Tesi etd-04152015-111621 |
Link copiato negli appunti
Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
SALVI, DAMIANO
URN
etd-04152015-111621
Titolo
L'interpretazione di Heidegger in Italia: Annibale Pastore, Carlo Mazzantini, Luigi Pareyson, Nicola Abbagnano, Pietro Chiodi.
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
FILOSOFIA E FORME DEL SAPERE
Relatori
relatore Prof. Fabris, Adriano
Parole chiave
- Annibale Pastore
- Carlo Mazzantini
- filosofia italiana
- interpretazione italiana di Heidegger
- Luigi Pareyson
- Martin Heidegger
- Nicola Abbagnano
- Pietro Chiodi
Data inizio appello
25/05/2015
Consultabilità
Completa
Riassunto
In questo lavoro analizzeremo il pensiero di Heidegger nell’interpretazione di alcuni importanti filosofi e studiosi italiani appartenenti alla scuola di Torino: Annibale Pastore, Carlo Mazzantini, Luigi Pareyson, Nicola Abbagnano e Pietro Chiodi.
Nel primo capitolo affrontiamo innanzitutto in generale la storia della recezione italiana del pensiero di Heidegger, dai primi saggi e corsi universitari sull’argomento, risalenti alla fine degli anni venti (Grasselli, Carlini e Grassi), fino agli studi condotti negli ultimi anni ed in particolare la pubblicazione del numero del 1989 di «Archivio di filosofia», dedicato proprio agli studi italiani su Heidegger.
Nel secondo capitolo parliamo della recezione di Heidegger in Annibale Pastore. Si parte dal primo articolo che lo studioso ha dedicato all’argomento, Heidegger, Husserl, Chestov, dove il pensiero del filosofo tedesco viene descritto come una fenomenologia assolutista con un implicito relativismo, per poi proseguire con l’analisi che Pastore fa di Essere e tempo e concludere con le considerazioni che il filosofo torinese esprime in merito all’interpretazione heideggeriana di Kant.
Il terzo capitolo è dedicato invece a Carlo Mazzantini. Prima prendiamo in considerazione la sua lettura espositiva di Essere e tempo, successivamente ci concentriamo sulla sua critica del pensiero heideggeriano dal punto di vista della filosofia neoscolastica ed infine cerchiamo di comprendere se dalla prospettiva di Mazzantini possiamo parlare o meno di realismo in Heidegger.
Nel quarto capitolo è dedicato alla recezione del pensiero heideggeriano in Luigi Pareyson. Prima parliamo del concetto pareysoniano di esistenzialismo, nel quale egli inserisce, per la prima volta tra gli studiosi torinesi, il pensiero di Heidegger, per poi proseguire discutendo sui limiti e sui meriti che Pareyson attribuisce a questo movimento filosofico, e concludere prendendo in esame i principali scritti che lo studioso ha dedicato in particolare al filosofo tedesco.
Il quinto capitolo riguarda invece Nicola Abbagnano: qui per prima cosa prendiamo in considerazione le riflessioni che quest’autore ha espresso in merito al carattere problematico dell’esistenza umana e della realtà in generale, successivamente esponiamo le opinioni del filosofo torinese relativamente a quello che lui chiama “esistenzialismo negativo” (nel quale include il pensiero di Heidegger e di Jaspers) e alla risoluzione che esso proporrebbe della problematicità dell’esistenza in necessità. Infine parliamo dell’alternativa “positiva” dell’esistenzialismo che Abbagnano porta avanti, dove, secondo quest’autore, la problematicità che caratterizza l’esistenza invece di dissolversi nella necessità viene al contrario tutelata dal discorso filosofico.
Nel sesto ed ultimo capitolo trattiamo invece degli studi che Pietro Chiodi ha condotto sul pensiero filosofo tedesco: in particolare parliamo di L’esistenzialismo di Heidegger e L’ultimo Heidegger, ed infine l’importante lavoro critico Esistenzialismo e fenomenologia, dove sono analizzati i complessi rapporti tra il pensiero heideggeriano e quello del maestro Husserl.
