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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-04092013-115635


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
TALARICO, GIOVANNA
URN
etd-04092013-115635
Titolo
SVILUPPO DI UN MODELLO PRECLINICO DI LEUCEMIA PROMIELOCITICA UMANA IN TOPI NSG: CARATTERIZZAZIONE IMMUNOFENOTIPICA, MOLECOLARE E CITOGENETICA
Dipartimento
BIOLOGIA
Corso di studi
BIOLOGIA APPLICATA ALLA BIOMEDICINA
Relatori
relatore Prof.ssa Nardi, Irma
relatore Dott. Bertolini, Francesco
Parole chiave
  • Leucemia promielocitica acuta
  • NSG
Data inizio appello
29/04/2013
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
29/04/2053
Riassunto
La leucemia promielocitica acuta (APL) è un sottotipo distinto di leucemia mieloide acuta (AML) classificata come variante M3, secondo la classificazione FAB.
La APL è caratterizzata dalla presenza della traslocazione reciproca bilanciata tra i cromosomi 15 e 17, t(15;17)(q22;q21). Questa traslocazione dà luogo alla formazione di una proteina anomala di fusione chiamata PML/RARalfa che coinvolge il gene promielocitico (PML) e il gene che codifica per il recettore alfa dell’acido retinoico (RARalfa) presenti rispettivamente sul cromosoma 15 e 17. L’espressione della proteina determina un blocco maturativo delle cellule della linea mieloide che si arrestano allo stadio di promielocita, provocando un accumulo a livello midollare delle medesime. Le cellule leucemiche, per la presenza di questa alterazione, sono sensibili all’effetto differenziante dell’acido retinoico: tale sostanza, data a dosi farmacologiche, induce maturazione cellulare e differenziazione. La scoperta della sensibilità di questa forma di leucemia all’acido retinoico e lo sviluppo di schemi di trattamento che prevedono l’associazione dell’acido retinoico alla chemioterapia convenzionale, ha modificato drammaticamente la prognosi di questa malattia, che era fino a poco tempo fa considerata a prognosi infausta. La terapia convenzionale che prevede associazione di chemioterapici e acido retinoico, però, benché possa portare ad alte percentuali di guarigione, si associa a una tossicità importante che se non trattata può risultare mortale. Lo scopo di questo lavoro di tesi è quello di sviluppare un modello preclinico di APL che possa permettere lo studio di nuovi farmaci e quindi consentire nuovi approcci terapeutici. Cellule primarie provenienti da sangue periferico di un paziente affetto da APL vengono inoculate in topi NOD-SCID IL2-Rγ –null; la progressione della malattia viene monitorata valutando la presenza di cellule CD45+ umane nel sangue periferico del topo ricevente attraverso un prelievo caudale di sangue effettuato ogni 25-30 giorni dopo l’inoculo e processato mediante metodiche di citofluorimetria a flusso. Il sacrificio degli animali avviene nel momento in cui i medesimi mostrano segni visibili di aggravamento della malattia confermata dalle informazioni che provengono dall’analisi citofluorimetriche sul sangue periferico (l’attecchimento fino ad ora osservato ammonta a circa l’80%). Dopo il sacrificio cellule di sangue periferico, midollo osseo e milza vengono isolate per l’esecuzione di analisi effettuate con diverse tecniche. Viene eseguita l’analisi morfologica facendo uno striscio di sangue periferico e colorando i vetrini con il metodo May Grünwald – Giemsa per evidenziare la presenza di blasti mieloidi. La traslocazione t(15;17) viene individuata grazie all’analisi citogenetica mentre l’analisi immunofenotipica ci permette di identificare la popolazione leucemica in base alla presenza sulla superficie delle cellule di antigeni specifici per il clone promielocitico (CD34-, CD66b+, CD13+,CD33+, CD11b-, CD16b-) e infine analisi molecolare per valutare l’espressione del gene PML/RAR alfa nelle tre forme (bcr1, bcr2, bcr3). Questo tipo di approccio preclinico che consente lo sviluppo di un nuovo modello di APL potrà apportare nuove informazioni riguardo alla evoluzione di questo tipo di patologia in un modello murino derivato da cellule primarie presentante caratteristiche più specifiche rispetto a quelli precedentemente ottenuti utilizzando cellule provenienti da linee cellulari immortalizzate.

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