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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-04082011-141440


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
NACCI, PAOLA
URN
etd-04082011-141440
Titolo
PET con FDG nella malattia di Alzheimer:tecniche di acquisizione e di elaborazione
Dipartimento
MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
SCIENZE DELLE PROFESSIONI SANITARIE TECNICHE DIAGNOSTICHE
Relatori
relatore Dott. Volterrani, Duccio
Parole chiave
  • malattia di Alzheimer
  • Alzheimer disease
  • pet con FDG
  • PMOD software
Data inizio appello
29/04/2011
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
29/04/2051
Riassunto
La malattia di Alzheimer (AD),è la più comune causa di demenza. Interessa l'1-5% della popolazione al di sopra dei 65aa, con una prevalenza che raddoppia ogni quat-tro anni.
Solitamente ha inizio con un graduale declino della memoria recente e progredisce con sintomi ingravescenti fino all'inabilità.
La diagnosi di certezza è basata dell'identificazione post-mortem all’interno dei neuroni di placche contenenti beta-amiloide e di fasci neurofibrillari, il deposito dei quali gioca un ruolo fondamentale nella fisiopatologia dell'AD.
Vista l'importante ricaduta in campo sociale e sanitario, l'interesse della ricerca è rivolto alla prevenzione e alla diagnosi pre-clinica, e ad un sempre più accurato monitoraggio della progressione della malattia, al fine di valutare l'efficacia di nuovi farmaci che possono modificare la progressione della malattia.
Dopo un breve cenno al contributo del neuroimaging mediante TC e RM, valido nell'evidenziare le modificazioni anatomiche cerebrali associate all'AD, nella tesi è riportata l'importanza dell’imaging molecolare con FDG-PET, indispensabile nel rilevare alterazioni dei parametri metabolici che si realizzano precocemente a livello corticale. Nella tesi è posto un particolare accento sulle metodiche di acquisizione e di analisi dei dati PET presso il Centro Regionale di Medicina Nucleare dell'Università di Pisa e viene fatto riferimento anche ai possibili sviluppi futuri derivati dalla recente sperimentazione di traccianti PET specifici per l’identificazione “in vivo” di beta-amiloide.
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