Infine, nelle conclusioni, cerchiamo di comprendere quelle che sono le linee guida delle interpretazioni degli autori che abbiamo preso in considerazione, prendiamo in considerazione poi i meriti e i limiti di tali interpretazioni ed infine discutiamo, rispetto ad autori come Pareyson e Abbagnano, di come il confronto con il pensiero heideggeriano abbia contribuito nell’elaborazione della loro personale prospettiva filosofica.
Nel primo capitolo affrontiamo innanzitutto in generale la storia della recezione italiana del pensiero di Heidegger, dai primi saggi e corsi universitari sull’argomento, risalenti alla fine degli anni venti (Grasselli, Carlini e Grassi), fino agli studi condotti negli ultimi anni ed in particolare la pubblicazione del numero del 1989 di «Archivio di filosofia», dedicato proprio agli studi italiani su Heidegger.
Nel secondo capitolo parliamo della recezione di Heidegger in Annibale Pastore. Si parte dal primo articolo che lo studioso ha dedicato all’argomento, Heidegger, Husserl, Chestov, dove il pensiero del filosofo tedesco viene descritto come una fenomenologia assolutista con un implicito relativismo, per poi proseguire con l’analisi che Pastore fa di Essere e tempo e concludere con le considerazioni che il filosofo torinese esprime in merito all’interpretazione heideggeriana di Kant.
Il terzo capitolo è dedicato invece a Carlo Mazzantini. Prima prendiamo in considerazione la sua lettura espositiva di Essere e tempo, successivamente ci concentriamo sulla sua critica del pensiero heideggeriano dal punto di vista della filosofia neoscolastica ed infine cerchiamo di comprendere se dalla prospettiva di Mazzantini possiamo parlare o meno di realismo in Heidegger.
Nel quarto capitolo è dedicato alla recezione del pensiero heideggeriano in Luigi Pareyson. Prima parliamo del concetto pareysoniano di esistenzialismo, nel quale egli inserisce, per la prima volta tra gli studiosi torinesi, il pensiero di Heidegger, per poi proseguire discutendo sui limiti e sui meriti che Pareyson attribuisce a questo movimento filosofico, e concludere prendendo in esame i principali scritti che lo studioso ha dedicato in particolare al filosofo tedesco.
Il quinto capitolo riguarda invece Nicola Abbagnano: qui per prima cosa prendiamo in considerazione le riflessioni che quest’autore ha espresso in merito al carattere problematico dell’esistenza umana e della realtà in generale, successivamente esponiamo le opinioni del filosofo torinese relativamente a quello che lui chiama “esistenzialismo negativo” (nel quale include il pensiero di Heidegger e di Jaspers) e alla risoluzione che esso proporrebbe della problematicità dell’esistenza in necessità. Infine parliamo dell’alternativa “positiva” dell’esistenzialismo che Abbagnano porta avanti, dove, secondo quest’autore, la problematicità che caratterizza l’esistenza invece di dissolversi nella necessità viene al contrario tutelata dal discorso filosofico.
Nel sesto ed ultimo capitolo trattiamo invece degli studi che Pietro Chiodi ha condotto sul pensiero filosofo tedesco: in particolare parliamo di L’esistenzialismo di Heidegger e L’ultimo Heidegger, ed infine l’importante lavoro critico Esistenzialismo e fenomenologia, dove sono analizzati i complessi rapporti tra il pensiero heideggeriano e quello del maestro Husserl.
Infine, nelle conclusioni, cerchiamo di comprendere quelle che sono le linee guida delle interpretazioni degli autori che abbiamo preso in considerazione, prendiamo in considerazione poi i meriti e i limiti di tali interpretazioni ed infine discutiamo, rispetto ad autori come Pareyson e Abbagnano, di come il confronto con il pensiero heideggeriano abbia contribuito nell’elaborazione della loro personale prospettiva filosofica.
File
Nome file | Dimensione |
---|---|
Tesi_Dam...Salvi.pdf | 1.01 Mb |
Contatta l’autore |