Tesi etd-04192023-124045 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
FALASCHI, SARA
URN
etd-04192023-124045
Titolo
Analisi delle comorbidità in una coorte multicentrica di pazienti con Sindrome di Sjögren
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof.ssa Baldini, Chiara
Parole chiave
- Charlson comorbidity index (CCI)
- comorbidità
- comorbidities
- sindrome di Sjögren
- Sjögren's syndrome
Data inizio appello
23/05/2023
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
23/05/2093
Riassunto
Introduzione: La sindrome di Sjögren (SjS) è una malattia infiammatoria cronica, sistemica, di natura autoimmune, che colpisce principalmente le ghiandole esocrine, in particolare le ghiandole salivari e lacrimali. Lo spettro della malattia si estende dalla “sindrome sicca” al coinvolgimento sistemico. Tra le comorbidità dei pazienti con sindrome di Sjögren descritte dal Charlson comorbidity index (CCI) troviamo quelle cardiovascolari e linfoproliferative. L’aterosclerosi accelerata si associa al rischio aumentato di sviluppare alcune comorbidità nelle malattie reumatiche; in particolare l’interazione tra l’infiammazione sistemica persistente, i fattori di rischio cardiovascolare tradizionali, i disordini immunologici e alcune terapie possono causare un danno vascolare. Questa interazione è stata investigata accuratamente in alcune malattie reumatiche come il lupus eritematoso sistemico (LES) e l’artrite reumatoide (AR) che condividono molte caratteristiche con la SjS. I pazienti con pSS sono solitamente esposti a diverse terapie per periodi di tempo più o meno lunghi e questo ha un impatto sulla loro prognosi e sul rischio di sviluppare alcune comorbidità. In alcune malattie autoimmuni, in particolare nel LES, è stato dimostrato il legame tra attività di malattia, danno d’organo, terapia con i glucocorticoidi e sviluppo di comorbidità, invece sono necessari ulteriori studi per investigare queste possibili associazioni nella SjS.
Scopo del lavoro: Lo scopo di questo studio è quello di analizzare la prevalenza e la tipologia delle comorbidità descritte dal CCI in una coorte multicentrica di pazienti con SjS seguiti nel tempo con follow-up minimo di 5 anni e analizzare l’associazione delle comorbidità, in particolare cardiovascolari e linfoproliferative, con l’attività e il danno da malattia a 5, 10, 15 e 20 anni di follow-up. Inoltre l’obiettivo è anche quello di analizzare i fattori malattia-correlati e iatrogeni associati con tali comorbidità.
Materiali e metodi: Nello studio sono stati arruolati 251 pazienti con SjS ed è stata ricostruita la loro storia di malattia a 5, 10, 15 e 20 anni dalla diagnosi. Il disegno di studio è retrospettivo longitudinale, la coorte di pazienti è multicentrica e tra i criteri di inclusione troviamo la diagnosi secondo i criteri ACR-EULAR e una storia di malattia di almeno 5 anni. All’interno di un database specifico sono stati inseriti i dati riguardanti le caratteristiche demografiche, sierologiche, istologiche e cliniche dei pazienti. Inoltre dalla somma di diversi parametri descritti dal CCI, ESSDAI, SSDDI sono stati ottenuti dei punteggi relativi rispettivamente alle comorbidità, attività di malattia e danno.
Sono stati valutati anche altri parametri relativi all’attività di malattia non inclusi nell’ESSDAI, i fattori di rischio cardiovascolare tradizionali e le terapie assunte dai pazienti, con riferimento soprattutto ai glucocorticoidi, antimalarici, e DMARDs.
Risultati: In questa coorte di pazienti le comorbidità maggiormente rappresentate in termini di prevalenza sono il linfoma e i tumori solidi (senza metastasi), poi abbiamo la cardiopatia ischemica e la malattia cerebrovascolare che sono tra le comorbidità più presenti dopo 15 e 20 anni di storia di malattia (T15 e T20) e infine il diabete a T20. Per quanto riguarda le comorbidità cardiovascolari e cerebrovascolari nel nostro studio abbiamo osservato che la prevalenza della cardiopatia ischemica e della malattia cerebrovascolare (ictus o TIA) aumenta in tutti i quinquenni di follow-up rispetto ai precedenti e questo andamento si mantiene dalla diagnosi di malattia fino a 20 anni di follow-up. Invece la prevalenza dell’arteriopatia periferica e della demenza aumenta soprattutto a 15 anni e 20 anni di follow-up. Per quanto riguarda le comorbidità linfoproliferative nel nostro studio abbiamo osservato che il linfoma è la comorbidità più rappresentata a 20 anni di follow-up, in particolare la sua prevalenza aumenta gradualmente in ogni quinquennio di storia di malattia.
Nel nostro studio l’aspetto vasculitico della malattia (presenza di crioglobuline, porpora e interessamento neurologico) emerge soprattutto in relazione alle comorbidità cardiovascolari, cerebrovascolari e linfoproliferative.
È stato osservato, soprattutto in relazione alla comorbidità ostruttiva bronchiale, il legame tra attività di malattia, danno e sviluppo di comorbidità, in particolare anche quando cessa il processo infiammatorio rimane un organo meno funzionante e più suscettibile al danno e allo sviluppo di comorbidità.
