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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-04162018-113137


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
GIACOPINELLI, SIMONA
URN
etd-04162018-113137
Titolo
Genere e professione medica. Quali ostacoli alle carriere femminili?
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
SOCIOLOGIA E MANAGEMENT DEI SERVIZI SOCIALI
Relatori
relatore Prof.ssa Biancheri, Rita
Parole chiave
  • carriere accademiche
  • professione medica
  • femminilizzazione della professione medica
Data inizio appello
14/05/2018
Consultabilità
Completa
Riassunto
Fin dalle origini della storia, la figura che ha incarnato l’attività di cura è sempre stata la donna, poiché, inseguito ad un condizionamento sociale, è stata relegata in ruoli relativi alla cura della famiglia e all’educazione dei figli. Mentre, anche se con modalità e strumenti differenti, da sempre sono stati gli uomini a svolgere la professione medica, vera e propria. Sono questi che hanno avuto accesso ai luoghi di istruzione in cui hanno potuto svolgere studi e ricerche di ogni genere. In questo quadro le donne, pur svolgendo ruoli di cura all’interno della famiglia, non potevano né accedere all’istruzione né tanto meno esercitare la professione medica. Esse, nel corso dei secoli, poterono semplicemente diventare delle infermiere, affiancando i medici nell’esercizio quotidiano della loro professione oppure fare le ostetriche. Quest’ultima “specializzazione”, infatti, competeva esclusivamente alle donne, poiché gli uomini ritennero che fossero affari esclusivamente femminili e che quindi fosse meglio non interferire.
Nel momento in cui le donne riuscirono ad ottenere la possibilità di accesso all’istruzione universitaria le cose iniziarono a cambiare, anche se gradualmente. Infatti, col tempo smise di esservi una predominanza maschile all’interno della stessa professione. Anche se gran parte delle prime laureate, scelsero di anteporre la cura e il benessere delle loro famiglie alla carriera. Situazione questa, che pare continuare a permanere, nelle attuali carriere femminili nei Dipartimenti di Medicina dell’Università di Pisa.
Grazie ad una serie di interviste effettuate alle professoresse associate e alle professoresse ordinarie, è emerso che, quando erano più giovani e all’inizio della carriera, abbiano dovuto affrontare tutta una serie di problemi relativi alla cura dei figli. Esse, infatti, hanno affermato che se non fossero state aiutate dalle loro madri o dalle suocere o dalle babysittere non avrebbero potuto ottenere la posizione che attualmente ricoprono. È emerso, inoltre, che la presenza femminile all’interno della carriera accademica sia ancora inferiore rispetto a quella maschile, anche se in lieve aumento: le professoresse associate di medicina, tra il 2013 e il 2017 sono passate da una presenza corrispondete al 25% ad un 32%, mentre le ricercatrici sono passate da una presenza del 50% ad una del 55%. Al contrario, la situazione relativa alle professoresse ordinarie risulta non aver subito alcuna variazione. Ciò che viene auspicato è che, in futuro, una parte di quel 55% di ricercatrici possa andare a ricoprire posizioni sempre più importanti all’interno dell’Ateneo pisano.
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