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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-04142011-185613


Tipo di tesi
Tesi di dottorato di ricerca
Autore
BESHKU, KLODIANA
URN
etd-04142011-185613
Titolo
La Comunità/Unione Europea e la dissoluzione della ex-Jugoslavia. L'intervento in Bosnia-Erzegovina: quali conseguenze per i Balcani Occidentali?
Settore scientifico disciplinare
SPS/06
Corso di studi
GEOPOLITICA
Relatori
tutor Landuyt, Ariane
correlatore Abazi, Enika
Parole chiave
  • soft power
  • riconoscimento degli stati
  • geopolitica dei Balcani
  • comunità internazionale
  • comunità europea
Data inizio appello
10/06/2011
Consultabilità
Completa
Riassunto
Questo lavoro inizia con un panorama generale della storia della formazione dei primi stati balcanici. Perché iniziare con la storia dei Balcani Occidentali? Perché si è discusso tanto sul fatto se la CE/UE avesse preso in considerazione la peculiarità storica ed etnica di questa regione. Per dare una risposta a questi dubbi, ci viene in aiuto un importante federalista di quelli anni. Come scriveva il prof. Sergio Pistone in quelli anni: “La tragedia che sta dilaniando la Jugoslavia dimostra in modo inequivocabile a quali conseguenze distruttive e mostruose conduce l’applicazione del cosiddetto diritto di autodeterminazione nazionale, secondo il quale la salvaguardia delle peculiarità nazionali può fondarsi solo sulla coincidenza di ogni nazione con uno stato. Poiché, salvo rarissime eccezioni, l’Europa (come il resto del mondo) è caratterizzata dalla mescolanza di diversi gruppi linguistici, religiosi, etnici, e così via, entro gli stessi territori, ogni creazione di nuovi stati o spostamento di confini fra stati diretti a creare stati omogenei dal punto di vista nazionale lascerà sempre all’interno dei nuovi confini delle minoranze”. Questa concezione accompagnerà i lavori della Conferenza per la ex - Jugoslavia e anche tutti i piani successivi elaborati dai rappresentanti della Comunità Europea.
Partendo da questa concezione/timore che era presente nella realtà europea dei primi anni novanta, quando si era appena compiuta l’unità della Germania e si stava compiendo la disgregazione dell’impero sovietico, era molto interessante andare a capire l’atteggiamento della CE/UE all’inizio della dissoluzione jugoslava e più precisamente perché essa cambiò questo atteggiamento da sfavorevole alla disgregazione a favorevole ad essa. Non bisogna dimenticare che la Comunità Europea si trovava per la prima volta durante la sua storia alle prese con un conflitto armato, nel momento in cui essa discuteva la bozza di una politica estera e di sicurezza comune. Oltre a questi fatti, bisognava andare a capire quali altri fattori spingevano la CE/UE ad avere quella mancanza di posizione univoca per cui è stata sempre criticata e che come vedremo nelle conclusioni di questa tesi, non sempre a ragione.
Inoltre, la CE/UE ha costituito una forte base giuridica in materia di indipendenza delle repubbliche uscenti da una federazione, ma da sempre esiste la domanda: “Perché questa base giuridica non ha potuto evitare un conflitto così sanguinoso nei Balcani Occidentali che sono pur sempre nel continente europeo e non in Africa ad esempio?” Forse è vera la conclusione della studiosa Calic secondo la quale: In un mondo nel quale la sovranità è intesa come derivante dalla volontà del popolo, l’idea dell’amministrazione portata dall’estero va incontro a quella della sovranità? In questo contesto mi è parso molto interessante andare ad analizzare i vari punti di smacco della politica europea e se questi smacchi dipendevano da fattori interni ad essa, oppure da altri fattori politico-economici esterni.
Un altro fattore poteva essere quello della complessità e della complicazione della realtà jugoslava, con i vari problemi etnici e gli odi antichi che sono stati spiegati nel primo capitolo. La tesi cercherà di spiegare se la CE/UE era alla conoscenza di queste questioni e se i dodici avevano mai pensato di intervenire militarmente nel conflitto, oppure l’avevano ideato ma mai potuto realizzare. Nella prima ipotesi, bisognerebbe considerare che non era chiaro che tipo di ordine politico sarebbe stato in grado di creare un esercito di intervento nella ex – Jugoslavia. Nella seconda, la non realizzazione potrebbe sembrare ovvia per via dell’esistenza soltanto dell’WEO in quel periodo. Per questo motivo, ho cercato di analizzare fino a che punto è stato impegnato la WEO e in quale contesto è stato giustificato il suo impegno.
