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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-04192016-194630


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
MAZZI, MARCO
URN
etd-04192016-194630
Titolo
La chiesa di Santa Lucia a Massa: analisi storica, rilievo e studio di proposte per il consolidamento.
Dipartimento
INGEGNERIA DELL'ENERGIA, DEI SISTEMI, DEL TERRITORIO E DELLE COSTRUZIONI
Corso di studi
INGEGNERIA EDILE-ARCHITETTURA
Relatori
relatore Prof. Salvatore, Walter
relatore Prof.ssa Karwacka, Ewa Jolanta
relatore Prof. Bevilacqua, Marco Giorgio
relatore Ing. Caprili, Silvia
Parole chiave
  • analisi sismica
  • Consolidamento
  • Muratua
Data inizio appello
11/05/2016
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il lavoro svolto in questa tesi si prefigge di dare una proposta progettuale concreta relativa ad una, tanto semplice quanto importante, chiesa della città di Massa, edificio inagibile dal 2012 a causa del sisma del 27 gennaio di magnitudo 5.6. La fase progettuale si basa sulle informazioni essenziali ottenute dall’indagine storica e dal rilievo geometrico e architettonico. Il progetto su un edificio storico non può prescindere da un’accurata analisi del suo passato, con lo scopo di conoscere fino alle radici la Chiesa di Santa Lucia, sia da un punto di vista storico che architettonico. Si prende così coscienza del valore di ogni componente dell’intero complesso architettonico gettando le basi a proposte progettuali tangibili. L’inquadramento storico ed urbanistico è stato fondamentale per ricostruire il contesto in cui si è sviluppato l’oggetto di studio e per capire le trasformazioni che ha subito nei vari secoli, in particolar modo nel settecento quando la cappella quattrocentesca assume tutte le caratteristiche di una chiesa vera e propria. Le indagini storiche sull’organismo, comprendenti ricerche archivistiche, bibliografiche, cartografiche, fotografiche, indagini in fondi privati e interviste a abitanti che conservano ricordi sulla storia del quartiere e della chiesa, sono stati gli strumenti fondamentali per ricostruire gli sviluppi a cui è stata soggetta sino alle ultime grandi modifiche dello scorso secolo che hanno trasformato Santa Lucia in quello che oggi possiamo vedere.
Il rilievo è stato un altro strumento essenziale per confermare quanto sopradetto e per individuare la tipologia costruttiva, i materiali impiegati, i dettagli costruttivi senza i quali non sarebbe stato possibile realizzare un modello di calcolo. Il quadro fessurativo e l’indagine sui fenomeni di degrado si sono rivelati validi indizi di estrema importanza per valutare non solo lo stato di conservazione del fabbricato ma anche per comprendere i vari meccanismi che ha subito o sta subendo l’organismo e le varie problematiche che lo interessano. C’è da sottolineare che molte lesioni e altri fenomeni di degrado erano già presenti prima del sisma del 2012, come si può notare dalle foto del rilievo del 2010, quindi probabilmente la maggior parte dei fenomeni di dissesto non sono più in evoluzione e sono dovuti ad assestamenti dopo i lavori di innovazione novecenteschi.
L’analisi sismica dell’edificio allo stato attuale ha messo in luce alcune carenze strutturali dovute sia alla scarsa resistenza della muratura (seppur non ricavata da misurazioni dirette ma dedotta da quanto osservato in situ ed in accordo con l’attuale normativa) sia alla non regolarità in pianta e in altezza della struttura, queste carenze comunque non gravano pesantemente sulla sicurezza statica e sismica dell’edificio. Dall’analisi dinamica lineare con spettro di risposta in accelerazione è stato constatato che per quanto riguarda le verifiche statiche si rilevano problematiche in alcune porzioni dell’abside nella pressoflessione per carichi fuori piano e nelle porzioni più elevate delle pareti centrali delle navate laterali nel taglio per scorrimento diagonale, questo perché non è presente l’effetto benefico di una elevata compressione. Le verifiche sismiche sono risultate meno gravose poiché viene utilizzato un coefficiente parziale di sicurezza per le resistenze uguale a 2,0 rispetto al valore 3,0 delle verifiche statiche. Nelle verifiche sismiche di pressoflessione per carichi laterali si riscontrano problemi nella controfacciata e nelle pareti del campanile mentre le fasce di piano non verificano in gran parte sia la verifica a pressoflessione che a taglio. Per quanto riguarda le fasce di piano c’è da sottolineare che non è stato considerato il contributo delle catene metalliche, si prevedono indagini sul tiro di queste in maniera da valutare il loro apporto così da analizzare il miglioramento delle fasce.
Dalle indagini sui fenomeni di dissesto e dai risultati dell’analisi strutturale si può sostenere che la chiusura per inagibilità della chiesa è una misura di precauzione sproporzionata, in quanto non si sono rilevate grosse problematiche dal punto di visto statico e sismico, visto che si è accertato un livello di sicurezza pari almeno al 70% di quello richiesto a un edificio di nuova costruzione che rispetti le norme vigenti. Si sono proposti quindi degli interventi locali che vanno a migliorare il comportamento di quelle porzioni dell’edificio più problematiche.
Gli interventi più importanti per la riapertura della chiesa sono due: il consolidamento delle volte e la separazione strutturale della sala parrocchiale dalla parete orientale della chiesa. Per progettare definitivamente tali interventi si evince la necessità di dover procedere a ulteriori saggi in situ, volti soprattutto a determinare l'effettiva resistenza dei materiali in opera. Tale campagna di indagini potrebbe permettere di conoscere i valori reali delle resistenze caratteristiche degli elementi murari, probabilmente superiori a quelli indicati dalla Normativa, attraverso prove dirette sui materiali e di ottenere il livello di conoscenza massimo LC3 a cui corrisponde un fattore di confidenza unitario in modo da non dover abbattere le resistenze dei materiali. Ulteriori saggi andrebbero condotti anche sulle fondazioni, al fine di determinarne con sicurezza la tipologia e l'effettiva quota del piano d’imposta, e sugli elementi fondali del salone in calcestruzzo al fine di determinarne l’effettiva classe di resistenza e di accertare la presenza di specifica armatura longitudinale e a taglio.
Altri interventi da eseguire sono: l’aumento della portanza delle travi di copertura della prima campata, la risistemazione del manto di copertura per evitare infiltrazioni piovane e la sostituzione dei solai lignei del campanile.
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