Tesi etd-04102017-125117 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
BELCASTRO, CATERINA
URN
etd-04102017-125117
Titolo
Value at Risk
tecnica di asset allocation per la misurazione dei rischi di mercato:
ANALISI SIMULATIVA
Dipartimento
ECONOMIA E MANAGEMENT
Corso di studi
BANCA, FINANZA AZIENDALE E MERCATI FINANZIARI
Relatori
relatore Prof. Vannucci, Emanuele
Parole chiave
- expected shortfall
- value at risk
Data inizio appello
08/05/2017
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il presente lavoro ha lo scopo di evidenziare, attraverso una analisi simulativa, le caratteristiche di VaR e Expected Shortfall. Misure di rischio che nascono nell’ambito delle tecniche di asset allocation, di supporto al risk management per una ottimale allocazione delle risorse finanziarie. Il VaR viene adottato dalle autorità di vigilanza bancarie, in ambito prudenziale, per il calcolo dei requisiti patrimoniali a fronte del rischio di mercato.
L’analisi parte dalla disciplina bancaria evidenziando i motivi per cui, anche a livello prudenziale, vengono considerati validi i modelli interni di misurazione del rischio e successivamente pone in analisi le caratteristiche di questi strumenti di supporto nell’allocazione delle risorse finanziarie.
Il Rischio di Mercato è definito dallo stesso Comitato come il rischio connesso ad una variazione del prezzo di mercato di uno strumento finanziario a seguito di variazioni inattese nei fattori di mercato.
Le banche utilizzavano tecniche di misurazione proprie per il rischio di mercato, i cosiddetti modelli interni, maggiormente risk sensitive rispetto ai modelli predisposti in ambito prudenziale, quindi molto più accurati. Nel 1996, un emendamento a Basilea 1, adotta i modelli interni come modelli alternativi per la misurazione del rischio di mercato, concedendo alle banche la possibilità di avvalersi di propri modelli per il calcolo dei requisiti patrimoniali previsti a fronte del rischio di mercato, rispettando una serie di requisiti qualitativi e quantitativi, previa autorizzazione da parte delle autorità di vigilanza.
L’analisi prende in considerazione le caratteristiche di questi due strumenti, Value at Risk ed Expected Shortfall, attraverso una serie di portafogli ipotetici che ne evidenziano pregi e difetti. Vengono presi in considerazione una serie di titoli, rappresentativi dei vari mercati e dei vari settori economici, attraverso una serie di simulazioni vengono analizzati i risultati su VaR ed ES.
Le critiche poste nei confronti dei modelli VaR derivano dalla mancata comprensione della finalità dello strumento, che nasce come uno modello ‘guida’ per il risk management nelle tecniche di asset allocation, e non come uno strumento meccanico in grado di evitare il fallimento nelle attività di mercato mobiliare. Le analisi simulative effettuate evidenziano come in molti casi il VaR resti uno strumento valido per il supporto del risk management e in altri casi, come questo strumento possa essere integrato da un ulteriore tecnica di asset allocation quale l’Expected Shortfall, in grado di colmare le lacune dei modelli VaR.
L’analisi parte dalla disciplina bancaria evidenziando i motivi per cui, anche a livello prudenziale, vengono considerati validi i modelli interni di misurazione del rischio e successivamente pone in analisi le caratteristiche di questi strumenti di supporto nell’allocazione delle risorse finanziarie.
Il Rischio di Mercato è definito dallo stesso Comitato come il rischio connesso ad una variazione del prezzo di mercato di uno strumento finanziario a seguito di variazioni inattese nei fattori di mercato.
Le banche utilizzavano tecniche di misurazione proprie per il rischio di mercato, i cosiddetti modelli interni, maggiormente risk sensitive rispetto ai modelli predisposti in ambito prudenziale, quindi molto più accurati. Nel 1996, un emendamento a Basilea 1, adotta i modelli interni come modelli alternativi per la misurazione del rischio di mercato, concedendo alle banche la possibilità di avvalersi di propri modelli per il calcolo dei requisiti patrimoniali previsti a fronte del rischio di mercato, rispettando una serie di requisiti qualitativi e quantitativi, previa autorizzazione da parte delle autorità di vigilanza.
L’analisi prende in considerazione le caratteristiche di questi due strumenti, Value at Risk ed Expected Shortfall, attraverso una serie di portafogli ipotetici che ne evidenziano pregi e difetti. Vengono presi in considerazione una serie di titoli, rappresentativi dei vari mercati e dei vari settori economici, attraverso una serie di simulazioni vengono analizzati i risultati su VaR ed ES.
Le critiche poste nei confronti dei modelli VaR derivano dalla mancata comprensione della finalità dello strumento, che nasce come uno modello ‘guida’ per il risk management nelle tecniche di asset allocation, e non come uno strumento meccanico in grado di evitare il fallimento nelle attività di mercato mobiliare. Le analisi simulative effettuate evidenziano come in molti casi il VaR resti uno strumento valido per il supporto del risk management e in altri casi, come questo strumento possa essere integrato da un ulteriore tecnica di asset allocation quale l’Expected Shortfall, in grado di colmare le lacune dei modelli VaR.
File
Nome file | Dimensione |
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Tesi_VaR.pdf | 3.25 Mb |
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