Tesi etd-04062009-161115 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
CHISTONI, LISA
URN
etd-04062009-161115
Titolo
Comunicare in un mercato estero
Dipartimento
INTERFACOLTA'
Corso di studi
SISTEMI E PROGETTI DI COMUNICAZIONE
Relatori
Relatore Dott. Cavallini, Iacopo
Parole chiave
- business plan
- comunicazione aziendale
- Spagna
Data inizio appello
27/04/2009
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il testo si occupa di comunicazione economico-finanziaria. Le aziende scelte sono filiali di società farmaceutiche italiane di dimensioni differenti, ma nessuna delle quali risulta quotata in Borsa né sul mercato italiano né su quello spagnolo – che è quello al quale mi riferisco -. Conseguentemente, l'approfondimento riguarderà il corposo ambito della comunicazione aziendale, mentre saranno tenuti in secondo piano i nuclei più specifici della comunicazione economica e finanziaria.
Ciò che è stato interessante analizzare ha riguardato i cambiamenti nella forma comunicativa che le aziende scelte manifestano nella loro relazione con l'ambiente esterno, vale a dire a seconda dei canali preferiti, a seconda che si tratti di comunicazione aziendale periodica oppure occasionale ed in base alla categoria di stakeholder.
L'indagine svolta attraverso le interviste sul campo (in-deep) ha cercato di investigare soprattutto il rapporto tra le aziende, da un lato, ed il pubblico, i proprietari ed i mass media, dall'altro.
Indiscutibile punto di partenza è stata l'analisi del concetto di business plan, sia attraverso l'uso di fonti italiane sia riportando le considerazioni a tal proposito presenti in documenti compilati da un'agenzia spagnola (e nello specifico catalana) che si occupa di investimenti esteri. L’area alla quale mi riferisco è, infatti, quella di Barcellona - ecco perché ho inserito molti grafici a supporto dei dati positivi sulla profittabilità degli investimenti nella Comunità Autonoma catalana -. È vero, purtroppo, che le aziende sono molto gelose dei propri business plan ed è difficile che lascino trapelare informazioni in proposito. Le società farmaceutiche oggetto del mio studio hanno manifestato la stessa chiusura e le stesse paure. In modo specifico, il timore che anche la sola visione di un piano di fattibilità risalente a qualche anno addietro potesse dare preziose indicazioni ai competitor del settore. Generose di dettagli e materiale esplicativo, di tempo e notizie aggiornate, si sono dimostrate inflessibili sulla questione “piano aziendale”. Il fatto è che la questione è più formale che sostanziale, come poi le stesse persone intervistate hanno rivelato con sincerità. Nel senso che, se non è possibile accedere direttamente al business plan, è stato pur sempre possibile conoscere molte informazioni che costituiscono il nucleo del lavoro aziendale.
La percezione avuta dalle interviste alle case farmaceutiche è quella di imprese che si sentono fortemente regolate e controllate ed in misura molto maggiore rispetto a qualsiasi altro settore aziendale. Di conseguenza, ho voluto dedicare una parte tanto corposa del lavoro - quella centrale - ai Regulatory Affair, avvalendomi delle pubblicazioni a questo proposito più aggiornate: l'Ordinamento dell'Industria Farmaceutica, la Guida per la Pubblicità dei Medicinali di Uso Umano ed il Codice Spagnolo di Buona Pratica di Promozione di Medicinali e di Interrelazione dell'Industria Farmaceutica con i Professionisti Sanitari, delle quali ho cercato di fornire la traduzione all’italiano il più possibile adeguata.
Ciò che è stato interessante analizzare ha riguardato i cambiamenti nella forma comunicativa che le aziende scelte manifestano nella loro relazione con l'ambiente esterno, vale a dire a seconda dei canali preferiti, a seconda che si tratti di comunicazione aziendale periodica oppure occasionale ed in base alla categoria di stakeholder.