Per quanto riguarda le terapie emerge la correlazione tra i glucocorticoidi e la cardiopatia ischemica già a partire da 5 anni di storia di malattia e questa associazione si rafforza soprattutto negli ultimi quinquenni di follow-up.
Conclusioni: I pazienti con fenotipo vasculitico di malattia devono essere sorvegliati sia dal punto di vista diagnostico che terapeutico in relazione al rischio di sviluppare complicanze cardiovascolari, cerebrovascolari e linfoproliferative. Nei pazienti con SjS e impegno vasculitico vi è la necessità di promuovere lo screening per i fattori di rischio cardiovascolare tradizionali e specifici di malattia, in relazione al rischio di sviluppare comorbidità cardiovascolari. È importante limitare la durata di esposizione ai glucocorticoidi, ma anche la loro introduzione fin dalle fasi iniziali di malattia per ridurre il rischio di sviluppare cardiopatia ischemica.
Scopo del lavoro: Lo scopo di questo studio è quello di analizzare la prevalenza e la tipologia delle comorbidità descritte dal CCI in una coorte multicentrica di pazienti con SjS seguiti nel tempo con follow-up minimo di 5 anni e analizzare l’associazione delle comorbidità, in particolare cardiovascolari e linfoproliferative, con l’attività e il danno da malattia a 5, 10, 15 e 20 anni di follow-up. Inoltre l’obiettivo è anche quello di analizzare i fattori malattia-correlati e iatrogeni associati con tali comorbidità.
Materiali e metodi: Nello studio sono stati arruolati 251 pazienti con SjS ed è stata ricostruita la loro storia di malattia a 5, 10, 15 e 20 anni dalla diagnosi. Il disegno di studio è retrospettivo longitudinale, la coorte di pazienti è multicentrica e tra i criteri di inclusione troviamo la diagnosi secondo i criteri ACR-EULAR e una storia di malattia di almeno 5 anni. All’interno di un database specifico sono stati inseriti i dati riguardanti le caratteristiche demografiche, sierologiche, istologiche e cliniche dei pazienti. Inoltre dalla somma di diversi parametri descritti dal CCI, ESSDAI, SSDDI sono stati ottenuti dei punteggi relativi rispettivamente alle comorbidità, attività di malattia e danno.
Sono stati valutati anche altri parametri relativi all’attività di malattia non inclusi nell’ESSDAI, i fattori di rischio cardiovascolare tradizionali e le terapie assunte dai pazienti, con riferimento soprattutto ai glucocorticoidi, antimalarici, e DMARDs.
Risultati: In questa coorte di pazienti le comorbidità maggiormente rappresentate in termini di prevalenza sono il linfoma e i tumori solidi (senza metastasi), poi abbiamo la cardiopatia ischemica e la malattia cerebrovascolare che sono tra le comorbidità più presenti dopo 15 e 20 anni di storia di malattia (T15 e T20) e infine il diabete a T20. Per quanto riguarda le comorbidità cardiovascolari e cerebrovascolari nel nostro studio abbiamo osservato che la prevalenza della cardiopatia ischemica e della malattia cerebrovascolare (ictus o TIA) aumenta in tutti i quinquenni di follow-up rispetto ai precedenti e questo andamento si mantiene dalla diagnosi di malattia fino a 20 anni di follow-up. Invece la prevalenza dell’arteriopatia periferica e della demenza aumenta soprattutto a 15 anni e 20 anni di follow-up. Per quanto riguarda le comorbidità linfoproliferative nel nostro studio abbiamo osservato che il linfoma è la comorbidità più rappresentata a 20 anni di follow-up, in particolare la sua prevalenza aumenta gradualmente in ogni quinquennio di storia di malattia.
Nel nostro studio l’aspetto vasculitico della malattia (presenza di crioglobuline, porpora e interessamento neurologico) emerge soprattutto in relazione alle comorbidità cardiovascolari, cerebrovascolari e linfoproliferative.
È stato osservato, soprattutto in relazione alla comorbidità ostruttiva bronchiale, il legame tra attività di malattia, danno e sviluppo di comorbidità, in particolare anche quando cessa il processo infiammatorio rimane un organo meno funzionante e più suscettibile al danno e allo sviluppo di comorbidità.
Per quanto riguarda le terapie emerge la correlazione tra i glucocorticoidi e la cardiopatia ischemica già a partire da 5 anni di storia di malattia e questa associazione si rafforza soprattutto negli ultimi quinquenni di follow-up.
Conclusioni: I pazienti con fenotipo vasculitico di malattia devono essere sorvegliati sia dal punto di vista diagnostico che terapeutico in relazione al rischio di sviluppare complicanze cardiovascolari, cerebrovascolari e linfoproliferative. Nei pazienti con SjS e impegno vasculitico vi è la necessità di promuovere lo screening per i fattori di rischio cardiovascolare tradizionali e specifici di malattia, in relazione al rischio di sviluppare comorbidità cardiovascolari. È importante limitare la durata di esposizione ai glucocorticoidi, ma anche la loro introduzione fin dalle fasi iniziali di malattia per ridurre il rischio di sviluppare cardiopatia ischemica.
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