Tesi etd-04062010-172134 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
LEGUEN DE LACROIX, MARC RENE THOMAS
Indirizzo email
marcleguen86@yahoo.com
URN
etd-04062010-172134
Titolo
Metodologia per l'estrazione di mRNA dal latte ovino
Dipartimento
AGRARIA
Corso di studi
BIOTECNOLOGIE ALIMENTARI
Relatori
correlatore Prof. Durante, Mauro
relatore Prof. Secchiari, Pierlorenzo
relatore Prof. Secchiari, Pierlorenzo
Parole chiave
- Estrazione mRNA
- latte ovino
Data inizio appello
26/04/2010
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
26/04/2050
Riassunto
Ad oggi sono stati messi a punto vari metodi per poter effettuare studi accurati sulla qualità dei prodotti zootecnici tramite l’applicazione di tecniche biomolecolari e genetiche. Queste analisi comportano, però, degli svantaggi sia da un punto di vista etico che sul piano economico. Il prelievo di tessuto è una tecnica invasiva che può portare all’insorgenza di infezioni nell’animale. Per questo motivo, negli ultimi anni, la ricerca si è rivolta alla messa punto di metodi non invasivi in grado di fornire risultati analoghi.
Migliorare la qualità nutrizionale del grasso del latte è uno dei principali obiettivi della ricerca nel settore zootecnico. L’alimentazione è la via principale per migliorare la qualità del latte, ma presenta alcuni svantaggi. In primo luogo, questo approccio ignora l’effetto genetico dell’animale e l’effetto è temporaneo. L’approccio genetico è in grado di fornire un miglioramento permanente. Il suo limite è legato alla durata necessaria per fissare un carattere. Le finalità del miglioramento su base genetica sono ottenute grazie alla selezione. L’applicazione di quest’ultima è garantita da una buona conoscenza del metabolismo che regola il carattere di studio. Pertanto, un lavoro di selezione accurato deve avere a monte una conoscenza approfondita della regolazione dei geni coinvolti in un determinato metabolismo.
Diversi lavori, condotti essenzialmente su bovini, hanno dimostrato che è possibile migliorare la componente lipidica del latte, agendo su alcuni enzimi chiave del metabolismo. In particolare, gli obiettivi di selezione mirano a favorire individui che presentano una maggiore attività di geni che promuovono la sintesi di sostanze con spiccate qualità nutraceutiche e tecnologiche.
Il sistema più efficace per studiare l’espressione genica è quello di estrarre mRNA dal tessuto mammario, che può essere prelevato post-mortem oppure in vita mediante biopsia. Questi metodi hanno, purtroppo, limiti operativi che ne riducono l’utilizzo: il primo non può essere applicato, ovviamente, per programmi di selezione o per esperimenti ridotti nel tempo; il secondo, pur non essendo una procedura distruttiva, è invasiva e presenta rischi di infezione e danni per l’animale.
Al momento sono stati messi a punto metodi di estrazione di mRNA dalle cellule somatiche di latte caprino (Boutinaud et al., 2002) e bovino (Murrieta et al., 2006; Feng et al., 2007), ma nessun lavoro è stato condotto sul latte ovino. L’obiettivo di questo lavoro è quello di mettere a punto una metodologia che possa essere adattata al latte di pecora. Questo si mostra necessario in quanto si sono osservati comportamenti diversi tra il latte bovino e quello caprino che hanno suggerito un approccio differente allo studio dell’espressione genica.
Il punto cruciale del lavoro è stato quello di individuare la quantità ottimale di latte per avere una buona resa di RNA estratto. A tal fine, l’estrazione di RNA totale è stata fatta a partire da 300, 500 e 1000 mL di latte e la resa ottenuta è stata di 0.024, 0.174 e 0.166 ng per mL di latte rispettivamente. I campioni di RNA sono stati caricati su un gel di agarosio in condizioni non denaturanti, al fine di valutare la qualità del materiale estratto. Le bande 18S e 28S del rRNA sono chiare ed evidenti, mentre non sono visibili contaminazioni dovute a DNA genomico. Questo risultato ha confermato la buona qualità del materiale estratto. La resa di RNA è stata misurata mediante lettura spettrofotometrica a 260, 280 e 230 nm. I dati mostrano per tutti e tre casi testati un rapporto A260/A280 prossimo a 2. La quantità assoluta di RNA estratto è stato di 7.25, 87.47 e 166.26 µg a partire rispettivamente da 300, 500 e 1000 mL di latte.
