Tesi etd-04152020-175924 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
BORRI, DIEGO
URN
etd-04152020-175924
Titolo
Tra idealismo e pragmatismo. Le matrici politiche ed economiche della partecipazione italiana alla Comunità Europea del Carbone e dell'Acciaio
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
STUDI INTERNAZIONALI
Relatori
relatore Prof. Paoli, Simone
Parole chiave
- acciaio
- carbone
- CECA
- coal
- De Gasperi
- ECSC
- Europa
- Europe
- industria siderurgica
- piano Schuman
- Schuman plan
- steel
- steel industry
Data inizio appello
04/05/2020
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
04/05/2060
Riassunto
Perché l’Italia aderisce al Piano Schuman e partecipa ai negoziati istitutivi della Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio, condotti alla Conferenza di Parigi dal 20 giugno 1950 al 17 aprile 1951?
Rispondere a questa domanda è l’obiettivo della presente ricerca, che dimostra come l’adesione italiana sia stata indotta sia da motivazioni di carattere politico che economico. Tra le prime, la prospettiva del Presidente del Consiglio di conseguire i due obiettivi cardine della politica estera seguita dalla fine del secondo conflitto mondiale: l’unificazione europea e il reinserimento dell’Italia all’interno dei circuiti internazionali. Altrettanto importante è stata la volontà di De Gasperi di confermare la scelta occidentale dell’Italia, un anno dopo la firma del Patto Atlantico e in un contesto geopolitico sempre più teso e precario. Tra le seconde, la speranza di risolvere nel quadro multilaterale europeo i problemi cronici del paese, dall’elevato tasso di disoccupazione al sottosviluppo socio-economico (soprattutto del Meridione), e la volontà di soddisfare alcune esigenze del settore siderurgico, soprattutto di quello pubblico.
L’ultima parte della ricerca è stata, invece, dedicata al lavoro svolto dalla delegazione italiana alla Conferenza di Parigi e alla valutazione degli effettivi risultati ottenuti. L’esame ha permesso di dimostrare come nella scelta italiana, pur nella compresenza di entrambe le matrici, sia stata preminente quella politica. Questa interpretazione è del resto confermata dai tre diretti responsabili: De Gasperi, Sforza e il capo delegazione Taviani.
Why did Italy adhere to the Schuman Plan and participate in the founding negotiations of the European Coal and Steel Community, conducted at the Paris Conference from 20 June 1950 to 17 April 1951?
This dissertation aims to answer to this question. It shows how the Italian accession was induced by both political and economic motivations. Among the former, the President of the Council's wish to achieve his two main foreign policy objectives by the end of WW2: the european unification and the reintegration of Italy into the international circuits. Equally important was De Gasperi's wish to confirm the western choice of Italy, a year after the signature of the Atlantic Pact and in a geopolitical context increasingly tense and precarious. Among the latter, the hope of resolving in the multilateral framework the chronic problems of the country, which ranged from high unemployment to socio-economic underdevelopment (especially in the South), and the wish to meet some of the needs of the steel industry, especially the public sector.
The last part of the thesis was devoted, instead, to the work carried out by the Italian delegation at the Paris Conference and to the evaluation of the actual results obtained. The examination has allowed to demonstrate how in the Italian choice, even in the presence of both matrices, the political one has been preeminent. This interpretation is confirmed by the three politicians directly involved: De Gasperi, Sforza and the head of delegation Taviani.
Rispondere a questa domanda è l’obiettivo della presente ricerca, che dimostra come l’adesione italiana sia stata indotta sia da motivazioni di carattere politico che economico. Tra le prime, la prospettiva del Presidente del Consiglio di conseguire i due obiettivi cardine della politica estera seguita dalla fine del secondo conflitto mondiale: l’unificazione europea e il reinserimento dell’Italia all’interno dei circuiti internazionali. Altrettanto importante è stata la volontà di De Gasperi di confermare la scelta occidentale dell’Italia, un anno dopo la firma del Patto Atlantico e in un contesto geopolitico sempre più teso e precario. Tra le seconde, la speranza di risolvere nel quadro multilaterale europeo i problemi cronici del paese, dall’elevato tasso di disoccupazione al sottosviluppo socio-economico (soprattutto del Meridione), e la volontà di soddisfare alcune esigenze del settore siderurgico, soprattutto di quello pubblico.
L’ultima parte della ricerca è stata, invece, dedicata al lavoro svolto dalla delegazione italiana alla Conferenza di Parigi e alla valutazione degli effettivi risultati ottenuti. L’esame ha permesso di dimostrare come nella scelta italiana, pur nella compresenza di entrambe le matrici, sia stata preminente quella politica. Questa interpretazione è del resto confermata dai tre diretti responsabili: De Gasperi, Sforza e il capo delegazione Taviani.
Why did Italy adhere to the Schuman Plan and participate in the founding negotiations of the European Coal and Steel Community, conducted at the Paris Conference from 20 June 1950 to 17 April 1951?
This dissertation aims to answer to this question. It shows how the Italian accession was induced by both political and economic motivations. Among the former, the President of the Council's wish to achieve his two main foreign policy objectives by the end of WW2: the european unification and the reintegration of Italy into the international circuits. Equally important was De Gasperi's wish to confirm the western choice of Italy, a year after the signature of the Atlantic Pact and in a geopolitical context increasingly tense and precarious. Among the latter, the hope of resolving in the multilateral framework the chronic problems of the country, which ranged from high unemployment to socio-economic underdevelopment (especially in the South), and the wish to meet some of the needs of the steel industry, especially the public sector.
The last part of the thesis was devoted, instead, to the work carried out by the Italian delegation at the Paris Conference and to the evaluation of the actual results obtained. The examination has allowed to demonstrate how in the Italian choice, even in the presence of both matrices, the political one has been preeminent. This interpretation is confirmed by the three politicians directly involved: De Gasperi, Sforza and the head of delegation Taviani.
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