura. La ricerca svolta ha coinvolto sei partecipanti dislessici italiani, tre frequentanti le scuole elementari e i restanti tre le scuole medie. Le loro prove sono state confrontate con quelle realizzate dai membri del gruppo di controllo, sei soggetti italiani con caratteristiche sociolinguistiche corrispondenti ai bambini con disturbo della lettura, ma senza alcun tipo di deficit neurobiologico. I dati raccolti sono stati analizzati da un punto di vista linguistico e gli errori emersi sono stati classificati in categorie diverse.
Tutto ciò ha permesso di valutare le competenze di letto-scrittura dei partecipanti alla ricerca e di notare, in particolare, quali siano i fenomeni linguistici maggiormente frequenti che differenziano le abilità di lettura e scrittura dei soggetti dislessici da quelle dei soggetti non affetti da disturbo della lettura. Il Capitolo IV contiene queste riflessioni conclusive. Si fa riferimento, proprio in tale capitolo, ai principali errori riscontrati – sia in lettura che in scrittura – nelle prove dei dislessici; all’adeguatezza delle loro performance orali e scritte e alle particolarità che contraddistinguono la loro scrittura.
L’Appendice inserita nella parte finale dell’elaborato comprende le prove di lettura e di scrittura somministrate ai soggetti in esame – Sezione 1 – e la trascrizione delle prove dei partecipanti stessi – Sezione 2. Questa parte è seguita dalla bibliografia e dalla sitografia utilizzate per la stesura della mia tesi magistrale.
Apprendere a leggere e scrivere, imparare nozioni, passaggi logici e formule matematiche, persino lingue diverse non è sempre facile. Durante il proprio percorso di studi, ognuno di noi si è imbattuto almeno una volta in alcune difficoltà. Ciò nonostante, con impegno ed esercizio, la maggior parte degli studenti raggiunge gli obiettivi formativi prefissati per le diverse classi di ordine e grado. Esiste, però, una parte di popolazione – circa il 3,5/4% dei bambini tra gli 8 e gli 11 anni – le cui scarse abilità in ambito scolastico persistono nel tempo. Si tratta di soggetti affetti da Disturbi Specifici dell’Apprendimento. I DSA sono disfunzioni neurobiologiche dell’età evolutiva che caratterizzano bambini con capacità cognitive nella norma – cioè privi di ulteriori deficit – e interessano ambiti quali la lettura, la scrittura e il calcolo. Il II Capitolo della mia tesi tratta principalmente della dislessia evolutiva (DE). In primo luogo, vengono descritti i sintomi che permettono il riconoscimento della DE e che spingono insegnanti e genitori alla decisione di far eseguire al bambino in questione specifici test di diagnosi dei disturbi dell’apprendimento. Nel caso in cui un individuo sia affetto da dislessia – o da qualsiasi altro disturbo – sarà necessario intervenire con adeguati trattamenti volti al miglioramento delle abilità compromesse e con il sostegno psicologico adatto. Mentre il paragrafo 2.3 delinea le principali teorie riguardanti l’eziologia del disturbo della lettura, il paragrafo 2.4 sposta l’attenzione sui numerosi casi di comorbidità fra dislessia e altri deficit: disgrafia, disortografia, discalculia; disturbo del linguaggio; deficit dell’attenzione e iperattività e altri.
La seconda parte di questo lavoro è racchiusa nei Capitoli III e IV. La dislessia inficia principalmente la lettura, ma ha conseguenze negative perfino sulla scrittura. Proprio perché entrambe le abilità risultano deficitarie in bambini affetti da disturbo della lettura, il Capitolo III si pone l’obiettivo di analizzare le abilità di letto-scrittura nei dislessici attraverso specifici test di lettura e scrittura. La ricerca svolta ha coinvolto sei partecipanti dislessici italiani, tre frequentanti le scuole elementari e i restanti tre le scuole medie. Le loro prove sono state confrontate con quelle realizzate dai membri del gruppo di controllo, sei soggetti italiani con caratteristiche sociolinguistiche corrispondenti ai bambini con disturbo della lettura, ma senza alcun tipo di deficit neurobiologico. I dati raccolti sono stati analizzati da un punto di vista linguistico e gli errori emersi sono stati classificati in categorie diverse.
Tutto ciò ha permesso di valutare le competenze di letto-scrittura dei partecipanti alla ricerca e di notare, in particolare, quali siano i fenomeni linguistici maggiormente frequenti che differenziano le abilità di lettura e scrittura dei soggetti dislessici da quelle dei soggetti non affetti da disturbo della lettura. Il Capitolo IV contiene queste riflessioni conclusive. Si fa riferimento, proprio in tale capitolo, ai principali errori riscontrati – sia in lettura che in scrittura – nelle prove dei dislessici; all’adeguatezza delle loro performance orali e scritte e alle particolarità che contraddistinguono la loro scrittura.
L’Appendice inserita nella parte finale dell’elaborato comprende le prove di lettura e di scrittura somministrate ai soggetti in esame – Sezione 1 – e la trascrizione delle prove dei partecipanti stessi – Sezione 2. Questa parte è seguita dalla bibliografia e dalla sitografia utilizzate per la stesura della mia tesi magistrale.
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