Questo studio ha permesso di mettere a punto una metodologia di estrazione dell’RNA dalle cellule somatiche del latte ovino. I dati importanti per la messa a punto della metodologia sono stati la quantità di latte di partenza (300 mL) e la conservazione del latte nel periodo pre-estrazione (4°C per 24 h dopo la mungitura).
Migliorare la qualità nutrizionale del grasso del latte è uno dei principali obiettivi della ricerca nel settore zootecnico. L’alimentazione è la via principale per migliorare la qualità del latte, ma presenta alcuni svantaggi. In primo luogo, questo approccio ignora l’effetto genetico dell’animale e l’effetto è temporaneo. L’approccio genetico è in grado di fornire un miglioramento permanente. Il suo limite è legato alla durata necessaria per fissare un carattere. Le finalità del miglioramento su base genetica sono ottenute grazie alla selezione. L’applicazione di quest’ultima è garantita da una buona conoscenza del metabolismo che regola il carattere di studio. Pertanto, un lavoro di selezione accurato deve avere a monte una conoscenza approfondita della regolazione dei geni coinvolti in un determinato metabolismo.
Diversi lavori, condotti essenzialmente su bovini, hanno dimostrato che è possibile migliorare la componente lipidica del latte, agendo su alcuni enzimi chiave del metabolismo. In particolare, gli obiettivi di selezione mirano a favorire individui che presentano una maggiore attività di geni che promuovono la sintesi di sostanze con spiccate qualità nutraceutiche e tecnologiche.
Il sistema più efficace per studiare l’espressione genica è quello di estrarre mRNA dal tessuto mammario, che può essere prelevato post-mortem oppure in vita mediante biopsia. Questi metodi hanno, purtroppo, limiti operativi che ne riducono l’utilizzo: il primo non può essere applicato, ovviamente, per programmi di selezione o per esperimenti ridotti nel tempo; il secondo, pur non essendo una procedura distruttiva, è invasiva e presenta rischi di infezione e danni per l’animale.
Al momento sono stati messi a punto metodi di estrazione di mRNA dalle cellule somatiche di latte caprino (Boutinaud et al., 2002) e bovino (Murrieta et al., 2006; Feng et al., 2007), ma nessun lavoro è stato condotto sul latte ovino. L’obiettivo di questo lavoro è quello di mettere a punto una metodologia che possa essere adattata al latte di pecora. Questo si mostra necessario in quanto si sono osservati comportamenti diversi tra il latte bovino e quello caprino che hanno suggerito un approccio differente allo studio dell’espressione genica.
Il punto cruciale del lavoro è stato quello di individuare la quantità ottimale di latte per avere una buona resa di RNA estratto. A tal fine, l’estrazione di RNA totale è stata fatta a partire da 300, 500 e 1000 mL di latte e la resa ottenuta è stata di 0.024, 0.174 e 0.166 ng per mL di latte rispettivamente. I campioni di RNA sono stati caricati su un gel di agarosio in condizioni non denaturanti, al fine di valutare la qualità del materiale estratto. Le bande 18S e 28S del rRNA sono chiare ed evidenti, mentre non sono visibili contaminazioni dovute a DNA genomico. Questo risultato ha confermato la buona qualità del materiale estratto. La resa di RNA è stata misurata mediante lettura spettrofotometrica a 260, 280 e 230 nm. I dati mostrano per tutti e tre casi testati un rapporto A260/A280 prossimo a 2. La quantità assoluta di RNA estratto è stato di 7.25, 87.47 e 166.26 µg a partire rispettivamente da 300, 500 e 1000 mL di latte.
Questo studio ha permesso di mettere a punto una metodologia di estrazione dell’RNA dalle cellule somatiche del latte ovino. I dati importanti per la messa a punto della metodologia sono stati la quantità di latte di partenza (300 mL) e la conservazione del latte nel periodo pre-estrazione (4°C per 24 h dopo la mungitura).
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