Tesi etd-04202016-142247 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea vecchio ordinamento
Autore
IEMMA, FRANCESCA
URN
etd-04202016-142247
Titolo
Il mercato nautico italiano nell'attuale crisi economica: aziende che reagiscono e aziende che soccombono.
Dipartimento
ECONOMIA E MANAGEMENT
Corso di studi
ECONOMIA E COMMERCIO
Relatori
relatore Prof. Cavallini, Iacopo
Parole chiave
- Azimut-Benetti s.p.a.
- Baglietto s.p.a.
- crisi economica
- economic crisis
- il mercato italiano nel settore della nautica
- reaction.
- reazione
- Sangermani s.r.l.
- the Italian market in the marine industry
- yacht
Data inizio appello
09/05/2016
Consultabilità
Completa
Riassunto
Lo studio della nostra ricerca verte sul settore nautico e il mercato italiano per quanto riguarda la produzione interna (yacht e mega yacht), volta alle richieste e al soddisfacimento di una domanda interna e internazionale. Il settore nautico si colloca tra i migliori nel sistema produttivo italiano, meglio conosciuto come il “made in Italy”. Nel decennio antecedente alla crisi mondiale esso ha registrato dei risultati significativi fino ad arrivare a conquistare la leadership mondiale della costruzione di yacht per il design, l’innovazione e l’alta qualità artigianale del prodotto.
La difficile congiuntura economica ha colpito e colpisce tuttora il mercato italiano e quello internazionale ed ha causato una crisi delle aziende, prevalentemente di piccola dimensione, ma caratterizzate da forti competenze tecniche e capacità progettuale sul piano dell’innovazione tecnologica. Una crisi che ha generato nel settore processi selettivi e di forte ridimensionamento dei volumi produttivi, della redditività, dell’occupazione complessiva, portando le imprese a riconsiderare le proprie strategie, avviare le ristrutturazioni aziendali e ridimensionare le prospettive di crescita, inducendo dei cambiamenti a volte radicali tanto da determinare in molti casi la chiusura o la trasformazione traumatica degli assetti societari in gruppi storici della cantieristica. Un crollo totale della domanda interna di nuove imbarcazioni ha colpito soprattutto gli yacht di piccola dimensione e tutta la rete di vendita: tutto ciò è stato influenzato ulteriormente da una legislazione negativa che ha penalizzato ancor di più l’andamento calante della domanda. Per quanto riguarda la produzione della nautica da diporto, a livello nazionale abbiamo nell’intervallo preso in esame, 2008-2014, una caduta vertiginosa di circa il 60% del fatturato, compensato in minima parte dai mercati internazionali, nei quali si detiene sempre il primato di leadership per quanto riguarda la produzione e la vendita dei mega yacht e servizi connessi. Con il crollo della domanda tutti i cantieri hanno dovuto affrontare un calo per il periodo che va dal 2008-2014. La diminuzione ha portato i cantieri ad una contrazione della liquidità. Un’altra causa di tale contrazione è dovuta al fatto che i clienti non riuscivano a far fronte al proprio debito. Il crack globale dell’economia, con la caduta delle borse e la stretta del credito e del leasing, ha influenzato in modo molto negativo il settore. La congiuntura economica negativa ha colpito in modo particolare la piccola nautica che in Italia, per anni, aveva beneficiato del credito al consumo. Il mercato interno ha avuto, nel periodo 2004-07, anni floridi anche grazie ad agevolazioni sul leasing, che hanno incrementato il numero delle immatricolazioni. Negli anni della crisi molte imprese hanno incontrato difficoltà di accesso ai canali di finanziamento bancario e gestione del proprio credito. Queste difficoltà portano tutto il settore ad un’attenta riflessione, necessaria per la crescita futura di una eccellenza del “made in Italy”. La nautica deve elaborare nuove strategie riorganizzatrici per fronteggiare gli effetti negativi della crisi, sia dal punto di vista commerciale, sia dal punto di vista economico-finanziario, facendo leva sui suoi punti di forza, quali la qualità del prodotto, il know-how, il design, la ricercatezza del prodotto, l’innovazione, lo sviluppo e la conquista di nuovi mercati. Le aziende nautiche devono razionalizzare e fare attenzione ai costi e agli investimenti. Tutto ciò deve essere accompagnato da uno snellimento della burocrazia. Le imprese possono puntare alla flessibilità, alla differenziazione del prodotto e a prodotti nautici eco-sostenibili: ciò innalzerebbe la qualità del prodotto e sarebbe una leva efficace perché esse siano competitive sul mercato. Da ultimo, ma non meno importante, esse devono poter fruire di una politica favorevole e non più penalizzante, come le attuali normative concernenti gli yacht e l’influenza del loro possesso nella valutazione del reddito. Devono poter beneficiare di norme che supportino e sostengano la nautica da diporto.
