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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-04072010-163253


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
TEDDE, NICOLA
URN
etd-04072010-163253
Titolo
Sinapis arvensis (L.) e Triticum durum (Desf.): effetti del Diflufenican e sua evoluzione nel suolo
Dipartimento
AGRARIA
Corso di studi
SCIENZE DELLA PRODUZIONE E DIFESA DEI VEGETALI
Relatori
relatore Prof. Izzo, Riccardo
correlatore Prof. Mazzoncini, Marco
Parole chiave
  • residui nel suolo
  • carotenoidi
  • Triticum durum
  • Sinapis arvensis
  • diflufenican
Data inizio appello
26/04/2010
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
26/04/2050
Riassunto
Il diflufenican è un erbicida della famiglia delle ammidi, sottofamiglia nicotinanilidi. Può essere applicato in pre- e post-emergenza contro dicotiledoni, tra cui Sinapis arvensis, nella protezione di grano duro, tenero, e orzo. Esso inibisce la biosintesi dei carotenoidi provocando clorosi e sbianchimenti fogliari, da cui il nome di “bleaching herbicide”. Nell’inverno 2009 sono stati seminati, in pien’aria, in vasi (30x30 cm) contenenti terreno sabbioso, Triticum durum var. Claudio (densità 600 cariossidi/m2) e S. arvensis con un rapporto coltura/infestante 3/1. I vasi sono stati fertilizzati con 50 g/m2 di solfato biammonico 18-46.
Contemporaneamente si è proceduto alla semina in cella in vasi (10x10 cm) su substrato di argilla espansa con densità di 600 piante /m2 ed un rapporto coltura/infestante 3/1. I semi sono stati posti a imbibire over-night così da facilitare l’emergenza. La soluzione nutritiva utilizzata era la Hoagland 2. I parametri climatici erano mantenuti costanti con fotoperiodo luce/buio 14/10, intensità luminosa 400 μmol/m2/s, termoperiodo 20-25 °C notte-giorno e umidità relativa 80%.
In campo ed in cella i trattamenti sono stati effettuati in post-emergenza con Stopper® 500g/L in ragione di 250 (T1) e 350 mL/ha (T2) con il grano allo stadio di 3a foglia e la S. arvensis con cotiledoni ben sviluppati. In campo, nella primavera 2009, la S. arvensis è stata riseminata con lo stesso rapporto infestante/coltura, ripetendo la precedente concimazione e il trattamento T2. Il grano si trovava allo stadio di spigatura. Dopo una e due settimane da ogni trattamento sono stati effettuati i campionamenti del materiale vegetale per la determinazione di fluorescenza, clorofilla, carotenoidi totali e antiossidanti quali ascorbato e glutatione. Inoltre, nei vasi in pien’aria sono state prelevate carote di 20 g di suolo a 50 e 80 giorni dal primo trattamento e a una e due settimane dal secondo (risemina).
In campo il peso secco dell’infestante trattata è risultato circa la metà del controllo, soprattutto dopo due settimane dai trattamenti, con un decremento significativo della fluorescenza e del contenuto di clorofilla e carotenoidi totali. Il grano non ha mostrato variazioni rispetto al controllo. Dopo 2 settimane dal primo trattamento la dose T1 ha indotto i sintomi tipici dello sbianchimento sui cotiledoni della S. arvensis, mentre la T2 ha provocato un avvizzimento generale. Al trattamento effettuato al momento della risemina (T2) si è sommata l’azione residuale dell’erbicida inducendo la mortalità completa dell’infestante. La dotazione degli antiossidanti nelle infestanti trattate non è stata sufficiente a superare lo stress ossidativo indotto e pertanto le piante sono andate incontro a morte nel giro di una quindicina di giorni.
La determinazione dei residui di diflufenican nel suolo ha consentito di valutare la diminuzione della contaminazione dei campioni sottoposti ai trattamenti T1 e T2, a 50 e 80 giorni dal trattamento. La concentrazione del diflufenican dei campioni trattati con dose T1 decadeva di circa l’85% mentre quella relativa alla dose T2 del 77%.
Il trattamento effettuato in cella ha indotto un rapido decremento del processo fotosintetico nella S. arvensis, mentre il contenuto in pigmenti aumentava in un primo momento per poi diminuire fortemente, così che dopo 2 settimane la situazione era completamente compromessa e le infestanti avvizzivano. Per il frumento, il contenuto in pigmenti aumentava indipendentemente dai trattamenti con un incremento significativo in T2 rispetto al controllo e T1.
In conclusione, i dati ottenuti in campo dimostrano che la S. arvensis è un infestante molto sensibile al trattamento, infatti il suo metabolismo viene modificato in breve tempo, a cominciare dall’attività fotosintetica della pianta, con morte della stessa in meno di 15 giorni. Questo ha impedito la formazione di biomassa e quindi provocato l’arresto di crescita della pianta. L’effetto diserbante è apparso ancora più marcato con l’aumentare della dose, in particolare in primavera causa l’effetto residuo del trattamento precedente. In questo caso la riduzione dei pigmenti si ha dopo una settimana dai trattamenti, ma l’effetto sbiancante è visibile già dopo tre giorni. In cella si poteva notare l’elevata azione tossica dell’erbicida nei confronti dell’infestante che moriva durante la seconda settimana successiva al trattamento preceduta dal classico sbianchimento delle prime foglie cotiledonari in seguito alla perdita di funzionalità dei pigmenti ed alla mancata sintesi di biomassa. Il grano risultava sempre insensibile al principio attivo mostrando una normale crescita durante tutto il ciclo, aiutato inoltre dalle migliori condizioni ambientali create artificialmente.
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