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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-04222021-095606


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
ABBATE, CECILIA
URN
etd-04222021-095606
Titolo
Dinamiche punitive e controllo sociale nelle societa globali.
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
SOCIOLOGIA E MANAGEMENT DEI SERVIZI SOCIALI
Relatori
relatore Prof. Pastore, Gerardo
Parole chiave
  • videosorveglianza
  • carcere
  • globalizzazione
  • carceral society
  • esclusione
  • mutamenti sociali
  • iperincarcerazione
  • boom penitenziario
  • tolleranza zero
  • controllo sociale
  • dinamiche punitive
Data inizio appello
10/05/2021
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
10/05/2091
Riassunto
La sociologia, come è noto, nasce e si afferma come scienza del “divenire”, da sempre attenta a leggere, interpretare, comprendere e problematizzare le trasformazioni sociali. Un sociologo che decida di focalizzare la propria attenzione sugli eventi e la letteratura sociologica degli ultimi due decenni, di certo sarà costretto a confrontarsi con diverse letture del mutamento sociale che, più che in passato, faticano a definire le direzioni di sviluppo delle società contemporanee. Si pensi, solo per fare qualche esempio, ai vari tentativi di identificare i processi in atto, etichettando le società di volta in volta come “tardo moderne”, “postmoderne”, “in rete”, “dell’informazione”, “del rischio”, “liquide”, individualizzate, etc.. A partire dalla problematizzazione di queste ambivalenti e contraddittorie direzioni di trasformazione, nel quadro di una lettura critica dei processi di globalizzazione, il presente lavoro dedica attenzione alla pervasività delle dinamiche di controllo in atto nelle società contemporanee e ai processi di marginalizzazione o di esclusione dei soggetti socialmente più vulnerabili. Che rapporto c’è tra la tendenza prevalentemente neoliberista dei processi di globalizzazione e le logiche di controllo e punizione? Quanto il penitenziario, come principale istituzione totale di controllo, restituisce i tratti di questi mutamenti in atto? Quali possono essere le conseguenze ulteriori sul destino delle società cosiddette avanzate?
Alla luce di questi interessi conoscitivi, il percorso di tesi prevede quattro livelli di approfondimento.
Nella prima parte, ci confronteremo con i processi di globalizzazione, affrontando senza pretesa di esaustività, aspetti definitori e ricostruzioni teorico-analitiche. In tal senso, la prima evidenza che la letteratura restituisce è la multidimensionalità del fenomeno e la sua “natura” intrinsecamente ambivalente, oltre che profondamente contraddittoria. Nello specifico, seguendo la riflessione di Bauman, dedicheremo attenzione alle conseguenze sulle persone e sui sistemi sociali dei processi di globalizzazione. Le politiche di deregulation attivate nel corso degli anni Ottanta, hanno comportato un divario ancora più ampio tra ricchi e poveri determinando condizioni di povertà estrema. Ciò che emerge in questa prima parte della tesi è un disinteresse nei confronti dell’altro. Quest’ultimo viene visto come diverso e quindi come soggetto da escludere. Nella società consumistica si afferma la distinzione tra homo consumens e l’homo sacer, il povero, il difettoso, il “colpevole” della propria condizione. L’«altro» indica una presenza negativa, un soggetto dal quale difendersi continuamente. La volontà di punire i “non allineati” alle logiche dominanti di sviluppo si afferma come tendenza prevalente; e a farne le spese sembrano essere i soggetti già socialmente vulnerabili.
Nel secondo capitolo, al fine di registrare empiricamente le tendenze precedentemente segnalate e ricostruirne l’iter evolutivo, sposteremo lo sguardo sulle dinamiche penitenziarie, sui modelli punitivi e sulla cultura della pena. In questa direzione muove l’excursus sulla nascita e lo sviluppo dell’istituzione carceraria, partendo dalla costituzione delle workhouses sino alla costituzione dei moderni istituti penitenziari. Seguendo le metamorfosi del ruolo e della funzione della pena, si nota come inizialmente essa assumeva un’accezione vendicativa e veniva inflitta pubblicamente, in seguito la spettacolarizzazione trovò sempre meno consenso tra i letterati, gli scienziati e la gente comune, introducendo in tal modo una nuova ideologia ove la carcerazione diventava la principale pena inflitta nelle società moderne.
Nella terza parte il focus si concentrerà inizialmente sull’esposizione di alcune problematiche che investono i vari sistemi penitenziari. In particolare, proporremo una prospettiva di ciò che è accaduto negli Stati Uniti, affrontando il tema del “boom penitenziario”, le cause che lo hanno incentivato, le relative conseguenze e successivamente sposteremo il focus sulla situazione italiana. Analizzando le varie cause che hanno condotto al fenomeno del sovraffollamento carcerario, emergerà una distinzione tra cause strutturali come, per esempio, il mutamento della produzione, l’espansione della globalizzazione, la crisi dello stato sociale, aumento del tasso di disoccupazione e policy choice ovvero quelle politiche penali e penitenziarie che hanno assunto la veste della tolleranza zero.
Alla luce di quanto espresso nei precedenti capitoli, nell’ultima parte del lavoro ci interroghiamo sulla connessione tra le dinamiche interne ai penitenziari e le dinamiche sociali esterne, nel quadro di una più ampia riflessione sulla cultura della pena e, per dirla con David Garland, sulla cultura del controllo. Le acquisizioni conoscitive in questa direzione ci invitano a considerare attentamente il rischio della diffusione di una cultura del sospetto, in virtù della quale sembrano attivarsi ulteriori processi di marginalizzazione e di esclusione del “diverso”, che portano le nostre società ad assumere i tratti di quella che in letteratura viene definita “carceral society”.
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