Un’analisi specifica è stata condotta per le aziende Azimut Benetti S.p.A., Baglietto e Sangermani nella loro struttura economico-finanziaria. Sono state esaminate le concause del declino e le cause della determinazione della crisi. È stato anche analizzato lo sviluppo dei flussi economico-finanziari per il risanamento dell’impresa, supportato da variabili esogene ed endogene, dal mercato e dalla legislazione.
La difficile congiuntura economica ha colpito e colpisce tuttora il mercato italiano e quello internazionale ed ha causato una crisi delle aziende, prevalentemente di piccola dimensione, ma caratterizzate da forti competenze tecniche e capacità progettuale sul piano dell’innovazione tecnologica. Una crisi che ha generato nel settore processi selettivi e di forte ridimensionamento dei volumi produttivi, della redditività, dell’occupazione complessiva, portando le imprese a riconsiderare le proprie strategie, avviare le ristrutturazioni aziendali e ridimensionare le prospettive di crescita, inducendo dei cambiamenti a volte radicali tanto da determinare in molti casi la chiusura o la trasformazione traumatica degli assetti societari in gruppi storici della cantieristica. Un crollo totale della domanda interna di nuove imbarcazioni ha colpito soprattutto gli yacht di piccola dimensione e tutta la rete di vendita: tutto ciò è stato influenzato ulteriormente da una legislazione negativa che ha penalizzato ancor di più l’andamento calante della domanda. Per quanto riguarda la produzione della nautica da diporto, a livello nazionale abbiamo nell’intervallo preso in esame, 2008-2014, una caduta vertiginosa di circa il 60% del fatturato, compensato in minima parte dai mercati internazionali, nei quali si detiene sempre il primato di leadership per quanto riguarda la produzione e la vendita dei mega yacht e servizi connessi. Con il crollo della domanda tutti i cantieri hanno dovuto affrontare un calo per il periodo che va dal 2008-2014. La diminuzione ha portato i cantieri ad una contrazione della liquidità. Un’altra causa di tale contrazione è dovuta al fatto che i clienti non riuscivano a far fronte al proprio debito. Il crack globale dell’economia, con la caduta delle borse e la stretta del credito e del leasing, ha influenzato in modo molto negativo il settore. La congiuntura economica negativa ha colpito in modo particolare la piccola nautica che in Italia, per anni, aveva beneficiato del credito al consumo. Il mercato interno ha avuto, nel periodo 2004-07, anni floridi anche grazie ad agevolazioni sul leasing, che hanno incrementato il numero delle immatricolazioni. Negli anni della crisi molte imprese hanno incontrato difficoltà di accesso ai canali di finanziamento bancario e gestione del proprio credito. Queste difficoltà portano tutto il settore ad un’attenta riflessione, necessaria per la crescita futura di una eccellenza del “made in Italy”. La nautica deve elaborare nuove strategie riorganizzatrici per fronteggiare gli effetti negativi della crisi, sia dal punto di vista commerciale, sia dal punto di vista economico-finanziario, facendo leva sui suoi punti di forza, quali la qualità del prodotto, il know-how, il design, la ricercatezza del prodotto, l’innovazione, lo sviluppo e la conquista di nuovi mercati. Le aziende nautiche devono razionalizzare e fare attenzione ai costi e agli investimenti. Tutto ciò deve essere accompagnato da uno snellimento della burocrazia. Le imprese possono puntare alla flessibilità, alla differenziazione del prodotto e a prodotti nautici eco-sostenibili: ciò innalzerebbe la qualità del prodotto e sarebbe una leva efficace perché esse siano competitive sul mercato. Da ultimo, ma non meno importante, esse devono poter fruire di una politica favorevole e non più penalizzante, come le attuali normative concernenti gli yacht e l’influenza del loro possesso nella valutazione del reddito. Devono poter beneficiare di norme che supportino e sostengano la nautica da diporto.
Un’analisi specifica è stata condotta per le aziende Azimut Benetti S.p.A., Baglietto e Sangermani nella loro struttura economico-finanziaria. Sono state esaminate le concause del declino e le cause della determinazione della crisi. È stato anche analizzato lo sviluppo dei flussi economico-finanziari per il risanamento dell’impresa, supportato da variabili esogene ed endogene, dal mercato e dalla legislazione.
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