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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-04212020-163622


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
PANSINI, GUIDO ARNALDO
URN
etd-04212020-163622
Titolo
Iudex qui litem suam facit: la responsabilità del giudice nel processo privato romano.
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Prof. Petrucci, Aldo
Parole chiave
  • civil trial.
  • giudice
  • judge
  • litem suam facit
  • processo privato
  • responsabilità
  • responsability
  • Roma
  • Rome
Data inizio appello
25/05/2020
Consultabilità
Tesi non consultabile
Riassunto
“Il maggior errore del giudice è di credersi immune dalla responsabilità del delitto per il quale un altro è condannato; è di credersi membro di una società migliore, di una società di eletti.”. (Gustavo Zagrebelsky).
La funzione magistratuale esige una assoluta equidistanza, impone severi oneri, ma, nel contempo, assicura ampio prestigio e conferisce lauti guadagni. Il tema della responsabilità del giudice, da secoli, ha animato innumerevoli dispute e acceso dibattiti nella società civile, oltre che favorire molteplici interpretazioni, afferenti alle modalità attraverso le quali i vari ordinamenti lo hanno affrontato. Nel tentativo di ricondurre il tutto ad unità, la presente tesi si propone di indagare il tema della responsabilità del giudice, per come esso fu affrontato nell’ordinamento dell’antica Roma, dagli albori dell’età arcaica fino all’epoca giustinianea. All’interno di questo vasto tema, la ricerca avrà ad oggetto uno specifico istituto, noto con l’espressione iudex qui litem suam fecit, volto a sanzionare determinate condotte, negligenti o parziali, poste in essere dal iudex privatus Romanus. Lo stesso istituto, come si vedrà, trova riscontro sin dalla più antica raccolta legislativa romana nota come la legge delle XII Tavole, per poi svilupparsi nei secoli successivi, giungendo a piena maturazione in età classica. Infine, si accennerà, senza pretese di esaustività, al tema della responsabilità del giudice nel Medioevo e nell’età moderna. In questa maniera, sarà possibile riscontrare la traslazione del litem suam facere nelle epoche successive, verificando quali aspetti originari dell’actio sono ancora presenti e quali, al contrario, sono caduti in totale desuetudine.


“The judge's greatest mistake is to believe that he is immune from (any) responsibility for the crime for which another is convicted; it is to believe oneself a member of a better society, of a society of the elite.” (Gustavo Zagrebelsky).
The judicial function requires absolute equidistance and imposes severe burdens, but, at the same time, ensures ample prestige and confers substantial privileges.
The issue of the judge’s responsibility has for centuries animated countless disputes and heated debates in civil society, as well as fostering multiple interpretations relating to the ways in which the various legal systems have dealt with it.
In an attempt to bring everything together, this thesis aims to investigate the issue of the responsibility of the judge, as it was dealt with in the order of ancient Rome, from the dawn of the archaic age to the Justinian era.
Within this vast topic, the research will focus on a specific institution known by the expression iudex qui litem suam fecit, aimed at sanctioning certain negligent or partial conduct carried out by the iudex privatus Romanus.
The same institution, as will be seen, has been confirmed since the most ancient Roman legislative collection, known as the law of the XII Tables, and then developed in the following centuries, reaching full maturity in the classical age.
Finally, without pretending to be exhaustive, the topic of the judge's responsibility in the Middle Ages and in the modern age will be reviewed.
In this way, it will be possible to find the translation of the litem suam facere in subsequent eras, verifying which original aspects of the actio are still present and which, on the contrary, have fallen into total disuse.

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