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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-04082006-175105


Tipo di tesi
Tesi di laurea vecchio ordinamento
Autore
Livolsi, Flavia
Indirizzo email
flavialivolsi@inwind.it
URN
etd-04082006-175105
Titolo
Gli oratori sedi di confraternite a Lucca: dalle soppressioni ottocentesche al riuso attuale
Dipartimento
LETTERE E FILOSOFIA
Corso di studi
CONSERVAZIONE DEI BENI CULTURALI
Relatori
relatore Prof.ssa Nuti, Lucia
Parole chiave
  • confraternite
  • lucca
  • oratori
Data inizio appello
26/04/2006
Consultabilità
Parziale
Data di rilascio
26/04/2046
Riassunto
Gli oratori sono luoghi sacri adibiti al culto per un nucleo ristretto e
determinato di fedeli e si trovano generalmente in costruzione isolata. Essi
possono essere privati e servire una singola famiglia; semi pubblici se destinati
ad una certa comunità, religiosa o laica, ma accessibili anche ad altri fedeli in
particolari condizioni; pubblici se usati come sede di un’associazione o
confraternita ma con ingresso aperto a tutti.
A Lucca, la maggior parte degli innumerevoli oratori esistenti erano
utilizzati da confraternite, ma ve ne erano anche altri che servivano conventi e
monasteri o chiese maggiori ed erano quindi adibiti ad un uso diverso, più
strettamente legato alle attività e alla vita dei vari ordini ecclesiastici.
Nel corso dell’Ottocento, questi edifici, come tutti gli altri complessi
religiosi in città, subirono ondate successive di soppressione, indemaniazione e
vendita e la maggior parte di essi rimasero definitivamente chiusi e recuperati
in seguito con altre funzioni.
Nello studio sviluppato in questa tesi sono stati presi in considerazione
alcuni oratori di Lucca e le trasformazioni da essi subite, per studiare l’esito del
loro riuso e le ripercussioni che questi interventi hanno potuto significare per
gli edifici stessi, il tessuto urbano e la comunità cittadina.
Nella ricerca è stato preso in considerazione solo un numero molto
esiguo di oratori, limitato a 33 edifici di cui 14 non più esistenti nemmeno nella
struttura essenziale, essendo stati completamente demoliti in passato. Come
principale criterio di selezione, è stato deciso di prendere in considerazione gli
oratori sedi di compagnie, che furono i primi a subire le soppressioni
ecclesiastiche dell’Ottocento. La maggior parte di questi oratori, sebbene a
lungo in disuso, sono rimasti in piedi fino ai giorni nostri e riutilizzati. Quindi è
stato necessario ricostruire le vicissitudini che questi luoghi hanno conosciuto
nel corso del tempo, attraverso passaggi di proprietà, trasformazioni,
deperimento, ristrutturazioni e recupero.
Le indicazioni rintracciate all’interno delle varie guide di Lucca,
pubblicate dall’Ottocento a oggi, hanno permesso di stilare l’elenco più esauriente degli oratori presenti in città completo di accenni alla storia di ciascuno. Partendo dunque dalle prime notizie così ricavate, è stato possibile
ricostruire l’origine e la tradizione successiva di questi edifici e, da alcuni
accenni riportati nelle guide più recenti, anche la loro funzione successiva alle
soppressioni e chiusure subite.
Per alcuni di questi edifici, le varie fonti bibliografiche e archivistiche
consultate hanno dato risultati tali da permettere le compilazione di schede
organizzate e suddivise in tre parti diverse: la nascita dell’oratorio in rapporto
all’origine della confraternita ad esso legata; il momento delle soppressioni e le
modifiche strutturali all’edificio nell’arco dell’Ottocento; infine, l’attuale
destinazione con una descrizione delle trasformazioni attuate per il riuso. In
altri casi, come per gli oratori demoliti e alcuni altri, dalle fonti non sono state
ricavate notizie tali da stilare un resoconto con uguale struttura e ne sono stati
dati quindi cenni più sommari.
Le principali fonti di ricerca per la ricostruzione dei vari mutamenti
avvenuti dal tempo del governo Napoleonico che emise le prime leggi di
soppressione ai nostri giorni, sono stati i fondi degli archivi di Lucca:
dall’Archivio di Stato, all’Archivio Storico Comunale che conserva documenti
di tutto l’Ottocento, all’archivio degli Uffici Edilizia Pubblica e Privata del
Comune. Grazie alle testimonianze scritte, ai disegni, ai carteggi originali
ritrovati, è stato possibile ricostruire i vari periodi e coprire in modo abbastanza
esauriente tutto il periodo preso in considerazione.
I documenti utili soprattutto alla ricostruzione storica di questa ricerca
sono stati quelli provenienti dai vari fondi dell’Archivio di Stato riferiti al
periodo del Principato dei Baciocchi, riguardanti soprattutto le decisioni
emesse riguardo all’indemaniazione e alla vendita dei beni ecclesiastici. Fra
questi, i riferimenti ai decreti emessi, alle aste organizzate e ai resoconti
finanziari.
Per quanto riguarda invece una ricostruzione degli interventi di
ristrutturazione, lavori e modifiche effettuati nel corso dell’Ottocento sugli
oratori scelti, importante è stato il fondo della Deputazione degli Edili analizzato presso l’Archivio Storico Comunale di Lucca. Tale fondo riguarda i documenti raccolti dall’omonimo ufficio istituito fra il 1828 e il 1855 con la
funzione di vigilare sugli interventi che i vari proprietari volevano attuare sui
propri immobili, concedendo loro i permessi ed eventualmente suggerendo o
imponendo i criteri da usare in tali operazioni. Quando nel 1855, l’ufficio fu
destituito, il Comune continuò comunque a soprintendere a questi lavori,
prendendo i considerazione i progetti da attuare e concedendo o meno il
proprio nulla-osta. Domande e concessioni edilizie della seconda metà del
secolo sono stati ritrovati nel fondo del Protocollo Generale del Comune,
sempre presso l’Archivio Storico Comunale.
Infine, per poter ricostruire gli ultimi passaggi di proprietà, i restauri, le
ristrutturazioni e le trasformazioni più recenti e arrivare alla situazione attuale,
è stato necessario spostare le ricerche presso l’Ufficio Cartografico e gli Uffici
Edilizia Pubblica e Privata del Comune di Lucca, dove è stato possibile
rintracciare le concessioni edilizie per gli edifici di proprietà privata e le
pratiche riguardanti i lavori effettuati sugli immobili di proprietà del Comune,
dagli anni Settanta a oggi. Per gli edifici sottoposti a vincoli della
Soprintendenza, copia delle documentazioni sui restauri e le modifiche sono
state reperite anche presso l’Archivio Generale della Soprintendenza di Pisa e
Livorno a Pisa, che fino all’anno scorso riuniva sotto di sé anche la città di
Lucca e ne conserva quindi ancora le pratiche.
Questa ricerca vuole essere un’analisi di un caso che, seppure non rarissimo, resta comunque ampiamente dibattuto, ossia il riuso di edifici
religiosi, soppressi e sconsacrati, acquisiti da privati come abitazione propria o
riaperti al pubblico con nuovi scopi e funzioni.
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