ETD

Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-04222014-113042


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
CIVINO, BIANCARLA
URN
etd-04222014-113042
Titolo
Il trickster demifisticatore: la rappresentazione comica del diavolo nella letteratura europea
Dipartimento
FILOLOGIA, LETTERATURA E LINGUISTICA
Corso di studi
LINGUE E LETTERATURE MODERNE EUROAMERICANE
Relatori
relatore Prof. Grilli, Alessandro
Parole chiave
  • umorismo
  • uomo cattivo
  • male
  • realtà
Data inizio appello
26/05/2014
Consultabilità
Completa
Riassunto
Se fino al Cinquecento l’essere diabolico è ancora colui che tenta in tutti i modi l’uomo e lo distoglie per “mestiere” dal seguire un cammino improntato sul bene, successivamente la sua funzione e la percezione che si ha di lui cambiano, così come la sua identificazione con il male svanisce: si concepisce ancora il diavolo in quanto emblema del male, ma non lo si considera più la sua incarnazione. Il carico di responsabilità che sino ad allora era stato attribuito al diavolo comincia a riversarsi tutto sull’uomo, il quale non è più la vittima di un essere ingannatore e maligno che si ingegna facendolo inciampare nelle trappole che egli stesso gli tende durante il percorso della sua vita, ma adesso è colui che detiene il controllo e che è in grado di scegliere ciò che ritiene giusto per la sua persona, consapevolmente e senza costrizioni. vedremo come nei vari testi presi in analisi si delinei un vero e proprio scambio di ruoli in atto tra l’uomo e il diavolo. Per quel che concerne il primo, noteremo come si metta in risalto la sua astuzia, la noncuranza, la baldanza, ma in particolare la negatività che sta alle origini di una natura cattiva, nonché votata al male, visto che ora è l’uomo che riveste addirittura il ruolo di tentatore dello stesso diavolo. Oltre all’uomo, infatti, ci occuperemo del diavolo e di come la sua figura si indebolisca, si sdrammatizzi perdendo, a volte, anche la connotazione aggressiva e intimamente perfida che gli era propria per tradizione; osserveremo come egli spesso si identifichi come il “buono” della storia oppure lo vedremo diventare vittima dei suoi stessi inganni. Ogni aspetto che tratteremo relativamente e specificatamente agli otto diavoli delle storie prese in esame ci indurrà a comparare questi personaggi con una figura appartenente a una tradizione mitologica senza limiti di tempo né di spazio: il trickster.È nello studio dei motivi che hanno spinto gli autori a scegliere il diavolo come protagonista della propria opera che ribadiremo con i fatti che per ognuno di essi l’essere diabolico rappresenta un mezzo, un espediente letterario in grado di mostrare da un punto di vista altro la crudeltà e la spietatezza di un uomo che non fa del male solo a se stesso andando a distruggere la propria esistenza, ma che arriva a mietere vittime innocenti a causa della sua ignoranza, del suo increscioso egoismo e dell’abuso del libero arbitrio che lo contraddistingue. Nel corso della nostra analisi ci imbatteremo in una crisi di valori e in una assoluta perdita della sacralità che sembrano insanabili, tuttavia nell’ultimo capitolo vedremo come la maggior parte dei nostri autori non si limiterà ad osservare il processo di auto-inganno che porta avanti l’uomo, ma proverà a superare tale crisi e il disfacimento della realtà.Se le vie di fuga sembrano molteplici, tutti i nostri autori, in fondo, condividono la scelta da loro operata sul piano della forma, ossia l’uso dell’umorismo, che può rivelarsi il metodo più efficace e il rimedio più affidabile per provare in qualche modo ad accettare se stessi come parte di un sistema incontrollabile e inguaribile, ma anzitutto per provare a salvarsi: perché ridendo di tutto ciò che ci circonda, forse, potremmo persino arrivare a sconfiggere anche il male più atroce.
File