Tesi etd-04222019-185908 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
SERENI, DANIELE
URN
etd-04222019-185908
Titolo
Impatto del cinghiale sulla biodiversita territori terrazzati
Dipartimento
SCIENZE AGRARIE, ALIMENTARI E AGRO-AMBIENTALI
Corso di studi
PRODUZIONI AGROALIMENTARI E GESTIONE DEGLI AGROECOSISTEMI
Relatori
relatore Prof. Pistoia, Alessandro
Parole chiave
- biodiversità
- cinghiale
- muri a secco
- terrazzamenti
Data inizio appello
13/05/2019
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
13/05/2089
Riassunto
Riassunto
I territori terrazzati rappresentano una delle, rare, modificazioni antropiche degli ambienti naturali, universalmente accettata dall’opinione pubblica, tanto da essere ritenuti un’opera ecocompatibile a causa soprattutto dell’utilizzo di materiali di costruzione di elevata naturalità (pietre) che contribuiscono ad esaltare la scenografia e la valenza paesaggistica di tali ambienti.
Tra le principali funzioni dei terrazzamenti oltre a quella agronomica, vi sono, quella paesaggistico-ambientale è quella storico-culturale, che hanno portato molti di questi territori ad essere iscritti nella World Heritage List dell’UNESCO come Patrimonio dell’Umanità. Per le peculiari caratteristiche costruttive i muri a secco che sorreggono i terrazzamenti risultano molto fragili, soprattutto in mancanza di una costante manutenzione e in caso di presenza di cinghiali, che rappresentano una delle principali cause di danneggiamento dei manufatti in pietra a secco. I danni ai muri a secco, oltre ad accentuare i fenomeni erosivi con conseguenti riflessi sugli equilibri idrogeologici del territorio, possono causare la perdita della biodiversità sinantropica ospitata nelle strutture murarie.
Gli ambienti murari, infatti, rappresentano dei veri e propri habitat per piante e animali, sono influenzati, e a loro volta influenzano, la biodiversità del territorio circostante mediante continui scambi di materiale organico ed inorganico. Questi aspetti, ancora poco conosciuti, vengono analizzati nel presente elaborato andando a verificare in un territorio terrazzato tipico, come quello del Parco delle Cinque Terre, come le comunità vegetali ed animali possano essere influenzate dalla presenza del cinghiale. Vista la difficoltà di studiare l’impatto sulle comunità animali, poiché la loro mobilità non permette di esaminare le variazioni delle popolazioni delle specie predate dal cinghiale, si è indirizzato lo studio su alcuni bioindicatori: l’entomofauna del suolo, tramite la cattura di insetti carabidi con apposite trappole; la qualità biologica del suolo mediante la valutazione delle popolazioni di microartropodi (QBS-ar). I risultati di questo studio mostrano come la densità animale rivesta un ruolo determinante nell’ impatto del cinghiale sul territorio; quando la densità delle popolazioni risultano basse, cioè in equilibrio con l’ambiente, si possono riscontrare anche effetti positivi sulle popolazioni, in quanto l’attività di rooting può migliorare la porosità del suolo e allo stesso tempo incrementarne il contenuto di sostanza organica per mezzo dell’interramento di materiale organico. Azioni che possono determinare un miglioramento anche della qualità biologica del suolo. In caso, invece, di eccessiva densità animale abbiamo una riduzione della ricchezza delle biodiversità vegetale, dovuta alla pressione selettiva da pascolamento che può portare a processi di banalizzazione degli ecosistemi. Anche la comunità animali subiscono effetti negativi, valutati indirettamente mediante un aumento degli insetti carabidi (bioindicatori), dovuto presumibilmente alla scomparsa delle popolazioni animali insettivori (rettili, anfibi e micromammiferi). Questi risultati vengono confermati dall’analisi, dei dati ottenuti con il metodo QBS-ar, che mostrano un aumento di tali valori in presenza di densità animale sostenibile, mentre si assiste ad un progressivo peggioramento della qualità biologica del suolo in funzione dell’aumento della densità.
I territori terrazzati rappresentano una delle, rare, modificazioni antropiche degli ambienti naturali, universalmente accettata dall’opinione pubblica, tanto da essere ritenuti un’opera ecocompatibile a causa soprattutto dell’utilizzo di materiali di costruzione di elevata naturalità (pietre) che contribuiscono ad esaltare la scenografia e la valenza paesaggistica di tali ambienti.
Tra le principali funzioni dei terrazzamenti oltre a quella agronomica, vi sono, quella paesaggistico-ambientale è quella storico-culturale, che hanno portato molti di questi territori ad essere iscritti nella World Heritage List dell’UNESCO come Patrimonio dell’Umanità. Per le peculiari caratteristiche costruttive i muri a secco che sorreggono i terrazzamenti risultano molto fragili, soprattutto in mancanza di una costante manutenzione e in caso di presenza di cinghiali, che rappresentano una delle principali cause di danneggiamento dei manufatti in pietra a secco. I danni ai muri a secco, oltre ad accentuare i fenomeni erosivi con conseguenti riflessi sugli equilibri idrogeologici del territorio, possono causare la perdita della biodiversità sinantropica ospitata nelle strutture murarie.
Gli ambienti murari, infatti, rappresentano dei veri e propri habitat per piante e animali, sono influenzati, e a loro volta influenzano, la biodiversità del territorio circostante mediante continui scambi di materiale organico ed inorganico. Questi aspetti, ancora poco conosciuti, vengono analizzati nel presente elaborato andando a verificare in un territorio terrazzato tipico, come quello del Parco delle Cinque Terre, come le comunità vegetali ed animali possano essere influenzate dalla presenza del cinghiale. Vista la difficoltà di studiare l’impatto sulle comunità animali, poiché la loro mobilità non permette di esaminare le variazioni delle popolazioni delle specie predate dal cinghiale, si è indirizzato lo studio su alcuni bioindicatori: l’entomofauna del suolo, tramite la cattura di insetti carabidi con apposite trappole; la qualità biologica del suolo mediante la valutazione delle popolazioni di microartropodi (QBS-ar). I risultati di questo studio mostrano come la densità animale rivesta un ruolo determinante nell’ impatto del cinghiale sul territorio; quando la densità delle popolazioni risultano basse, cioè in equilibrio con l’ambiente, si possono riscontrare anche effetti positivi sulle popolazioni, in quanto l’attività di rooting può migliorare la porosità del suolo e allo stesso tempo incrementarne il contenuto di sostanza organica per mezzo dell’interramento di materiale organico. Azioni che possono determinare un miglioramento anche della qualità biologica del suolo. In caso, invece, di eccessiva densità animale abbiamo una riduzione della ricchezza delle biodiversità vegetale, dovuta alla pressione selettiva da pascolamento che può portare a processi di banalizzazione degli ecosistemi. Anche la comunità animali subiscono effetti negativi, valutati indirettamente mediante un aumento degli insetti carabidi (bioindicatori), dovuto presumibilmente alla scomparsa delle popolazioni animali insettivori (rettili, anfibi e micromammiferi). Questi risultati vengono confermati dall’analisi, dei dati ottenuti con il metodo QBS-ar, che mostrano un aumento di tali valori in presenza di densità animale sostenibile, mentre si assiste ad un progressivo peggioramento della qualità biologica del suolo in funzione dell’aumento della densità.
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