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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-04072014-183618


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
BELLUCCI, CHIARA
URN
etd-04072014-183618
Titolo
DA SCRITTORI A OPINIONISTI: L'EVOLUZIONE DELLA FIRMA LETTERARIA NEI QUOTIDIANI ITALIANI
Dipartimento
FILOLOGIA, LETTERATURA E LINGUISTICA
Corso di studi
LINGUA E LETTERATURA ITALIANA
Relatori
relatore Zatti, Sergio
correlatore Pacca, Vinicio
Parole chiave
  • scrittori-giornalisti
  • giornalisti-scrittori
  • romanzo d'appendice
  • quotidiani italiani
  • giornalismo
  • letteratura
  • corriere della sera
  • la stampa
  • la repubblica
  • opinionisti
  • cultura
  • reportage
  • terza pagina
Data inizio appello
23/04/2014
Consultabilità
Completa
Riassunto
Questa tesi indaga i tempi e i modi in cui giornalismo e letteratura si sono incontrati nella storia italiana. Dopo un rapido accenno alle gazzette letterarie del Seicento e del Settecento, inizia l’analisi dei giornali quotidiani e delle forme di letteratura che questi ultimi hanno ospitato dalla fine dell’Ottocento ai giorni nostri.
Il primo connubio in ordine cronologico è rappresentato dal romanzo d’appendice, derivato dal feuilleton francese. La pubblicazione di romanzi a puntate sul fondo di prima pagina si è rivelata un’operazione commerciale azzeccata, dato che molti lettori erano incentivati a comprare il quotidiano ogni giorno per seguire le vicende del proprio eroe o della propria eroina; la puntata del romanzo finiva infatti sempre in un momento critico della storia, lasciando l’affezionato lettore nella suspense. Sebbene tale fenomeno sia stato più rilevante in Francia che in Italia, tali pubblicazioni hanno avuto successo anche nel nostro Paese.
La terza pagina, considerata ormai un’istituzione, è stata invece un’invenzione italiana. Ideata da Alberto Bergamini, direttore del «Giornale d’Italia», il 10 dicembre 1901, consisteva in una pagina di giornale dedicata ai letterati. Vi hanno scritto sopra i più grandi autori italiani e i dibattiti a riguardo sono stati numerosi: alcuni scrittori erano felici di poter usufruire di tale spazio, altri l’hanno vissuto come una costrizione dettata dalle necessità economiche, dato che in Italia era assente un mercato librario. Abbandonata da molti quotidiani a partire dagli anni 80 del Novecento e considerata morta, ha solo cambiato collocazione, aprendosi a tutto il giornale.
Il reportage narrativo è un altro espediente letterario che faceva lievitare le tirature dei quotidiani: quando la televisione non esisteva, il racconto di una guerra, di una sciagura o di altri avvenimenti eclatanti spettava al giornale, unico mezzo di comunicazione.

Con la tecnologia il sistema informativo si rivoluziona: il giornale quotidiano inizia a perdere lettori quando si diffonde la radio e continua a perderne con la televisione. La stampa comprende di aver ceduto ad altri mezzi la funzione di informatore primario e si reinventa diventando commentatrice dei fatti. È in questo modo che i giornali quotidiani si salvano, trasformandosi in contenitori di opinioni.
Ho analizzato le prime pagine dei tre quotidiani più venduti in Italia, «Corriere della Sera», «La Stampa» e «la Repubblica», per capire quale sia la natura del giornalismo culturale oggi. Lo studio è stato condotto su tutte le edizioni del 2013, dalle quali ho selezionato gli articoli più significativi da includere nella trattazione. Il quadro che ne esce è che le firme più importanti e ricercate dal pubblico sono quelle degli opinionisti, ovvero di giornalisti che allargano le proprie competenze e diventano commentatori oppure di scrittori affermati che analizzano la quotidianità. I lettori sanno di poter contare su determinati opinionisti e cercano sui quotidiani la loro interpretazione della realtà.
Questi opinionisti sfruttano tecniche letterarie come il dialogo, il monologo, un punto di vista particolare, oppure narrano storie, fanno approfondimento, commentano, sfruttando qualsiasi sezione del quotidiano, da Interni a Esteri, da Cronache a Sport. Quella cultura che per tanti anni è stata appannaggio degli scrittori, è ora dunque nella penna degli opinionisti.
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