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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-04102014-111857


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
PECCIA, LUIGI
URN
etd-04102014-111857
Titolo
Mosella e De reditu suo: viaggio e riaffermazione della propria identità culturale
Dipartimento
FILOLOGIA, LETTERATURA E LINGUISTICA
Corso di studi
SCIENZE DELL'ANTICHITA'
Relatori
relatore Dott.ssa Tommasi Moreschini, Chiara Ombretta
Parole chiave
  • Gallia
  • Roma
  • Rutilio Namaziano
  • Ausonio
  • Impero
  • Cambiamento
  • Tradizione
  • Conservazione
  • Presente
  • Passato.
  • Barbarie
  • Stile di vita
  • Civiltà
  • Treviri
  • Invasioni
  • Crisi
  • Ideologia
Data inizio appello
26/05/2014
Consultabilità
Completa
Riassunto
L’elaborato si propone un confronto fra La Mosella di Ausonio e il De reditu suo di Rutilio Namaziano. Nel primo capitolo viene analizzata la Mosella. L’opera viene inquadrata cronologicamente (contesto storico in cui venne scritta) e letterariamente (forma e genere letterario). Si passa poi a mettere in evidenza alcune tematiche che appaiono centrali: la contrapposizione tra “civiltà” e “barbarie” (incarnate rispettivamente nel paesaggio mosellano e nelle zone a ridosso del limes renano); l’intenzione di inserire la regione mosellana in una tradizione ideologica (romanitas) e letteraria (letteratura pagana classica). Tutto concorre a definire l’opera ausoniana come testimonianza di un’ideologia conservatrice, propria di un ceto sociale che, in un’epoca di grande cambiamento, si vedeva minacciato. Il secondo capitolo è dedicato all’analisi del De reditu suo. Come per la Mosella, si procede inquadrando l’opera dal punto di vista cronologico e letterario. Si passa poi ad enucleare alcune tematiche principali, soffermandoci sulle sezioni digressive, cioè gli elogi e le invettive. Come per Ausonio, emerge un mondo diviso tra “civiltà” (Rutilio stesso e suo padre Lacanio; la serie di amici e conoscenti incontrati durante il viaggio; la città di Roma, in contrapposizione alle regioni devastate della Gallia) e “barbarie” (i Goti; i monaci; gli Ebrei; Stilicone). Anche Rutilio, attraverso una rigida categorizzazione, intende riaffermare un’identità culturale, in un momento in cui essa sembrava ancor più minacciata che al tempo di Ausonio, essendo stata Roma stessa saccheggiata dai Goti pochi anni prima della stesura dell’opera. L’ultimo capitolo è dedicato ad un confronto fra le due opere. Partendo da alcuni loci paralleli si possono rilevare alcune somiglianze che ci portano a credere che Rutilio avesse ben presente l’opera ausoniana. Tali somiglianze, non si limitano a piccole sezioni testuali, ma ad intere scene, che sembrano condividere uno stesso impianto ideologico. Si può, dunque, concludere che, al di là delle similitudini testuali, i due poeti sembrano avere, in un certo senso, una comune ispirazione.
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