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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-04182020-130740


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
DELL'OMODARME, COSTANZA
URN
etd-04182020-130740
Titolo
Metamorfosi di una periferia urbana.Il Cotone-Poggetto a Piombino, da quartiere operaio a spazio multietnico
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
SOCIOLOGIA E MANAGEMENT DEI SERVIZI SOCIALI
Relatori
relatore Prof.ssa Paone, Sonia
Parole chiave
  • marginalizzazione
  • periferia urbana
  • quartiere operaio
  • spazio multietnico
Data inizio appello
04/05/2020
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
04/05/2090
Riassunto
Il presente lavoro ha l’obiettivo di ricostruire le tappe, in chiave di persistenze e discontinuità sociali, che hanno scandito la parabola della borgata del Cotone-Poggetto a Piombino, dalle sue origini, all'inizio del’900, fino ai giorni nostri. La repentina comparsa dell’industria sul territorio di Piombino e il conseguente afflusso di manodopera, hanno condotto alla frettolosa edificazione di un grappolo di abitazioni a ridosso dello stabilimento. Nasce così il quartiere del Cotone-Poggetto, inizialmente concepito come mero dormitorio e totalmente privo di qualsivoglia struttura per la vita associativa; tutti chiari segnali di un esperimento abitativo molto distante da esperienze di villaggi operai decisamente più curati e dignitosi. A partire dalla fine della seconda guerra mondiale, il Cotone-Poggetto ha attraversato una fase di evoluzione, con il fiorire al suo interno di numerose attività commerciali, spazi di socialità ed iniziative dal basso che hanno rafforzato coesione sociale e senso di appartenenza al luogo. Negli anni Sessanta, la nascita di nuovi complessi residenziali operai, distanti dai fumi della fabbrica, e improntati su una più avanzata concezione dell’abitare, fece emergere con ancora maggiore evidenza i limiti della vecchia borgata, dalla quale numerose famiglie scelsero di allontanarsi. Si è così assistito ad un allentamento delle tradizionali reti informali di vicinato e ad una marginalità di tipo nuovo, e, a partire dagli anni Novanta, alla crescita di una significativa presenza di immigrati extracomunitari. Il loro impatto all'interno del quartiere ha definitivamente spezzato l’originaria coesione sociale, dando vita ad un ambiente umano composito sia da un punto di vista culturale che generazionale. Da tale convivenza è scaturito un clima di distanza sociale e di tensioni latenti che hanno dato vita alla sperimentazione di un laboratorio di mediazione di comunità, il Tavolo di Quartiere, considerato, a livello locale e non solo, un felice esempio di buona pratica di integrazione.
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