L'indagine svolta attraverso le interviste sul campo (in-deep) ha cercato di investigare soprattutto il rapporto tra le aziende, da un lato, ed il pubblico, i proprietari ed i mass media, dall'altro.
Indiscutibile punto di partenza è stata l'analisi del concetto di business plan, sia attraverso l'uso di fonti italiane sia riportando le considerazioni a tal proposito presenti in documenti compilati da un'agenzia spagnola (e nello specifico catalana) che si occupa di investimenti esteri. L’area alla quale mi riferisco è, infatti, quella di Barcellona - ecco perché ho inserito molti grafici a supporto dei dati positivi sulla profittabilità degli investimenti nella Comunità Autonoma catalana -. È vero, purtroppo, che le aziende sono molto gelose dei propri business plan ed è difficile che lascino trapelare informazioni in proposito. Le società farmaceutiche oggetto del mio studio hanno manifestato la stessa chiusura e le stesse paure. In modo specifico, il timore che anche la sola visione di un piano di fattibilità risalente a qualche anno addietro potesse dare preziose indicazioni ai competitor del settore. Generose di dettagli e materiale esplicativo, di tempo e notizie aggiornate, si sono dimostrate inflessibili sulla questione “piano aziendale”. Il fatto è che la questione è più formale che sostanziale, come poi le stesse persone intervistate hanno rivelato con sincerità. Nel senso che, se non è possibile accedere direttamente al business plan, è stato pur sempre possibile conoscere molte informazioni che costituiscono il nucleo del lavoro aziendale.
La percezione avuta dalle interviste alle case farmaceutiche è quella di imprese che si sentono fortemente regolate e controllate ed in misura molto maggiore rispetto a qualsiasi altro settore aziendale. Di conseguenza, ho voluto dedicare una parte tanto corposa del lavoro - quella centrale - ai Regulatory Affair, avvalendomi delle pubblicazioni a questo proposito più aggiornate: l'Ordinamento dell'Industria Farmaceutica, la Guida per la Pubblicità dei Medicinali di Uso Umano ed il Codice Spagnolo di Buona Pratica di Promozione di Medicinali e di Interrelazione dell'Industria Farmaceutica con i Professionisti Sanitari, delle quali ho cercato di fornire la traduzione all’italiano il più possibile adeguata.
File
Nome file | Dimensione |
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01.frontespizio.pdf | 26.12 Kb |
02.Indice.pdf | 38.43 Kb |
03.Capitolo1.pdf | 108.73 Kb |
04.paragrafo1.1.pdf | 82.76 Kb |
05.paragrafo1.2.pdf | 116.03 Kb |
06.Capit...fo2.1.pdf | 109.64 Kb |
07.paragrafo2.2.pdf | 121.00 Kb |
08.paragrafo2.3.pdf | 47.92 Kb |
09.Capitolo3.pdf | 531.67 Kb |
10.Capitolo4.pdf | 68.00 Kb |
11.paragrafo4.1.pdf | 171.52 Kb |
12.paragrafo4.2.pdf | 42.73 Kb |
13.paragrafo4.3.pdf | 26.90 Kb |
14.paragrafo4.4.pdf | 181.79 Kb |
15.paragrafo4.5.pdf | 40.35 Kb |
16.paragrafo4.6.pdf | 72.19 Kb |
17.paragrafo4.7.pdf | 73.66 Kb |
18.paragrafo4.8.pdf | 75.70 Kb |
19.paragrafo4.9.pdf | 97.20 Kb |
20.paragrafo4.10.pdf | 86.83 Kb |
21.paragrafo4.11.pdf | 48.01 Kb |
22.paragrafo4.12.pdf | 77.77 Kb |
23.Appendice.pdf | 126.58 Kb |
24.Conclusioni.pdf | 142.50 Kb |
25.Bibliografia.pdf | 55.48 Kb |
abstract.pdf | 36.70 Kb |
abstract_ingl.pdf | 36.14 Kb |
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