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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-04212024-114701


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
FEDERICO, RITA
URN
etd-04212024-114701
Titolo
Tecniche esecutive delle croci dipinte toscane dei secoli XI-XIII: il contributo delle indagini diagnostiche
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
STORIA E FORME DELLE ARTI VISIVE, DELLO SPETTACOLO E DEI NUOVI MEDIA
Relatori
relatore Prof. Patti, Mattia
correlatore Prof. Palozzi, Luca
Parole chiave
  • 11th century
  • 12th century
  • 13th century
  • artistic diagnostics
  • artistic techniques
  • construction techniques
  • croci dipinte
  • croci monumentali
  • diagnostic investigations
  • diagnostica artistica
  • indagini diagnostiche
  • legno
  • medioevo
  • Middle Ages
  • monumental crosses
  • painted crosses
  • panel painting
  • Pisa
  • pittura su tavola
  • Rosano
  • Sarzana
  • tecniche artistiche
  • tecniche costruttive
  • Toscana
  • Tuscany
  • wood
  • XI secolo
  • XII secolo
  • XIII secolo
Data inizio appello
28/05/2024
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
28/05/2094
Riassunto
L’elaborato ha come principale oggetto di discussione l’applicazione delle indagini diagnostiche alle opere su tavola medievali, nello specifico alle croci dipinte, e le implicazioni che i loro risultati offrono. Sono state principalmente trattate le croci presenti sul territorio toscano, tra Firenze, Pisa e Lucca.
Inizialmente, è stato redatto uno stato dell’arte utile al fine di ricostruire brevemente la storia del rinnovato interesse suscitato dall’arte medievale, a partire dall’Ottocento, con l’obiettivo di mettere a fuoco le diverse tendenze storiografiche che non hanno fornito, almeno fino al Novecento inoltrato, l’opportuno riconoscimento alla pittura su tavola. Quest’ultima è stata sempre approfondita all’interno di più ampi contesti, seguendo spesso tendenze nazionaliste o positiviste, da cui derivava la necessità di fornire un giudizio qualitativo che si inserisse all’interno di una visione progressiva dell’arte, in cui ciò che segue è sempre migliore di ciò che lo ha preceduto. Nella contemporaneità, questa posizione è stata per lo più superata, probabilmente anche per merito della moltiplicazione degli studi specialistici, corroborata dallo sviluppo – in continuo perfezionamento – della diagnostica artistica. Difatti, negli ultimi decenni, le pubblicazioni relative allo studio della pittura su tavola medievale – sebbene mancanti di singole trattazioni incentrate sulle croci dipinte – sono accresciute nel numero, stimolate da importanti campagne di restauro ma anche dalle possibilità concesse dalle moderne indagini scientifiche che, nel complesso contesto dell’arte medievale, carente sia di fonti circa le tecniche costruttive, sia negli esemplari sopravvissuti, diventano uno strumento di fondamentale importanza per lo studio e la conservazione di qualsivoglia manufatto. È quello che si è tentato di dimostrare proseguendo nello stato dell’arte, esponendo e commentando brevemente i frutti della ricerca storico-critica presentati all’interno di sette pubblicazioni – comprendenti libri e singoli articoli concernenti la pittura su tavola in senso generale o singoli casi di studio – collegate dal filo conduttore delle potenzialità offerte dalla diagnostica in campo artistico.
A seguire, si è cercato di delineare brevemente le vicende storico-artistiche che hanno interessato la tipologia della croce dipinta. Sono state individuate cinque ‘fasi’ utili per una conoscenza generale dell’argomento: la nascita dell’oggetto di devozione in un contesto liturgico poco chiaro, lo sviluppo dell’iconografia del Christus triumphans nel periodo della riforma gregoriana e di quella del Christus patiens contemporaneamente alla diffusione degli ordini mendicanti, l’annosa questione degli influssi bizantini e, in ultimo, i cambiamenti stilistici e iconografici provocati dall’operato inedito di artisti quali Giunta Pisano, Cimabue e Giotto.
Successivamente, è stato necessario fare un approfondimento su alcuni aspetti che, a primo impatto, potrebbero sembrare collaterali ma che, in realtà, si rivelano forieri di interessanti implicazioni. In primo luogo, bisogna tenere presente che il legno è stato a lungo percepito come semplice supporto e non come materiale dotato di qualità e finalità artistiche, motivo per il quale nella trattatistica antica viene lasciato poco spazio alla descrizione dei suoi processi di lavorazione. Allo stesso modo, la figura che a questi ultimi si dedicava, ovvero quella del legnaiolo, non era ritenuta appartenente alla categoria degli artisti ma a quella degli artigiani: pur essendo altamente specializzati – e lo dimostrano le qualità tecniche esibite da molte delle opere superstiti – di loro restano poche tracce, conservate, per lo più, in documenti fiscali e giudiziari che, tuttavia, restituiscono solo una piccola percentuale delle modalità con cui la loro produzione – la più consistente nel periodo medievale – veniva organizzata. Infine, si è cercato di porre l’accento sulla figura del committente che, con le sue scelte, le sue possibilità economiche e la sua posizione sociale, era in grado di dirigere gli influssi artistici dal momento in cui firmava il progetto o il contratto, di cui si è sottolineato il ruolo di fonti documentarie.
