Tesi etd-04232020-164643 |
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Tipo di tesi
Tesi di dottorato di ricerca
Autore
BRIANO, ARIANNA
URN
etd-04232020-164643
Titolo
La ceramica a vetrina sparsa nella Toscana alto medievale: produzione, cronologia e distribuzione
Settore scientifico disciplinare
L-ANT/08
Corso di studi
SCIENZE DELL'ANTICHITA' E ARCHEOLOGIA
Relatori
tutor Prof.ssa Bianchi, Giovanna
Parole chiave
- Vetrina (Glaze)
Data inizio appello
26/04/2020
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
26/04/2026
Riassunto
La ricerca ha riguardato lo studio della classe ceramica della vetrina sparsa, una classe invetriata in monocottura, la definizione della sua cronologia e l’individuazione di centri produttivi in Toscana durante l’Alto Medioevo.
Il progetto ha avuto il suo punto di partenza nello studio dei materiali invetriati provenienti dai contesti stratigrafici del castello di Donoratico (LI) , che ha restituito una quantità veramente eccezionale di questa ceramica rispetto all’esiguità numerica dei precedenti ritrovamenti. Essendo la mia una formazione da ceramologa ho seguito la metodologia tradizionale di studio della ceramica e quindi la base è sempre stata l’imprescindibile schedatura del singolo frammento. In seguito allo studio di questo contesto, in cui ho raccolto nuovi dati tassonomici e tecnologici sulla produzione di ceramica a vetrina sparsa è stato possibile raffinarne le cronologie e passare al secondo obiettivo del progetto che riguardava lo studio della sua distribuzione. Ho potuto fare questo attraverso osservazioni tipologiche e formali associate a specifiche analisi archeometriche comparative degli impasti, di altre vetrine sparse provenienti da nove siti toscani, la maggior parte dei quali concentrati nel comprensorio della Colline Metallifere e quindi parte del progetto nEU-Med. All’interno della mia ricerca di dottorato ho applicato ben 75 analisi di tipo archeometrico e di datazione assoluta. Le analisi sono partite dalle consuete petrografiche e chimiche che consentissero l’individuazione delle materie prime utilizzate per poi spaziare ad analisi degli isotopi del piombo eseguite sulle coperture vetrificate, alle indagini sui residui organici dei manufatti e infine (DIAPO 10) un numero rilevante di datazioni eseguite in termoluminescenza.
La linea metodologica seguita, per la definizione della morfologia, tecnologia produttiva, cronologia ed individuazione di centri produttivi della classe ceramica della vetrina sparsa, è stata quindi duplice: da un lato un approccio di studio tradizionale umanistico e tassonomico e dall’altro uno più tecnico e scientifico che si è avvalso di analisi archeometriche.
Il risultato generale ha riguardato il collegamento tra la ceramica a vetrina sparsa e i processi storici e sociali che interessarono questo areale geografico nel corso dell’Alto Medioevo.
Lo studio della vetrina sparsa è stato quindi collocato all’interno di precise coordinate spazio-temporali e ha prodotto dati validi per la ricostruzione di un tassello di storia economica e sociale.
Il progetto ha avuto il suo punto di partenza nello studio dei materiali invetriati provenienti dai contesti stratigrafici del castello di Donoratico (LI) , che ha restituito una quantità veramente eccezionale di questa ceramica rispetto all’esiguità numerica dei precedenti ritrovamenti. Essendo la mia una formazione da ceramologa ho seguito la metodologia tradizionale di studio della ceramica e quindi la base è sempre stata l’imprescindibile schedatura del singolo frammento. In seguito allo studio di questo contesto, in cui ho raccolto nuovi dati tassonomici e tecnologici sulla produzione di ceramica a vetrina sparsa è stato possibile raffinarne le cronologie e passare al secondo obiettivo del progetto che riguardava lo studio della sua distribuzione. Ho potuto fare questo attraverso osservazioni tipologiche e formali associate a specifiche analisi archeometriche comparative degli impasti, di altre vetrine sparse provenienti da nove siti toscani, la maggior parte dei quali concentrati nel comprensorio della Colline Metallifere e quindi parte del progetto nEU-Med. All’interno della mia ricerca di dottorato ho applicato ben 75 analisi di tipo archeometrico e di datazione assoluta. Le analisi sono partite dalle consuete petrografiche e chimiche che consentissero l’individuazione delle materie prime utilizzate per poi spaziare ad analisi degli isotopi del piombo eseguite sulle coperture vetrificate, alle indagini sui residui organici dei manufatti e infine (DIAPO 10) un numero rilevante di datazioni eseguite in termoluminescenza.
La linea metodologica seguita, per la definizione della morfologia, tecnologia produttiva, cronologia ed individuazione di centri produttivi della classe ceramica della vetrina sparsa, è stata quindi duplice: da un lato un approccio di studio tradizionale umanistico e tassonomico e dall’altro uno più tecnico e scientifico che si è avvalso di analisi archeometriche.
Il risultato generale ha riguardato il collegamento tra la ceramica a vetrina sparsa e i processi storici e sociali che interessarono questo areale geografico nel corso dell’Alto Medioevo.
Lo studio della vetrina sparsa è stato quindi collocato all’interno di precise coordinate spazio-temporali e ha prodotto dati validi per la ricostruzione di un tassello di storia economica e sociale.
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