Il presente elaborato tenta di fare un’analisi quanto più dettagliata delle politiche poste in essere sia a livello europeo che nazionale sulle produzioni di qualità. In particolar modo l’attenzione verrà rivolta alle certificazioni di qualità dei prodotti agroalimentari e più specificatamente al Biologico. Anche se le prime pionieristiche esperienze risalgono agli anni Sessanta, è verso gli inizi degli anni Settanta che l'Agricoltura biologica in Italia diventa patrimonio di un manipolo di agricoltori e consumatori. Da quando è stato adottato il primo regolamento sull'Agricoltura biologica, il reg. CEE 2092/91, entrato in vigore nel 1991, molte aziende nell'Unione Europea si sono convertite ai metodi di produzione biologica; è con il reg. CE 834/2007, relativo alla produzione biologica e all’etichettatura dei prodotti biologici, che la Commissione europea ha riconosciuto la funzione sociale dell’Agricoltura biologica. Per garantirne lo sviluppo è in vigore un Piano d’Azione Europeo che trova eco a livello nazionale grazie al Piano d’Azione Nazionale per l’Agricoltura biologica. L’Italia risulta essere al quinto posto nel mondo ed al terzo in Europa nella produzione di alimenti biologici. Siamo considerati a livello europeo come ottimi produttori ma pessimi consumatori, pertanto circa il 60% della produzione è destinata all’export. L’Agricoltura biologica nasce dal concorso di processi e di soggetti non solo istituzionali all'interno delle riflessioni complessive sulla qualità della vita e dei consumi, rappresenta la concreta speranza di chi vuole alimentarsi e vivere in pace con l’ambiente; chi sceglie il biologico abbraccia uno stile di vita.