Un altro punto importante del ruolo della CE/UE nel conflitto è stato quello del suo peso economico e finanziario. Nei casi nei quali le minacce militari non sono sufficienti a influenzare la condotta delle parti, di certo le sanzioni economiche non lo sono, come dimostrò l’esempio bosniaco. Però, spesso, non c’è altra alternativa oltre a quella di basare le strategie per la pace sulle misure economiche. Queste ultime, da un punto di vista di costi-benefici, possono essere più vantaggiose dell’inazione militare. Partendo da questa considerazione, ho cercato di capire ed evidenziare fino a quale punto è stato importante l’influenza della CE/UE prima, durante e dopo il conflitto nella ex - Jugoslavia.
In questo conflitto occupa una parte molto importante la guerra sanguinosa che scoppiò in Bosnia-Erzegovina durante il periodo 1992-1995. Il ruolo e l’atteggiamento della Comunità internazionale durante questo conflitto fu di un grande significato nella connotazione negativa del termine, poiché la comunità internazionale non fu in grado di fare cessare le maggiori massacri umani che ebbero luogo nel territorio bosniaco. In questo contesto, sarebbe stato un errore analizzare la posizione della Comunità/Unione Europea, al di fuori del contesto internazionale. L’atteggiamento degli attori coinvolti nei conflitti così come l’atteggiamento della comunità internazionale nei confronti di questi attori dipende non solo dai ruoli di fatto che gli attori intraprendono, ma anche dall’etichetta (il tipo di denominazione) con la quale viene identificato il conflitto. L’atteggiamento europeo non poteva essere tirato fuori dalla realtà globale che circondava il conflitto, ma doveva essere visto in relazione a quello che stava succedendo all’interno della Comunità/Unione Europea. Di conseguenza, durante il mio lavoro, si avrà spesso a che fare con degli assi paralleli che includono la situazione in seno alla CE/UE, alle Nazioni Unite, agli USA, alla Russia e nello stesso tempo alla situazione del conflitto nel terreno bosniaco, in Serbia e in Croazia.
I documenti usati per l’elaborazione di questa tesi, oltre ai volumi e ai saggi pubblicati durante tutti questi anni, sono stati anche i bollettini ufficiali reperiti al Centro di Archivio sull’Unione Europea dell’Università di Siena ai fondi di Angel Viñas e Helen Wallace dell’Archivio dell’Unione Europea di Firenze. Il periodo dei primi rapporti sulla CEE-Jugoslavia è stato del tutto ricostruito sulla base delle suddetti fonti, poiché non esistono ancora dei volumi pubblicati in materia.
Nei documenti ufficiali della Comunità/Unione Europea sono stati molto utili i Bollettini Ufficiali pubblicati dalla CE/UE ad ogni anno, che hanno fornito un’informazione completa per quanto riguarda le conclusioni dei Consigli europei, i finanziamenti e gli investimenti verso la ex - Jugoslavia e le repubbliche uscenti, gli aiuti umanitari durante il conflitto, le attività del Parlamento europeo e della Commissione, le quali si potevano evincere dalle varie risoluzioni e decisioni, ed infine la descrizione di alcuni riunioni importanti a livello ministeriale in politica estera.
Per quanto riguarda i documenti degli archivi reperiti presso l’archivio dell’Unione Europea di Firenze, essi sono stati utili per delineare la posizione di alcuni stati membri all’interno della CE/UE come ad esempio quella della Francia, della Germania e della Gran Bretagna e anche di alcuni altri attori come le Nazioni Unite, la Russia e gli Stati Uniti. Queste posizioni sono state facili da dedurre dalla corrispondenza di Angel Viñas fra le CE/UE e l’ONU. Questa corrispondenza ha fatto da testimone dei rapporti CE/UE-ONU e ONU-NATO durante il conflitto bosniaco, e non solo. Essa è stata utilizzata per meglio descrivere l’attività dei negoziati per il piano Vance-Owen, per la soluzione del conflitto fra la Grecia e la Macedonia, per la situazione nel terreno della guerra in Bosnia-Erzegovina, per le vicende dell’intervento della NATO nel 1994, per l’attività di Izetbegović, quelle del commissario Van Den Broek, eccetera.
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