• Arnheim
• Goodman
• imitazione (imitation)
• Merleau-Ponty
• percezione (perception)
• profondità (depth)
• rappresentazione (representation)
• somiglianza (resemblance)
• übersichtliche Darstellung
• visione (vision)
• Vorstellung
• Wittgenstein

Il presente lavoro intende proporre un ripensamento della nozione di rappresentazione mediante i concetti di rappresentazione perspicua e profondità. L'Introduzione ha voluto mettere in luce le ambiguità e le fallacie di quei paradigmi teorici con i quali, storicamente, la questione della rappresentazione è stata messa a tema; segnatamente, si è insistito sull'inconsistenza delle teorie della rappresentazione fondate sui concetti di somiglianza ed imitazione tramite le argomentazioni addotte da N. Goodman e M. Merleau-Ponty in sede teoretica e E.H. Gombrich e R. Arnheim nell'ambito degli studi visuali. Il primo capitolo ha voluto indagare la ricchezza semantica del termine "rappresentazione" a partire da un'analisi dei significati dei lemmi “Vorstellung” e “Darstellung”. In questo modo, abbiamo voluto porre nella wittgensteiniana übersichtliche Darstellung (rappresentazione perspicua) l'essenza della rappresentazione per come noi la intendiamo. Tale übersichtliche Darstellung si configura come paradigma normativo di riferimento attraverso il quale ricondurre la molteplicità del reale ad unità immanente, sì che essa è, fondamentalmente, immagine della differenza che si manifesta nella trama delle relazioni fra le cose. Nel secondo capitolo, il senso della rappresentazione come perspicuità dei rapporti viene ulteriormente squadernato mediante il concetto di profondità (centrale nel lavoro di M. Merleau-Ponty), intendendo quest'ultima non soltanto come una mera variazione della larghezza, ma come motore e propellente per lo sviluppo del reale in quanto coacervo ontico fatto di infinite commessure. Così facendo, abbiamo voluto dimostrare come l'agenza della rappresentazione sia equivalente all'attività della profondità: ambedue plasmano e significano il mondo attraverso un'opera di creazione e distruzione dei nessi tra tutto quel che si dà alla coscienza. Alla fine del capitolo e nell'Appendice, abbiamo ancor più enucleato il senso del lavoro della profondità servendoci dei contributi artistici di Rembrandt, Klee, Cézanne, Giacometti, Rothko, Proust, in modo tale da offrire una "prova estetica" a tutto quanto avevamo sostenuto in ambito teoretico.

This work aims to suggest a reflection on the notion of representation through the concepts of surveyable representation and depth. The Introduction highlighted the ambiguities and the fallacies of those theoretic paradigms with which, historically, the representation’s issue has been treated; notably, we insisted on the insubstantiality of theories founded on resemblance and imitation via N. Goodman and M. Merleau-Ponty in theoretical field and E.H. Gombrich and R. Arnheim in visual studies. The first chapter aimed to examine the value of the term “representation” by analysing the meanings of the words “Vorstellung” and “Darstellung”. In this way, we put in Wittgenstein’s übersichtliche Darstellung (surveyable representation) the essence of representation. The übersichtliche Darstellung is a normative archetype with which we can subsume the variety of the reality under an immanent unity; thus, surveyable representation is, fundamentally, the image of the difference which we can perceive in the weave of the connections between things. In the second chapter, the sense of the representation as perspicuity of the connections is further spread open by the concept of depth (very important in Merleau-Ponty’s work), which is not simply a variation of the width, but also the power for the development of the reality as the whole of the things which are related by infinite bonds. Thus, we demonstrated how representation’s agency is equal to depth’s work: both of them model and signify the world by creating and destroying the connections between the things that are offered to the mind. At the end of the chapter and in the appendix, we further explained the sense of depth’s labour by analysing the artworks of Rembrandt, Klee, Cézanne, Giacometti, Rothko, Proust, in order to provide an “aesthetic proof” to what we had claimed theoretically.