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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-04142021-191830


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
DE FILIPPI, DANIELA
URN
etd-04142021-191830
Titolo
IL CONTRIBUTO DICHIARATIVO DELL'INDAGATO, TRA TUTELA DEL DIRITTO AL SILENZIO ED ESIGENZE INVESTIGATIVE
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Prof. Marzaduri, Enrico
Parole chiave
  • contributo dichiarativo
  • interrogatorio
  • diritto al silenzio
  • esigenze investigative
Data inizio appello
03/05/2021
Consultabilità
Tesi non consultabile
Riassunto
Il contributo dichiarativo dell'indagato ha da sempre rivestito un ruolo centrale all'interno delle procedure investigative e processuali. Durante il periodo inquisitorio l'imputato era visto come il depositario di una verità da spremenre e ottenere fino a ricorrere alla tortura; in questa fase era prioritaria l'indagine probatoria, era fondamentale l'accertamento dei fatti pur andando a discapito delle garanzie e dei diritti di difesa dell'imputato stesso. Con il passaggio al sistema accusatorio il quadro cambia e assumono importanza il diritto di difesa,la presunzione di innocenza e il principio del Nemo tenetur se detegere. Con l'entrara in vigore della Costituzione nel 1948 si ha il pieno riconoscimento di una serie di garanzie e diritti fondamentali tra cui l'inviolabilità del diritto di difesa ex art. 24.2° Cost. ricomprendendo il diritto di difesa tecnica e di autodifesa consistente nella facoltà di autodeterminarsi. Assume così ancora più rilievo il diritto al silenzio in virtù del quale l'accusato non può essere costretto a rendere dichiarazioni contra se nel corso del procedimento. Lo stesso principio è riconosciuto dall'art. 14.3° lett.g) del Patto internazionale dei diritti civili e politici e dall'art.6 della CEDU. L'ordinamento prevede varie modalità con cui l'imputato può dare il proprio apporto conoscitivo attraverso le dichiarazioni spontanee e varie tipologie di interrogatorio. E' su questo piano che si incontrano e scontrano il diritto al silenzio e le esigenze investigative che, nella prassi giudiziaria soprattutto in tema di testimonianza a seguito della l. 63/2001, vedono spesso prevalere il principio della non dispersione delle dichiarazioni eteroaccusatorie raccolte nella fase precedente anche a discapito delle facoltà autodifensive dell'imputato stesso.
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