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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-04202009-115704


Tipo di tesi
Tesi di dottorato di ricerca
Autore
BENEDETTI, RACHELE
URN
etd-04202009-115704
Titolo
Esclusione sociale e nuovo welfare. Dimensioni e prospettive nel contesto europeo.
Settore scientifico disciplinare
SPS/07
Corso di studi
STORIA E SOCIOLOGIA DELLA MODERNITA'
Relatori
presidente Prof. Toscano, Mario Aldo
Parole chiave
  • welfare state
  • modello sociale europeo
  • inclusione sociale
  • lavoro
  • Europa
  • esclusione sociale
  • disuguaglianza
Data inizio appello
18/05/2009
Consultabilità
Completa
Riassunto
La dialettica inclusione-esclusione sociale definisce una delle coppie concettuali più complesse e controverse per la riflessione sociologica attuale, aprendo ad un’analisi che spazia dal recupero della marginalità, alla valorizzazione della governance e della cittadinanza.

Inserendosi all’interno di tale dibattito, la ricerca si focalizza su più livelli tematici, sviluppando riflessioni autonome, ma strettamente connesse ed integrate nella definizione di un framework che, tanto da un punto di vista teorico, quanto da quello metodologico ed empirico, aiuti alla comprensione ed all’interpretazione critica delle nuove dinamiche di esclusione.

In questa prospettiva, dal punto di vista teorico la ricerca si sviluppa su un duplice piano: da un lato, infatti, si sono ripercorsi in maniera critica i principali approcci teorici al tema dell’esclusione, con particolare riferimento all’impostazione teorica di Paugam, che interpreta l’esclusione come un paradigma attraverso il quale indagare, in maniera dinamica e processuale, le dimensioni diversificate e multilivello dell’esclusione attuale, aprendo ad un interessante dibattito circa il rapporto tra esclusione e nuova povertà nelle società industrialmente avanzate ed in particolare in ambito europeo, dove tale approccio ha acquisito ormai un ruolo centrale, sebbene non unanimemente condiviso, nell’analisi della nuova disuguaglianza.
Dall’altro lato, proprio la focalizzazione sull’esclusione sociale come paradigma, come «nozione trasversale per la ricerca», apre ad una riflessione più ampia sull’importanza di sviluppare una ‘sociologia dell’Europa’ quale spazio di elaborazione di una nuova sociologia, capace di leggere ed interpretare i processi di cambiamento in atto su scala europea in una prospettiva che apre ad una revisione fortemente critica degli strumenti di comparazione, delineando nuove dimensioni nella stessa comparazione e superando la specializzazione, tipica della sociologia, che per troppo tempo ha impedito o quanto meno ostacolato, come sottolineano in particolare Beck, Bettin, Haller, lo sviluppo ed il consolidamento di una riflessione autonoma sull’Europa come spazio sociale di analisi e riflessione.

Da un punto di vista empirico, tutte queste argomentazioni, teoriche quanto di metodo, aprono nuove sfide per la ricerca sociologica europea. In particolare, è apparso estremamente interessante sviluppare una riflessione critica sulle trasformazioni in atto nel sistema di welfare e nella nuova articolazione del lavoro, inteso in Europa come fattore principale di partecipazione, inclusione e promozione della coesione sociale, in una prospettiva che guarda alla diversità e pluralità tipica del contesto europeo come tratto da integrare nel quadro dell’acceso dibattito sulla riforma del c.d. ‘Modello Sociale Europeo’. Più precisamente, lo studio è stato svolto attraverso un approfondimento su tre ambiti specifici dell’esclusione sociale: esclusione sociale e lavoro, esclusione sociale e cittadinanza, esclusione sociale e marginalità urbana. Si tratta di tre ambiti di riflessione -tre ‘spazi’ dell’esclusione- autonomi, ma fortemente interconnessi, che consentono di aprire su un’indagine critica che verrà recuperata poi, attraverso l’analisi di alcuni specifici casi, nella parte di ricerca.

Quasi a legare questa riflessione su alcune dimensioni dell’esclusione ritenute particolarmente significative con l’ultima parte più propriamente frutto di una ricerca empirica, la sezione mediana delle tesi si pone come una riflessione aperta su una questione particolarmente dibattuta nel contesto nazionale ed internazionale, quale è quella della revisione dei modelli di welfare nazionali. Nella difficoltà di porsi su un piano sempre meno del recupero, ma anzi volto sempre più alla prevenzione dei nuovi rischi sociali, i sistemi di welfare nazionali stanno infatti vivendo un’ulteriore, difficile controversia, relativa alla necessità di confrontarsi con un contesto più ampio, quello europeo, nella contrastante tensione tra confluenza su un modello comune (il “modello sociale europeo”) e permanenza della differenza.

Muovendo da questa complessità, l’ultima parte del lavoro si concentra infine su un’analisi di alcune realtà europee selezionate per la loro particolare rilevanza nell’ambito di una riflessione che spazia dai processi di esclusione sociale, all’analisi delle nuove disuguaglianze ed alla nuova regolamentazione del lavoro, in una prospettiva che si salda con la sopra evidenziata riflessione metodologica, per cui la società europea deve essere interpretata come uno spazio sociale dinamico ed interagente in cui si articolano, si integrano e si sovrappongono dimensioni e tendenze che travalicano la dimensione nazionale del welfare state. Saranno infatti oggetto di una specifica analisi due differenti ‘modelli’ sociali, quello nordico e quello baltico, quali strumenti per un’analisi congiunta del divenire sociale europeo. I due modelli tendono infatti a rappresentare gli esiti contrapposti di due diversi svolgimenti, che aprono però su specifiche dimensioni critiche: quello nordico, caratterizzato da un’acquisita e consolidata dimensione sociale, tradizionalmente assunta come pilastro di un sistema universalista che garantisce il massimo grado di protezione sociale ed uguaglianza, apre oggi su nuove criticità, sviluppando un dibattito critico in particolare per quanto riguarda la sua capacità di tenuta in un contesto di globalizzazione crescente. Quello baltico, che si definisce come un modello ancora in costruzione, si caratterizza per uno sviluppo contrastante tra slanci universalisti e derive liberiste (c.d.“catching up model”), aprendo su peculiari specificità sociali che assumono una particolare rilevanza nella definizione dei nuovi spazi della disuguaglianza e dell’esclusione attuali.

La riflessione resta così inevitabilmente aperta, ed anzi proprio attraverso questo studio si pongono nuovi interrogativi e nuovi stimoli tanto per la ricerca, quanto per l’implementazione di più efficaci politiche sociali, nonché per la revisione degli attuali sistemi di welfare, in una prospettiva capace di analizzare criticamente e costruttivamente la complessità sociale emergente, sia a livello delle singole realtà nazionali, sia a livello della più ampia realtà sociale europea, la cui interazione con la dimensione non solo nazionale, ma anche locale, diviene sempre più stringente e necessariamente integrata.
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