Il testo si occupa di comunicazione economico-finanziaria. Le aziende scelte sono filiali di società farmaceutiche italiane di dimensioni differenti, ma nessuna delle quali risulta quotata in Borsa né sul mercato italiano né su quello spagnolo – che è quello al quale mi riferisco -. Conseguentemente, l'approfondimento riguarderà il corposo ambito della comunicazione aziendale, mentre saranno tenuti in secondo piano i nuclei più specifici della comunicazione economica e finanziaria. Ciò che è stato interessante analizzare ha riguardato i cambiamenti nella forma comunicativa che le aziende scelte manifestano nella loro relazione con l'ambiente esterno, vale a dire a seconda dei canali preferiti, a seconda che si tratti di comunicazione aziendale periodica oppure occasionale ed in base alla categoria di stakeholder. L'indagine svolta attraverso le interviste sul campo (in-deep) ha cercato di investigare soprattutto il rapporto tra le aziende, da un lato, ed il pubblico, i proprietari ed i mass media, dall'altro. Indiscutibile punto di partenza è stata l'analisi del concetto di business plan, sia attraverso l'uso di fonti italiane sia riportando le considerazioni a tal proposito presenti in documenti compilati da un'agenzia spagnola (e nello specifico catalana) che si occupa di investimenti esteri. L’area alla quale mi riferisco è, infatti, quella di Barcellona - ecco perché ho inserito molti grafici a supporto dei dati positivi sulla profittabilità degli investimenti nella Comunità Autonoma catalana -. È vero, purtroppo, che le aziende sono molto gelose dei propri business plan ed è difficile che lascino trapelare informazioni in proposito. Le società farmaceutiche oggetto del mio studio hanno manifestato la stessa chiusura e le stesse paure. In modo specifico, il timore che anche la sola visione di un piano di fattibilità risalente a qualche anno addietro potesse dare preziose indicazioni ai competitor del settore. Generose di dettagli e materiale esplicativo, di tempo e notizie aggiornate, si sono dimostrate inflessibili sulla questione “piano aziendale”. Il fatto è che la questione è più formale che sostanziale, come poi le stesse persone intervistate hanno rivelato con sincerità. Nel senso che, se non è possibile accedere direttamente al business plan, è stato pur sempre possibile conoscere molte informazioni che costituiscono il nucleo del lavoro aziendale. La percezione avuta dalle interviste alle case farmaceutiche è quella di imprese che si sentono fortemente regolate e controllate ed in misura molto maggiore rispetto a qualsiasi altro settore aziendale. Di conseguenza, ho voluto dedicare una parte tanto corposa del lavoro - quella centrale - ai Regulatory Affair, avvalendomi delle pubblicazioni a questo proposito più aggiornate: l'Ordinamento dell'Industria Farmaceutica, la Guida per la Pubblicità dei Medicinali di Uso Umano ed il Codice Spagnolo di Buona Pratica di Promozione di Medicinali e di Interrelazione dell'Industria Farmaceutica con i Professionisti Sanitari, delle quali ho cercato di fornire la traduzione all’italiano il più possibile adeguata.