Tesi etd-04172014-192627 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC6
Autore
SCATTINA, RICCARDO
URN
etd-04172014-192627
Titolo
Analisi del valore incrementale della capacitanza ventricolare sinistra nel predire l'outcome di pazienti sottoposti a TAVI
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Di Bello, Vitantonio
Parole chiave
- EDPVR
- insufficienza paravalvolare
- stenosi aortica
- TAVI
Data inizio appello
27/05/2014
Consultabilità
Completa
Riassunto
La stenosi valvolare aortica (AS) è la prima valvulopatia dell’adulto nei Paesi occidentali, con un’incidenza che aumenta in modo proporzionale all’età. La AS significativa comporta un aumento del postcarico, in grado di provocare fenomeni di rimodellamento nel ventricolo sinistro (fibrosi ed apoptosi miocardiocitica), con conseguente ipertrofia concentrica: il tentativo di compenso determina progressivamente un’aumentata stiffness ventricolare in grado di turbare l’emodinamica cardiaca e di determinare comparsa di sintomatologia ed aggravamento progressivo del quadro clinico. La natura complessa di tali meccanismi fa sì che i soggetti con AS debbano essere considerati come un gruppo eterogeneo, con differenti patterns di rimodellamento, funzionalità ventricolari e tipologie di stiffness.
Il paziente valvulopatico quindi è spesso caratterizzato da un quadro morboso complesso e pluripatologico che, assieme alla gravità della stenosi, rappresenta il principale fattore in grado di complicare il management clinico e di aumentare sensibilmente il rischio chirurgico.
Fin dai primi studi la TAVI si è affermata come una valida alternativa in quei pazienti ad alto rischio chirurgico (o inoperabili) per AVR, tuttavia permangono alcune problematiche relative alla metodica. La sua recente introduzione infatti non ha ancora permesso la consistente raccolta di informazioni in grado di aiutare a predire l’outcome chirurgico dei candidati e a selezionarli in modo ottimale. Questa momentanea incompletezza fa sì che, malgrado il miglioramento emodinamico (dato dall’aumento dell’AVA), nel 20% dei pazienti trattati non si assista ad un corrispondente miglioramento clinico, inoltre è presente una mortalità ad un anno oscillante tra il 15 e il 30%.
Un altro significativo problema che si è palesato in questi soggetti è l’insufficienza protesica (più spesso paravalvolare), che compare in forma lieve in poco meno di 3/4 dei pazienti e in forma moderata-severa tra il 6 ed il 21% del totale: numerosi studi hanno associato un incremento da 2 a 4 volte della mortalità ad 1 anno alla presenza di un’insufficienza paravalvolare.
Ad oggi non sono ancora stati studiati gli effetti che un’insufficienza (o leaking) paravalvolare possa determinare in pazienti con diversi gradi di stiffness ventricolare, tuttavia è stata da poco descritta la possibilità di derivare in modo non invasivo la relazione pressione-volume diastolica ventricolare sinistra (EDPVR) dalla conoscenza di un singolo punto sulla retta pressione volume. Tale relazione permette di caratterizzare in modo accurato le proprietà ventricolari diastoliche quali stiffness e compliance ventricolare sinistra.
Alla luce di queste premesse si inserisce il seguente studio, il cui scopo è la valutazione, mediante un approccio parzialmente o totalmente non invasivo, del peso relativo che lo sviluppo di un leak paravalvolare può avere su pazienti sottoposti a TAVI con differenti gradi di stiffness ventricolare sinistra.
Il paziente valvulopatico quindi è spesso caratterizzato da un quadro morboso complesso e pluripatologico che, assieme alla gravità della stenosi, rappresenta il principale fattore in grado di complicare il management clinico e di aumentare sensibilmente il rischio chirurgico.
Fin dai primi studi la TAVI si è affermata come una valida alternativa in quei pazienti ad alto rischio chirurgico (o inoperabili) per AVR, tuttavia permangono alcune problematiche relative alla metodica. La sua recente introduzione infatti non ha ancora permesso la consistente raccolta di informazioni in grado di aiutare a predire l’outcome chirurgico dei candidati e a selezionarli in modo ottimale. Questa momentanea incompletezza fa sì che, malgrado il miglioramento emodinamico (dato dall’aumento dell’AVA), nel 20% dei pazienti trattati non si assista ad un corrispondente miglioramento clinico, inoltre è presente una mortalità ad un anno oscillante tra il 15 e il 30%.
Un altro significativo problema che si è palesato in questi soggetti è l’insufficienza protesica (più spesso paravalvolare), che compare in forma lieve in poco meno di 3/4 dei pazienti e in forma moderata-severa tra il 6 ed il 21% del totale: numerosi studi hanno associato un incremento da 2 a 4 volte della mortalità ad 1 anno alla presenza di un’insufficienza paravalvolare.
Ad oggi non sono ancora stati studiati gli effetti che un’insufficienza (o leaking) paravalvolare possa determinare in pazienti con diversi gradi di stiffness ventricolare, tuttavia è stata da poco descritta la possibilità di derivare in modo non invasivo la relazione pressione-volume diastolica ventricolare sinistra (EDPVR) dalla conoscenza di un singolo punto sulla retta pressione volume. Tale relazione permette di caratterizzare in modo accurato le proprietà ventricolari diastoliche quali stiffness e compliance ventricolare sinistra.
Alla luce di queste premesse si inserisce il seguente studio, il cui scopo è la valutazione, mediante un approccio parzialmente o totalmente non invasivo, del peso relativo che lo sviluppo di un leak paravalvolare può avere su pazienti sottoposti a TAVI con differenti gradi di stiffness ventricolare sinistra.
File
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Tesi_TAV...retta.pdf | 1.55 Mb |
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