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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-04062018-174315


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
BIENTINESI, NICOLE
URN
etd-04062018-174315
Titolo
Traffico di persone e tratta tra diritto internazionale, europeo ed interno.
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Prof. Calamia, Antonio Marcello
Parole chiave
  • flussi migratori
  • traffico di migranti
  • tratta di persone
Data inizio appello
30/04/2018
Consultabilità
Completa
Riassunto
Negli ultimi anni i flussi migratori provenienti dai Paesi in via di sviluppo sono aumentati considerevolmente.
In relazione a questo fenomeno, continua a riscontrarsi, da parte degli Stati europei, l’adozione di politiche di ingresso restrittive, decise sia da singoli Stati sia nell’ambito dell’Unione.
L’effetto combinato di questi fattori ha determinato un notevole aumento dell’immigrazione clandestina.
A sua volta, tale aumento ha prodotto e continua a produrre la crescita della pratica illegale nota come “traffico di migranti”.
Dal punto di vista giuridico, il contrabbando di migranti è un fenomeno preoccupante e sempre più in crescita che richiede di essere contrastato.
In primo luogo, il traffico di persone rappresenta un problema dal punto di vista umanitario.
A dimostrazione di questo, basti pensare al numero di persone che perdono la vita nel tentativo di essere “trasportati” clandestinamente nell’Unione europea.
Ad oggi, possiamo affermare che il numero di persone arrivate via mare in Italia nel 2017 è di 172.301 con una stima di 3.139 morti.
I dati statistici, aggiornati al 2018, individuano un numero di arrivi pari a 16.178 con una stima di 501 morti.
Gli Stati, creando delle politiche restrittive, hanno contribuito allo sviluppo dell’immigrazione clandestina gestita da organizzazioni criminali.
Tali organizzazioni si configurano come vere e proprie società di servizi in grado di offrire un viaggio dietro pagamento di un corrispettivo.
Il migrante viene trattato come una merce senza tenere conto delle condizioni inumane e degradanti in cui è costretto ad affrontare il viaggio.
Al tempo stesso possiamo affermare che il contrabbando di migranti determina gravi pregiudizi, giuridici e di fatto, per gli Stati di destinazione.
Basti pensare alla violazione delle norme interne che regolano i flussi migratori e quindi al pregiudizio della politica migratoria nazionale.
Basti pensare anche all’impegno degli Stati per impedire gli ingressi o comunque assistere tali soggetti che giungono sul territorio nazionale in condizioni di emergenza umanitaria.
Per questo motivo, gli Stati hanno sentito l’esigenza di predisporre, nei propri ordinamenti, strumenti di contrasto al traffico di migranti e realizzare una maggiore cooperazione internazionale a livello di attività giudiziaria e polizia.
Quando parliamo di traffico di persone dobbiamo precisare che si tratta di una definizione ad ampio raggio che ricomprende sia la nozione di traffico di migranti che la nozione di tratta di esseri umani.
In queste due tipologie di condotte ciò che cambia è il rapporto che intercorre tra trafficante e trafficato.
Nell’ambito del traffico di migranti i soggetti si rivolgono direttamente alle organizzazioni criminali che gestiscono i traffici.
Nella tratta di esseri umani, invece, i soggetti vengono reclutati dai trafficanti mediante inganno o violenza al solo fine di sfruttarli, approfittando di una situazione di vulnerabilità.
Le altre differenze che possiamo riscontrare sono legate agli elementi strutturali che caratterizzano le condotte in quanto la tratta è connotata da elementi strutturali autonomi rispetto al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Inoltre possiamo affermare che, a seconda dello scopo per cui sono destinati i migranti, cambia l’interesse dei trafficanti.
Di fronte a questa problematica è sintomatico il fatto che, negli ultimi anni, il traffico di persone e le attività coordinate siano diventati oggetto di specifici atti normativi internazionali e comunitari.
Tra gli strumenti internazionali viene analizzata la Convenzione di Palermo contro la criminalità organizzata transnazionale ed i suoi Protocolli addizionali.
A livello internazionale, gli strumenti normativi cercano di dare una definizione univoca delle condotte precedentemente enunciate.
L’obiettivo è quello di creare strumenti che siano in grado di criminalizzare le condotte e predisporre misure di tutela e di prevenzione dei fenomeni che siano uniformi tra le legislazioni dei vari Stati.
Il presente elaborato cerca di approfondire il tema del traffico internazionale di persone, analizzando gli strumenti di diritto internazionale, europeo ed interno.
Si parte da un’analisi del fenomeno della tratta di persone e del traffico di migranti a livello internazionale per poi andare ad esaminare le principali direttive europee.
Le Direttive europee che vengono analizzate legate alla tratta sono la Direttiva 2011/36 concernente la repressione e prevenzione del fenomeno e la Direttiva 2004/81 relativa al permesso di residenza, oltre ai primi strumenti normativi di contrasto.
Con riferimento al traffico di migranti viene esaminata la Direttiva 2002/90 e la Decisione quadro 2002/946.
Gli strumenti europei cercano di dare una definizione dei fenomeni riprendendo quanto affermato dai Protocolli internazionali sia dal punto di vista definitorio, sia dal punto di vista della criminalizzazione delle condotte ed in relazione alle forme di tutela ed assistenza.
In conclusione viene analizzata la normativa italiana con riferimento particolare al Testo Unico sull’immigrazione limitatamente agli articoli di interesse ossia l’Art.18 del D.lgs.286/98 ed l’Art.12 D.lgs.286/98.
L’obiettivo di questa tesi è quello di evidenziare come tale fenomeno si sia sviluppato, cercando di analizzare le varie strategie elaborate a livello di Unione Europea per contrastare il traffico di persone.
Queste strategie mirano ad un trattamento delle cause profonde delle migrazioni irregolari attraverso lo sviluppo delle risorse nei Paesi di origine dei flussi.
Si cerca di rafforzare la cooperazione contro il traffico e la tratta dei migranti attraverso il sostegno delle autorità di frontiera dei Paesi di origine e transito.
Inoltre, attraverso una ulteriore cooperazione in ambito di rimpatri mediante campagne informative e si sensibilizzazione dell’opinione pubblica, si potrebbe riuscire a ridimensionare il fenomeno o quanto meno a prevenirlo.
In conclusione possiamo solo affermare che non vi è una soluzione univoca al problema.
Vi è piuttosto la volontà di creare nuove strategie tra i Paesi e rafforzare la cooperazione internazionale in materia.
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