Tesi etd-04072010-114646 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
COPPI, ERIKA
URN
etd-04072010-114646
Titolo
Studio del riflesso trigemino-cardiaco nel controllo della pressione arteriosa e della frequenza cardiaca
Dipartimento
SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI
Corso di studi
SCIENZE FISIOPATOLOGICHE GENERALI
Relatori
relatore Dott.ssa Scuri, Rossana
relatore Prof. Brunelli, Marcello
relatore Prof. Brunelli, Marcello
Parole chiave
- bradicardia
- riflesso trigemino-cardiaco
- stretching mandibolare
Data inizio appello
26/04/2010
Consultabilità
Completa
Riassunto
Già nel 1870 fu osservato che, stimolando la mucosa nasale nel gatto e nel coniglio, si aveva rallentamento della frequenza del respiro e del battito cardiaco e abbassamento della pressione sanguigna.
Questi effetti riflessi scomparivano in seguito a lesioni del nervo trigemino o dopo anestesia e vennero denominati “riflesso trigemino-cardiaco”.
Tale riflesso non è stato più studiato, fino a quando l’avvento della chirurgia maxillo-facciale, che interessa zone innervate dal nervo trigemino, ha messo in evidenza che durante questo tipo di interventi si può avere nei pazienti bradicardia, riduzione della pressione sanguigna e apnea. Questi effetti scompaiono se l’intervento viene interrotto.
Il fatto che la bradicardia e la diminuzione di pressione sanguigna non si presentino in pazienti preventivamente trattati con atropina (bloccante dei recettori dell’acetilcolina) suggerisce il coinvolgimento di meccanismi vagali.
Allo scopo di valutare se lo stiramento dei fusi neuromuscolari dei muscoli innervati dal trigemino possa attivare il riflesso trigemino-cardiaco sono state effettuate delle misure su giovani sani di età compresa tra 24-26 aa i quali sono stati sottoposti a stretching mandibolare forzato per 10 minuti. A tal fine è stata utilizzata una lamina di metallo piegata ad ansa, che sfrutta le caratteristiche elastiche dovute alla crudescenza del metallo per stirare i muscoli elevatori della mandibola una volta inserita tra le arcate dentali.
Sono state misurate con sfingomanometro elettronico con bracciale apposto al braccio, e sistema Finapres la pressione arteriosa sistolica (PS) e diastolica (PD) e la frequenza cardiaca (FC) prima (basale), subito dopo stretching e 5, 15, 30, 50 e 80 minuti dopo stretching. I soggetti sono stati analizzati nello stesso ambiente, in condizioni di riposo durante la visione di filmati privi di contenuto emotivo.
Si è osservato che: dopo stretching si ha abbassamento significativo della pressione arteriosa sistolica rispetto al basale a partire da 5 minuti dopo stretching e tale riduzione permane fino a 80 minuti. La pressione diastolica e la frequenza cardiaca si riducono in modo statisticamente significativo a partire da 15 minuti dopo stretching fino a 80 minuti.
I soggetti presi in esame sono stati sottoposti a misurazioni di PS, PD e FC anche in condizioni di controllo, ovvero senza subire alcun trattamento, dopo avere masticato un chewingum per 10 minuti e dopo aver mantenuto fermo tra i denti uno stecco da gelato per 10 minuti. In tutte queste condizioni sperimentali non sono state registrate modificazioni significative dei tre parametri misurati.
Questi dati evidenziano l’esistenza del riflesso trigemino-cardiaco in seguito a stretching mandibolare. Tale riflesso sembra permanere a lungo anche se occorrerà in futuro eseguire registrazioni più prolungate nel tempo per individuare la durata dell’effetto. Ciò potrebbe avere interessanti risvolti terapeutici.
Questi effetti riflessi scomparivano in seguito a lesioni del nervo trigemino o dopo anestesia e vennero denominati “riflesso trigemino-cardiaco”.
Tale riflesso non è stato più studiato, fino a quando l’avvento della chirurgia maxillo-facciale, che interessa zone innervate dal nervo trigemino, ha messo in evidenza che durante questo tipo di interventi si può avere nei pazienti bradicardia, riduzione della pressione sanguigna e apnea. Questi effetti scompaiono se l’intervento viene interrotto.
Il fatto che la bradicardia e la diminuzione di pressione sanguigna non si presentino in pazienti preventivamente trattati con atropina (bloccante dei recettori dell’acetilcolina) suggerisce il coinvolgimento di meccanismi vagali.
Allo scopo di valutare se lo stiramento dei fusi neuromuscolari dei muscoli innervati dal trigemino possa attivare il riflesso trigemino-cardiaco sono state effettuate delle misure su giovani sani di età compresa tra 24-26 aa i quali sono stati sottoposti a stretching mandibolare forzato per 10 minuti. A tal fine è stata utilizzata una lamina di metallo piegata ad ansa, che sfrutta le caratteristiche elastiche dovute alla crudescenza del metallo per stirare i muscoli elevatori della mandibola una volta inserita tra le arcate dentali.
Sono state misurate con sfingomanometro elettronico con bracciale apposto al braccio, e sistema Finapres la pressione arteriosa sistolica (PS) e diastolica (PD) e la frequenza cardiaca (FC) prima (basale), subito dopo stretching e 5, 15, 30, 50 e 80 minuti dopo stretching. I soggetti sono stati analizzati nello stesso ambiente, in condizioni di riposo durante la visione di filmati privi di contenuto emotivo.
Si è osservato che: dopo stretching si ha abbassamento significativo della pressione arteriosa sistolica rispetto al basale a partire da 5 minuti dopo stretching e tale riduzione permane fino a 80 minuti. La pressione diastolica e la frequenza cardiaca si riducono in modo statisticamente significativo a partire da 15 minuti dopo stretching fino a 80 minuti.
I soggetti presi in esame sono stati sottoposti a misurazioni di PS, PD e FC anche in condizioni di controllo, ovvero senza subire alcun trattamento, dopo avere masticato un chewingum per 10 minuti e dopo aver mantenuto fermo tra i denti uno stecco da gelato per 10 minuti. In tutte queste condizioni sperimentali non sono state registrate modificazioni significative dei tre parametri misurati.
Questi dati evidenziano l’esistenza del riflesso trigemino-cardiaco in seguito a stretching mandibolare. Tale riflesso sembra permanere a lungo anche se occorrerà in futuro eseguire registrazioni più prolungate nel tempo per individuare la durata dell’effetto. Ciò potrebbe avere interessanti risvolti terapeutici.
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