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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-04142015-124145


Tipo di tesi
Tesi di specializzazione (5 anni)
Autore
GAMBINI, FRANCESCO
URN
etd-04142015-124145
Titolo
Il trattamento delle fratture periprotesiche del femore e le sue problematiche: revisione casistica e analisi della letteratura
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
ORTOPEDIA E TRAUMATOLOGIA
Relatori
relatore Prof. Guido, Giulio
Parole chiave
  • Periprotesiche di femore
  • Classificazione di Vancouver
Data inizio appello
19/05/2015
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il trattamento delle fratture periprotesiche dell’anca può rappresentare una sfida unica per la chirurgia ortopedica ricostruttiva. Il trattamento di questo tipo di fratture è spesso impegnativo, complesso e con un forte impatto socio-economico.
Tali fratture possono variare da lesioni minori che non vanno ad inficiare sull’outcome del paziente, fino a determinare gravi disabilità che possono addirittura minare la sopravvivenza stessa del paziente.
Oggigiorno l’indagine statistica da parte di numerosi centri di studio ha evidenziato un significativo incremento del numero di artroprotesi di anca impiantate.
I progressi della chirurgia ortopedica raggiunti negli ultimi anni nel trattamento delle fratture periprotesiche hanno permesso di migliorare l’outcome dei pazienti in maniera significativa. Il trattamento standard attuale per la maggior parte delle fratture periprotesiche è chirurgico di osteosintesi o di revisione dell’impianto protesico, anche se la prevenzione rappresenta comunque ancora il miglior trattamento.L’algoritmo di Vancouver rappresenta un riferimento estremamente affidabile nel guidare il chirurgo verso la strategia terapeutica più adatta, ma non può essere seguito ciecamente nei pazienti con basse aspettative di vita e non in grado di superare procedure chirurgiche più complesse.Quindi il trattamento chirurgico deve essere adattato alla tipologia di paziente considerando le condizioni generali del paziente, la stabilità dello stelo protesico e la configurazione della frattura e il chirurgo ortopedico non deve seguire ciecamente l’algoritmo di trattamento di Vancouver.


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