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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-04242017-193639


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
LOMONACO, CARMELA ALFONSINA
URN
etd-04242017-193639
Titolo
Salute e violenza di genere: la risposta toscana. Uno studio di caso: il Codice Rosa.
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
SOCIOLOGIA E POLITICHE SOCIALI
Relatori
relatore Prof.ssa Biancheri, Rita
Parole chiave
  • genere
  • salute
  • strategie d'azione
  • violenza
Data inizio appello
15/05/2017
Consultabilità
Completa
Riassunto
Nel presente lavoro di tesi sono stati affrontati i temi della salute e della violenza, del legame inscindibile che lega questi due concetti, seguendo nel tempo l'evolversi del loro significato attraverso una lettura sociologica in una prospettiva sia diacronica che sincronica.
Sono stati osservati i modelli teorici che hanno contribuito all'evoluzione del binomio salute/malattia, attraverso la lettura dei diversi paradigmi e del pensiero dei vari autori.
Al lento superamento della visione meccanicistica, per lungo tempo dominante sia in campo scientifico che nel senso comune, che vede il corpo e la mente come due entità a sé stanti che non si influenzano reciprocamente, si è accompagnato l’affermarsi di una visione multidimensionale che guarda alla malattia come fenomeno co-costruito dalla interazione dei diversi attori e che si evolve nel tempo. A seguito della definizione di salute sancita dall'OMS quale “stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non solo come assenza di malattia e infermità” si diffonde infatti la consapevolezza che la salute è un diritto fondamentale di ogni persona e come tale deve essere garantito e tutelato e si assiste ad una evoluzione normativa dei singoli Stati. I governi, come responsabili dei propri cittadini, le comunità internazionali e i sistemi sanitari si riconoscono sempre più concretamente e pubblicamente impegnati in azioni finalizzate a proteggere e garantire la salute di tutti gli individui. Si è osservato però che a determinare una buona o cattiva salute non sono sufficienti le norme, poiché numerose sono le dinamiche e le variabili che entrano in gioco e che in misura diversa influenzano e determinano lo stato di salute/malattia delle persone.
Tra i determinanti considerati, uno sguardo particolare è stato posto al genere, riconosciuto come fattore determinate nei processi di salute/malattia e come limite alle opportunità di scelta e fruibilità delle risorse disponibili. Esso è stato analizzato nella sua accezione più ampia di dimensione umana socialmente costruita, unitamente alle diseguaglianze create dalla differenza di genere e ai risvolti negativi che hanno avuto e che continuano ad avere sulla salute delle donne. Si sono ripercorse le tappe storiche, il continuo impegno degli organismi internazionali e i loro interventi mirati all'eliminazione di queste diseguaglianze. La persistente condizione di iniquità a svantaggio della figura femminile si riscontra anche nel campo medico, a causa dell'approccio neutro che ha caratterizzato, e che caratterizza in larga parte, la medicina tradizionale nei confronti del genere, fattore che ha comportato spesso forti ritardi diagnostici e terapeutici. Si è evidenziato come anche il mondo scientifico stia comprendendo l'importanza che può rivestire un approccio di genere rivolto al riconoscimento e al rispetto delle diversità e delle specificità anche nell’ambito della salute e del benessere.
Numerose ricerche mostrano come le donne siano sottoposte ad un carico lavorativo maggiore rispetto agli uomini e a fattori stressanti che possono danneggiarne la salute, ma i vuoti legislativi non sono stati completamente colmati e il dibattito sulla medicina di genere è tuttora aperto e non sufficientemente maturo, pur non negando l'interesse in crescendo che sta suscitando negli ultimi anni. L'attenzione al genere si conferma più parziale e frammentaria dal momento che ancora oggi non considera alcuni fattori di rischio, come può essere la violenza di genere: un fenomeno sempre attuale e in espansione, presente in tutte le società e in tutte le culture, che colpisce maggiormente le donne ma che comprende tante altre categorie di persone.
La violenza di genere si manifesta con modalità e dinamiche diverse e abbraccia realtà complesse e delicate, è un problema sociale di ampia portata che impone un'assunzione di responsabilità da parte dei soggetti decisori e un cambiamento culturale di tutta la collettività. Le organizzazioni internazionali hanno da tempo evidenziato questo fenomeno dilagante che nonostante alcuni interventi normativi sembra inarrestabile. È accertato che la violenza ha un costo sociale ed economico elevato; drammatiche sono le sue conseguenze sulla salute delle vittime che inevitabilmente ricadono sui sistemi sanitari con ripercussioni sul bilancio annuale dei singoli Paesi, anche se le stime sono inferiori alla realtà a causa delle difficoltà a far emergere il fenomeno dalle mura domestiche.
Nella parte finale del percorso l'attenzione si è concentrata sulle risposte che a livello istituzionale sono state messe in atto per contrastare il fenomeno in esame. In particolare si è osservato il contesto toscano, perché proprio la Toscana è stata tra le prime regioni in Italia a dimostrare particolare attenzione verso le problematiche di genere e a concretizzare nel tempo questo orientamento con leggi proprie e con strategie d'azione innovative. Tra queste, particolare rilevanza ha il Codice Rosa: un percorso speciale attivato al Pronto Soccorso e dedicato a tutti coloro che si ritrovano ad essere oggetto di una qualsiasi forma di violenza. La costruzione di nuclei operativi interistituzionali e la legittimazione della collaborazione multidisciplinare e sinergica tra i diversi attori ha consentito di operare secondo protocolli, procedure e linee guida condivise a beneficio della tutela e della sicurezza delle vittime; inoltre i dati di attività raccolti nelle strutture di Pronto Soccorso hanno permesso di misurare sul territorio il fenomeno della violenza contribuendo in maniera consistente, anche se non completamente, alla sua emersione.
I risultati positivi ottenuti dall'introduzione del Codice Rosa che si affianca nei sistemi di smistamento triage agli altri codici di gravità senza sostituirli, ha fatto sì che, nato come esperienza locale, successivamente divenuto progetto e poi rete regionale, in pochi anni si sia diffuso in altre realtà tanto che oggi se ne parla come di un modello istituzionale di interesse nazionale.
A conclusione del presente lavoro si è analizzata la situazione locale, in particolare la peculiarità dell'esperienza dell'Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana, che ha formalizzato la sua adesione al progetto Codice Rosa nel dicembre 2013, anche se l'impegno verso le problematiche di violenza era già da tempo presente al suo interno, sia per l'accoglienza delle vittime che per la loro rilevazione. Sono state osservate le modalità con le quali l'Azienda ha affrontato e tuttora affronta la tematica della violenza di genere, gli strumenti che utilizza per superare le criticità che si presentano e quali strategie pensa di mettere in atto per un miglioramento futuro.
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