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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-04092010-193205


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
CAPETTINI, EMILIO CARLO MARIA
URN
etd-04092010-193205
Titolo
Precettistica erotica, distacco gnomico e ironia romanzesca in Achille Tazio
Dipartimento
LETTERE E FILOSOFIA
Corso di studi
SCIENZE DELL'ANTICHITA'
Relatori
relatore Prof.ssa Mirto, Maria Serena
Parole chiave
  • Achille Tazio
  • Leucippe e Clitofonte
  • Tersandro
  • caratterizzazione
  • sententiae
  • intertestualità
Data inizio appello
26/04/2010
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
26/04/2050
Riassunto
Dopo essere stati considerati, per più di un secolo, opere minori e prive di originalità, i romanzi greci si sono rivelati documenti preziosi dell’evoluzione del gusto letterario e dei mutamenti sociali e culturali che hanno avuto luogo in Grecia e nell’Oriente durante la dominazione romana.
Il Leucippe e Clitofonte, composto, molto verosimilmente, nel II secolo d.C. da Achille Tazio, si è imposto all’attenzione degli studiosi per la focalizzazione inconsueta e per le trasformazioni ironiche cui sono sottoposti alcuni degli elementi distintivi di questo nuovo genere e, dal nostro punto di vista, necessari per la sua definizione. Anche il disegno dei personaggi di questo romanzo è stato oggetto di un rinnovato interesse; quelle figure che, nell’Ottocento, furono paragonate ad automi o a larve prive di vita sono ora apprezzate per la loro freschezza e la loro verosimiglianza.
Solo Tersandro, marito della disinibita Melite e corteggiatore tenace di Leucippe, è stato escluso da questa radicale rivalutazione. Una falsa etimologia del suo nome ha indotto alcuni degli studiosi più recenti a fornire un’interpretazione semplicistica e a prima vista esauriente del suo personaggio: egli sarebbe solo un iracondo incapace di dominare le proprie emozioni, incarnazione stereotipata della possessività amorosa e della gelosia.
Se si accantonano, però, i pregiudizi etimologici e si considerano soltanto le scene in cui Tersandro è coinvolto, a emergere è il ritratto di una figura complessa e affascinante. Impegnato nel duplice ruolo di marito tradito e di innamorato ingenuo e speranzoso, il rivale di Clitofonte non esita a ricorrere alla violenza per difendere ciò che ritiene suo, ma, al contempo, appare perfettamente in grado di controllare le proprie pulsioni e di asservirle alla realizzazione di studiate strategie seduttive. I suoi sforzi, comicamente contrapposti all’atteggiamento passivo del protagonista, sono però destinati fin dal principio all’insuccesso e sono fatti, a più riprese, bersaglio dell’ironia dell’autore.
Per proporre un’interpretazione più piena della figura di Tersandro, si prenderà in esame la strategia narrativa adottata da Achille Tazio, con particolare attenzione alle numerose sententiae presenti nel romanzo, alla componente allusiva che arricchisce la narrazione e, infine, alle dinamiche testuali grazie a cui sono plasmati gli altri personaggi, prima fra tutti Melite. Mentre questa donna intraprendente riesce a piegare le resistenze del protagonista e ad appagare il proprio desiderio, vincendo così una delle “regole” più ferree dei romanzi d’amore e d’avventure, Tersandro è costretto a vedere tutte le sue speranze rivelarsi vane; ciò non significa, però, che egli possa essere ritenuto una scialba riproduzione del tipico antagonista romanzesco. La sua oscillazione tra impulsività e autocontrollo, ira e amore, ingenuità e astuzia, irrisolta fino alla sua precipitosa uscita dalla scena narrativa, mette bene in rilievo l’atteggiamento ironico e disincantato di cui Achille Tazio dà prova nel suo romanzo.
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