Tesi etd-04062018-121938 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
BALDI, INDIA
URN
etd-04062018-121938
Titolo
Le donazioni indirette e il problema dei limiti dell'arte stipulatoria.
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Calderai, Valentina
Parole chiave
- donazioni indirette
Data inizio appello
30/04/2018
Consultabilità
Completa
Riassunto
Le donazioni indirette sono un tema molto complesso ma altrettanto affascinante.
Se ne tratterà e da un punto di vista descrittivo, e da un punto di vista critico.
Nella prima parte della tesi si descrive la struttura della figura in esame partendo da quelle che ormai pacificamente sono considerate ipotesi tradizionali di donazioni indirette. Si prosegue conseguentemente nella elaborazione di nuove fattispecie: da una parte quelle che dottrina e giurisprudenza comunemente usano per perseguire in via indiretta il fine liberale senza però configurarle alla stregua di liberalità atipiche; dall’altra quelle ipotesi che, forse a causa della sterile fantasia dei privati, giurisprudenza e dottrina non hanno mai affrontato.
Si sottolinea che ad attirare l’attenzione su questo campo di indagine è stata una molto attesa sentenza della Corte di Cassazione a Sezione Unite (18725/17) che si è pronunciata, purtroppo non in modo molto soddisfacente, sull’argomento. Il suo intervento è stato reso necessario dal divergere di opinioni che in dottrina, ma anche ai più alti livelli giurisdizionali, imperversavano sull’argomento. La questione è di particolare rilievo ove si consideri che le operazioni in discorso assumono assai di sovente funzione trans o post mortem e quindi il significato di regolamento ultimo, non più emendabile.
Nella seconda parte della tesi, ricostruito il fenomeno, si procede ad un’analisi critica dello stesso innanzitutto alla luce del potenziale effetto elusivo della disciplina successoria. Si valuteranno cosí le proposte di riforma che sono state avanzate al fine di conformare la disciplina delle successioni, secondo parte della dottrina evidentemente in crisi, alle mutate esigenze economico sociali.
Concludendo, questa non vorrebbe essere solo un’opera di mera ricostruzione-descrizione di un fenomeno che, per quanto conosciuto tuttavia, dottrina e giurisprudenza hanno dimostrato di non saper padroneggiare. Redigere un decalogo accompagnato da sporadiche descrizioni delle singole ipotesi di donazione indiretta, infatti, oltre che inutile si sarebbe rivelato anche impossibile: le donazioni indirette sono tante quante la fantasia dei privati riesce ad immaginare. Il compito del legislatore, di conseguenza, è quello di segnare i confini entro i quali la fantasia dei privati, in quanto autonomia privata, puó liberamente muoversi. In tal senso si è cercato di strutturare questa tesi.
Se ne tratterà e da un punto di vista descrittivo, e da un punto di vista critico.
Nella prima parte della tesi si descrive la struttura della figura in esame partendo da quelle che ormai pacificamente sono considerate ipotesi tradizionali di donazioni indirette. Si prosegue conseguentemente nella elaborazione di nuove fattispecie: da una parte quelle che dottrina e giurisprudenza comunemente usano per perseguire in via indiretta il fine liberale senza però configurarle alla stregua di liberalità atipiche; dall’altra quelle ipotesi che, forse a causa della sterile fantasia dei privati, giurisprudenza e dottrina non hanno mai affrontato.
Si sottolinea che ad attirare l’attenzione su questo campo di indagine è stata una molto attesa sentenza della Corte di Cassazione a Sezione Unite (18725/17) che si è pronunciata, purtroppo non in modo molto soddisfacente, sull’argomento. Il suo intervento è stato reso necessario dal divergere di opinioni che in dottrina, ma anche ai più alti livelli giurisdizionali, imperversavano sull’argomento. La questione è di particolare rilievo ove si consideri che le operazioni in discorso assumono assai di sovente funzione trans o post mortem e quindi il significato di regolamento ultimo, non più emendabile.
Nella seconda parte della tesi, ricostruito il fenomeno, si procede ad un’analisi critica dello stesso innanzitutto alla luce del potenziale effetto elusivo della disciplina successoria. Si valuteranno cosí le proposte di riforma che sono state avanzate al fine di conformare la disciplina delle successioni, secondo parte della dottrina evidentemente in crisi, alle mutate esigenze economico sociali.
Concludendo, questa non vorrebbe essere solo un’opera di mera ricostruzione-descrizione di un fenomeno che, per quanto conosciuto tuttavia, dottrina e giurisprudenza hanno dimostrato di non saper padroneggiare. Redigere un decalogo accompagnato da sporadiche descrizioni delle singole ipotesi di donazione indiretta, infatti, oltre che inutile si sarebbe rivelato anche impossibile: le donazioni indirette sono tante quante la fantasia dei privati riesce ad immaginare. Il compito del legislatore, di conseguenza, è quello di segnare i confini entro i quali la fantasia dei privati, in quanto autonomia privata, puó liberamente muoversi. In tal senso si è cercato di strutturare questa tesi.
File
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