Tesi etd-04242019-153847 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
CONTENTO, FEDERICA ASSUNTA
URN
etd-04242019-153847
Titolo
Bio-disponibilità di acidi grassi a catena lunga polinsaturi omega-3 in orata allevata
Dipartimento
SCIENZE AGRARIE, ALIMENTARI E AGRO-AMBIENTALI
Corso di studi
BIOSICUREZZA E QUALITA DEGLI ALIMENTI
Relatori
relatore Serra, Andrea
Parole chiave
- acidi grassi
- acquacoltura
- omega 3
- orata
Data inizio appello
13/05/2019
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il pesce costituisce un alimento di primaria importanza e questo soprattutto per l’apporto di proteine dall’elevati valore biologico e digeribilità e per la favorevole composizione dei grassi. Il pesce (specialmente quello definito come “azzurro”) è caratterizzato infatti da lipidi prevalentemente costituiti da acidi grassi polinsaturi e, tra questi, soprattutto da acidi grassi polinsaturi appartenenti alla serie ω3 (acido eicosapentanoico C20:5 n-3 (EPA) e l’acido docosaesaenoico C22:6 n-3 (DHA), in particolare). Di fatto il pesce è l’unica fonte alimentare significativa di questa importante classe di acidi grassi. La quantità e la qualità degli acidi grassi del pesce può essere influenzata da numerosi fattori come l’alimentazione, la mobilità, l’habitat, la stagionalità, la fase riproduttiva, il sesso ed altri ancora.
Le conoscenze sui fabbisogni alimentari delle specie ittiche allevate, sulla formulazione dei mangimi, sulla gestione dei mangimi in allevamento negli ultimi decenni sono state incessantemente approfondite, sebbene non abbiano ancora raggiunto i livelli delle altre specie di interesse zootecnico. Di fondamentale importanza, in un mangime per acquacoltura, è il contenuto lipidico; infatti, se da un lato il pesce di acquacoltura apporta proteine quanti-qualitativamente equivalenti al pesce di cattura, può accadere che nei prodotti da allevamento la quantità e la qualità del grasso sia diversa (in maniera importante in certi casi), rispetto alla stessa specie non allevata. A tal proposito è opportuno adottare strategie efficaci nel garantire l’ottenimento di un prodotto di elevate qualità nutrizionali e, al contempo, sostenibile dal punto di vista tecnico, ecologico e economico.
Scopo di questo studio è stato quello di verificare l’efficacia in termini di bio-disponibilità degli acidi grassi polinsaturi omega 3, di due tipologie di mangimi ottenuti da scarti industriali della filiera del salmone nell’alimentazione delle orate da allevamento.
Le diete sono state caratterizzare in termini di composizione in acidi grassi della posizione alfa e beta del trigliceride. È noto infatti che la bio-disponibilità di un acido grasso è determinata anche dalla posizione del trigliceride a cui questo è esterificato; come nell’uomo, anche nei pesci, la digestione e l’assorbimento di un acido grasso avviene grazie all’azione della lipasi pancreatica che idrolizza il trigliceride in posizione 1 e 3 (o alfa), determinando l’assorbimento preferenziale dell’acido grasso esterificato in posizione 2 (o beta). La posizione beta dei trigliceridi delle due diete è risultata particolarmente ricca in PUFA n-3 con la dieta A che, da questo punto di vista, è risultata migliore. Per questo motivo i pesci alimentati con razione A hanno mostrato un maggior contenuto in EPA e DHA.
Le conoscenze sui fabbisogni alimentari delle specie ittiche allevate, sulla formulazione dei mangimi, sulla gestione dei mangimi in allevamento negli ultimi decenni sono state incessantemente approfondite, sebbene non abbiano ancora raggiunto i livelli delle altre specie di interesse zootecnico. Di fondamentale importanza, in un mangime per acquacoltura, è il contenuto lipidico; infatti, se da un lato il pesce di acquacoltura apporta proteine quanti-qualitativamente equivalenti al pesce di cattura, può accadere che nei prodotti da allevamento la quantità e la qualità del grasso sia diversa (in maniera importante in certi casi), rispetto alla stessa specie non allevata. A tal proposito è opportuno adottare strategie efficaci nel garantire l’ottenimento di un prodotto di elevate qualità nutrizionali e, al contempo, sostenibile dal punto di vista tecnico, ecologico e economico.
Scopo di questo studio è stato quello di verificare l’efficacia in termini di bio-disponibilità degli acidi grassi polinsaturi omega 3, di due tipologie di mangimi ottenuti da scarti industriali della filiera del salmone nell’alimentazione delle orate da allevamento.
Le diete sono state caratterizzare in termini di composizione in acidi grassi della posizione alfa e beta del trigliceride. È noto infatti che la bio-disponibilità di un acido grasso è determinata anche dalla posizione del trigliceride a cui questo è esterificato; come nell’uomo, anche nei pesci, la digestione e l’assorbimento di un acido grasso avviene grazie all’azione della lipasi pancreatica che idrolizza il trigliceride in posizione 1 e 3 (o alfa), determinando l’assorbimento preferenziale dell’acido grasso esterificato in posizione 2 (o beta). La posizione beta dei trigliceridi delle due diete è risultata particolarmente ricca in PUFA n-3 con la dieta A che, da questo punto di vista, è risultata migliore. Per questo motivo i pesci alimentati con razione A hanno mostrato un maggior contenuto in EPA e DHA.
File
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