Tesi etd-04122019-122318 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
DILORENZO, CARLO
URN
etd-04122019-122318
Titolo
Il caso Alitalia: crisi, errori strategici e possibilita di rilancio
Dipartimento
ECONOMIA E MANAGEMENT
Corso di studi
STRATEGIA, MANAGEMENT E CONTROLLO
Relatori
relatore Prof. Castellano, Nicola Giuseppe
Parole chiave
- Alitalia
- crisi aziendale
- errori strategici
- rilancio aziendale
Data inizio appello
02/05/2019
Consultabilità
Completa
Riassunto
Nel presente elaborato viene analizzata l'attuale crisi di Alitalia nella sua globalità, sia inserendo la vicenda nel più ampio contesto del trasporto aereo, con frequenti comparazioni con i più importanti competitor, sia facendo qualche collegamento, anche se appena accennato, alla situazione politica, economica e sociale in cui la stessa è maturata ed attualmente si muove.
Nel capitolo primo vengono ripresi tutta una serie di concetti teorici, dalla definizione di crisi, alle cause della crisi, per arrivare poi al concetto di turnaround, alle condizioni che devono sussistere per far sì che il rilancio della combinazione economico-produttiva, nel caso di specie, si configuri quale soluzione più logica rispetto alle possibili alternative del fallimento/liquidazione o della vendita.
Nel capitolo secondo viene rappresentato un breve excursus sulla storia di Alitalia e sulle ricorrenti crisi cui la compagnia si è trovata a dover affrontare dalla nascita sino ai giorni nostri.
Nel capitolo terzo, invece, vengono analizzate le cause delle crisi che negli anni hanno coinvolto la compagnia, individuando le stesse nei costi “fuori controllo” e nel modello di business adottato. Viene pertanto scagionato quello che sembrava essere il principale imputato, ossia, il costo del lavoro.
Il capitolo, poi, si chiude con un breve cenno in merito alle responsabilità aziendali.
L’analisi dei “costi fuori controllo” e del modello di business ha come riferimento temporale il periodo precedente al biennio commissariale (2017-2018).
In particolar modo, le considerazioni sono fatte assumendo come riferimento il 2015, anno di pubblicazione dell’ultimo bilancio di Alitalia.
Tale scelta è finalizzata ad analizzare la situazione della compagnia pre-commissariamento; capire perché la crisi si è accentuata sino a determinare lo stato di insolvenza ed il commissariamento.
Nel capitolo quarto viene analizzato il biennio attinente alla gestione commissariale (2017-2018), illustrando la situazione in cui versa la Compagnia per ciascuno dei due anni e, allo stesso tempo, cercando di capire il perché di una crisi in un settore, quello del trasporto aereo, in continua crescita in quegli anni, anche nel nostro Paese.
Nel capitolo quinto vengono analizzate le prospettive di possibile soluzione della crisi di Alitalia, valutando le diverse opzioni per i decisori pubblici.
Si prospettano tre possibili esiti: il primo è quello di vendere Alitalia, il secondo è quello di cessare l’attività con la chiusura della compagnia; il terzo è, infine, ristrutturarla.
Il fallimento dell’azienda con la sua chiusura è l’ipotesi peggiore, date le enormi conseguenze che genererebbero sui livelli occupazionali, i costi sociali e di finanza pubblica, con l’affidamento quasi esclusivo dell’offerta di trasporto aereo sui cieli italiani ad imprese battenti bandiera estera.
Per evitare tali conseguenze l’amministrazione straordinaria aveva sin dall'inizio due percorsi a disposizione: uno, vendere direttamente Alitalia ad un soggetto economico che si sarebbe incaricato di ristrutturarla, oppure, in alternativa, prima ristrutturare Alitalia, o quanto meno elaborare ed avviare un piano di ristrutturazione, per poi eventualmente cedere il vettore a un nuovo soggetto economico.
Tuttavia, il governo ha indirizzato da subito la gestione commissariale verso una rapida cessione, precludendo la seconda ipotesi.
Nell'arco dei quasi due anni della gestione commissariale la cessione della compagnia non è, tuttavia, andata in porto, né sembra essere vicina, neppure qualora il governo desiderasse confermarla nuovamente.
Alitalia, comunque, dopo i buoni risultati ottenuti durante la gestione commissariale, è tornata ad essere appetibile; il problema, però, resta il tempo.
Sullo sfondo ritroviamo il prestito ponte da restituire entro giugno.
Se questo percorso volto alla cessione, così come trapela alla luce delle informazioni disponibili sulla compagnia al 31/03, dovesse volgere al termine con esito negativo, restano gli altri due possibili scenari, dei quali l’unico di segno positivo è quello della ristrutturazione.
Esso verrebbe tuttavia avviato dopo aver lasciato trascorrere inutilmente oltre un anno per intraprendere una strada - quella della cessione – priva di visibili e possibili vie d’uscita.