Il lavoro prosegue con una ampia sezione dedicata alla tecnica di costruzione delle croci dipinte: attingendo a una bibliografia diversificata, è stato possibile delineare il processo che porta alla trasformazione delle singole tavole di legno a un complesso supporto stratificato, in cui l’aggiunta di ogni componente è supportata da competenze tecniche che si sono rivelate raffinate e sicuramente prodotte tramite secoli di sperimentazioni e perfezionamenti. La scelta del legno, la costruzione implicitamente problematica della forma della croce, la stesura degli strati preparatori che – seppur invisibili all’occhio nudo – hanno una funzione determinate, la realizzazione della pellicola pittorica e la stesura della vernice costituiscono le singole fasi della costruzione di ogni croce: nei casi qui esaminati sono state affrontate con particolare attenzione agli aspetti strettamente materiali, comparandole le une alle altre, facendo spesso riferimento alle indicazioni contenute negli antichi trattati, per evidenziare analogie e differenze ma anche con lo scopo di mettere in luce l’evoluzione dei singoli procedimenti tecnici e la complessità del sapere tecnico alla radice di ogni realizzazione.

The main object of discussion of the thesis is the application of diagnostic investigations to medieval panel works, specifically to painted crosses, and the implications that their results offer. The main focus was on the crosses present in the Tuscan territory, between Florence, Pisa and Lucca.
Initially, a useful state of the art was drawn up in order to briefly reconstruct the history of the renewed interest aroused by medieval art, starting from the nineteenth century, with the aim of focusing on the different historiographical trends that have not provided, at least until well into the twentieth century, the appropriate recognition of panel paining. The latter has always been explored within broader contexts, often following nationalist or positivist tendencies, from which arose the need to provide a qualitative judgment that fits within a progressive vision of art, in which what that follows is always better than what preceded it. In contemporary times, this position has mostly been overcome, probably also thanks to the multiplication of specialist studies, corroborated by the development – in continuous improvement – of artistic diagnostics. In fact, in recent decades, publications relating to the study of medieval panel painting - although lacking individual treatments focused on painted crosses - have increased in number, stimulated by important restoration campaigns but also by the possibilities granted by modern scientific investigations which, in complex context of medieval art, lacking both sources regarding construction techniques and surviving examples, become a tool of fundamental importance for the study and conservation of any artefact. This is what was attempted to demonstrate by continuing with the state of the art, exposing and briefly commenting on the fruits of historical-critical research presented in seven publications – including books and individual articles concerning panel painting in a general sense or individual cases of study – connected by the common thread of the potential offered by diagnostics in the artistic field.
Next, an attempt was made to briefly outline the historical-artistic events that affected the typology of the painted cross. Five useful 'phases' have been identified for a general knowledge of the topic: the birth of the object of devotion in an unclear liturgical context, the development of the iconography of Christus triumphans in the period of the Gregorian reform and that of Christus patiens at the same time to the spread of mendicant orders, the age-old question of Byzantine influences and, lastly, the stylistic and iconographic changes caused by the unprecedented work of artists such as Giunta Pisano, Cimabue and Giotto.
Subsequently, it was necessary to delve deeper into some aspects which, at first glance, might seem collateral but which, in reality, reveal themselves to be the harbinger of interesting implications. First, it must be kept in mind that wood has long been perceived as a simple support and not as a material with artistic quality and purpose, which is why in ancient treatises little space is left for the description of its manufacturing processes. Likewise, the figure dedicated to the latter, that of the carpenter, was not considered to belong to the category of artists but to that of craftsmen: despite being highly specialized – and this is demonstrated by the technical qualities exhibited by many of the surviving works – few traces of them remain, mostly preserved in tax and judicial documents which, however, only reveal a small percentage of the ways in which their production – the most significant in the medieval period – was organised. Finally, we tried to place emphasis on the figure of the client who, with his choices, his economic possibilities and his social position, was able to direct the artistic influences from the moment he signed the project or the contract, of which the role of documentary sources was underlined.
The work continues with a large section dedicated to the construction technique of painted crosses: drawing on a diverse bibliography, it was possible to outline the process that leads to the transformation of the individual wooden boards into a complex stratified support, in which the addition of each component is supported by technical skills that have proven to be refined and certainly produced through centuries of experimentation and refinement. The choice of wood, the implicitly problematic construction of the shape of the cross, the laying of the preparatory layers which – although invisible to the naked eye – have a specific function, the creation of the pictorial film and the laying of the varnish constitute the individual phases of the construction of each cross: in the cases examined here they were addressed with particular attention to the strictly material aspects, comparing them one to the other, often referring to the indications contained in the ancient treatises, to highlight analogies and differences but also with the aim of highlighting the evolution of individual technical procedures and the complexity of the technical knowledge at the root of each creation.
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