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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-04132022-140003


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
NIKOLLI, AGUSTIN
URN
etd-04132022-140003
Titolo
Il processo di adesione all'Unione Europea dei paesi dei Balcani occidentali
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Prof. Marinai, Simone
Parole chiave
  • criteri di Copenaghen
  • allargamento
  • processo di adesione
  • Balcani occidentali
Data inizio appello
02/05/2022
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
02/05/2092
Riassunto
All’indomani della Seconda guerra mondiale, i singoli Stati decisero di avviare, sotto l’influenza e spinta statunitense, quel progetto politico ed economico sovranazionale comune, desiderato fortemente per impedire il ripetersi di tali tragedie e per riunire i popoli divisi. I valori europei favorirono e consentirono l’allargamento verso molti paesi che volevano il consolidamento della pace, la conservazione della democrazia e la stabilità in tutto il continente. Il processo permanente di riprogettazione dell’edificio europeo, l’evoluzione continua delle sue istituzioni, persiste come caratteristica intrinseca dello sviluppo europeo, come adeguamento degli strumenti giuridici agli obiettivi comuni. Dopo l’adesione della Croazia nel 2013 si è verificata (ed è tuttora in corso) una lunga stagione di stasi politica, di rinvii continui di decisioni che obbligano i Balcani occidentali a restare in attesa. Sebbene l’UE abbia progressivamente allargato i propri confini esterni ed eliminato le frontiere interne per favorire la circolazione delle persone, merci, capitali e servizi, permangono comunque delle frontiere, proprio all’interno dell’UE, costituite dai paesi balcanici. Il presente lavoro muove dall’idea di fornire un quadro chiaro e tendenzialmente completo del processo di adesione in generale, proiettato sui singoli paesi. La struttura dell’elaborato è divisa in 3 capitoli con i rispettivi paragrafi e idealmente si hanno 2 parti: quella statica che riguarda la prospettiva storica e istituzionale consolidata e quella dinamica ossia il percorso di adattamento/allineamento all’UE dei paesi candidati che è in continua evoluzione. La lettura comparata del primo e del terzo capitolo rivela le profonde divergenze ideologiche dei 2 blocchi (occidentale e sovietico), un processo di costruzione/integrazione nel primo e un processo di distruzione/dissoluzione nel secondo, le influenze intermittenti reciproche, fino all’attrazione dei paesi satelliti dell’URSS e della Jugoslavia nell’orbita europea. Il progetto di Ventotene, un progetto politico che non ebbe seguito, fu determinante nell’alimentare una visione sovranazionale, che si tradusse finalmente nella CECA e nei successivi allargamenti realizzatosi nel tempo. Il processo di allargamento, inizialmente, non poteva operare a causa della cortina di ferro e ai numerosi regimi dittatoriali insediatosi negli Stati vicini. Col passare degli anni e con la democratizzazione dei paesi la comunità si espande, le politiche comuni producono una grande crescita economica, prosperità e benessere. Dall’altro lato, si contrappone il modello sovietico, un’economia centralizzata, chiusa, che a lungo andare era destinata a deteriorarsi e consegna alla comunità internazionale paesi arretrati, conflittuali (nel caso della Jugoslavia) che generano le guerre balcaniche. La risoluzione della questione orientale ha avuto un ruolo decisivo nella costruzione degli stati balcanici e una corresponsabilità internazionale (UE, ONU e NATO) nella rinascita come stati nazionali. L’Europa ha notevolmente contribuito a modellare gli sviluppi sociali e guidato la trasformazione dall’economia. Nel secondo capitolo si evidenziano i requisiti per candidarsi e far parte dell’UE: i criteri di Copenaghen (politico, economico e acquis comunitario) che sono delle scatole cinesi ovvero a loro volta contengono all’interno ulteriori qualità specifiche che gli Stati candidati devono possedere, assimilare, rispettare e preservare. Si fornisce il quadro giuridico del processo di adesione cercando di cogliere i riflessi e la profonda incisività all’interno dell’ordinamento nazionale, le modalità di attuazione di singoli strumenti predisposti dall’UE. L’ultimo capitolo si apre con un excursus storico cercando di fornire un panorama generale della regione e particolareggiata dei paesi, le debolezze strutturali, i miglioramenti e i risultati conseguiti (dal punto di vista politico, giuridico ed economico) dall’inizio delle relazioni (formali e sostanziali) con l’UE fino ad oggi. Lo schema adottato per descrivere la convergenza è quello del segmento ossia analizzando le due estremità, le condizioni di partenza (in un determinato momento) e i progressi raggiunti sino al 2021. Ogni paese della regione ha le sue peculiarità, ma l’approccio europeo (consolidatosi ultimamente) tende a considerarli in coppia ovvero in base all’avanzamento/adattamento graduale all’acquis europeo: Bosnia-Erzegovina e Kosovo, Macedonia del Nord e Albania, Montenegro e Serbia. Infine, la nuova metodologia adottata dall’UE si prefigge l’obiettivo di rendere la prospettiva europea più credibile, dinamica e prevedibile per i Balcani occidentali.
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