L’ultimo capitolo, infine, analizza quella che, a mio avviso, potrebbe costituire una possibile via d’uscita e di risoluzione alla situazione attuale, rappresentata non tanto dall'alternativa “nazionalizzazione o privatizzazione”, quanto piuttosto dall'adozione di un nuovo modello di business con specifiche peculiarità, nonché da una visione centralistica del cliente e dalla formulazione di una revenue management basata su una nuova idea di prezzo.
Nel capitolo primo vengono ripresi tutta una serie di concetti teorici, dalla definizione di crisi, alle cause della crisi, per arrivare poi al concetto di turnaround, alle condizioni che devono sussistere per far sì che il rilancio della combinazione economico-produttiva, nel caso di specie, si configuri quale soluzione più logica rispetto alle possibili alternative del fallimento/liquidazione o della vendita.
Nel capitolo secondo viene rappresentato un breve excursus sulla storia di Alitalia e sulle ricorrenti crisi cui la compagnia si è trovata a dover affrontare dalla nascita sino ai giorni nostri.
Nel capitolo terzo, invece, vengono analizzate le cause delle crisi che negli anni hanno coinvolto la compagnia, individuando le stesse nei costi “fuori controllo” e nel modello di business adottato. Viene pertanto scagionato quello che sembrava essere il principale imputato, ossia, il costo del lavoro.
Il capitolo, poi, si chiude con un breve cenno in merito alle responsabilità aziendali.
L’analisi dei “costi fuori controllo” e del modello di business ha come riferimento temporale il periodo precedente al biennio commissariale (2017-2018).
In particolar modo, le considerazioni sono fatte assumendo come riferimento il 2015, anno di pubblicazione dell’ultimo bilancio di Alitalia.
Tale scelta è finalizzata ad analizzare la situazione della compagnia pre-commissariamento; capire perché la crisi si è accentuata sino a determinare lo stato di insolvenza ed il commissariamento.
Nel capitolo quarto viene analizzato il biennio attinente alla gestione commissariale (2017-2018), illustrando la situazione in cui versa la Compagnia per ciascuno dei due anni e, allo stesso tempo, cercando di capire il perché di una crisi in un settore, quello del trasporto aereo, in continua crescita in quegli anni, anche nel nostro Paese.
Nel capitolo quinto vengono analizzate le prospettive di possibile soluzione della crisi di Alitalia, valutando le diverse opzioni per i decisori pubblici.
Si prospettano tre possibili esiti: il primo è quello di vendere Alitalia, il secondo è quello di cessare l’attività con la chiusura della compagnia; il terzo è, infine, ristrutturarla.
Il fallimento dell’azienda con la sua chiusura è l’ipotesi peggiore, date le enormi conseguenze che genererebbero sui livelli occupazionali, i costi sociali e di finanza pubblica, con l’affidamento quasi esclusivo dell’offerta di trasporto aereo sui cieli italiani ad imprese battenti bandiera estera.
Per evitare tali conseguenze l’amministrazione straordinaria aveva sin dall'inizio due percorsi a disposizione: uno, vendere direttamente Alitalia ad un soggetto economico che si sarebbe incaricato di ristrutturarla, oppure, in alternativa, prima ristrutturare Alitalia, o quanto meno elaborare ed avviare un piano di ristrutturazione, per poi eventualmente cedere il vettore a un nuovo soggetto economico.
Tuttavia, il governo ha indirizzato da subito la gestione commissariale verso una rapida cessione, precludendo la seconda ipotesi.
Nell'arco dei quasi due anni della gestione commissariale la cessione della compagnia non è, tuttavia, andata in porto, né sembra essere vicina, neppure qualora il governo desiderasse confermarla nuovamente.
Alitalia, comunque, dopo i buoni risultati ottenuti durante la gestione commissariale, è tornata ad essere appetibile; il problema, però, resta il tempo.
Sullo sfondo ritroviamo il prestito ponte da restituire entro giugno.
Se questo percorso volto alla cessione, così come trapela alla luce delle informazioni disponibili sulla compagnia al 31/03, dovesse volgere al termine con esito negativo, restano gli altri due possibili scenari, dei quali l’unico di segno positivo è quello della ristrutturazione.
Esso verrebbe tuttavia avviato dopo aver lasciato trascorrere inutilmente oltre un anno per intraprendere una strada - quella della cessione – priva di visibili e possibili vie d’uscita.
L’ultimo capitolo, infine, analizza quella che, a mio avviso, potrebbe costituire una possibile via d’uscita e di risoluzione alla situazione attuale, rappresentata non tanto dall'alternativa “nazionalizzazione o privatizzazione”, quanto piuttosto dall'adozione di un nuovo modello di business con specifiche peculiarità, nonché da una visione centralistica del cliente e dalla formulazione di una revenue management basata su una nuova idea di prezzo.
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