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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-04052018-111935


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
DI GIULIO, ANNA
URN
etd-04052018-111935
Titolo
La risoluzione delle crisi bancarie: normativa e casi italiani a confronto
Dipartimento
ECONOMIA E MANAGEMENT
Corso di studi
BANCA, FINANZA AZIENDALE E MERCATI FINANZIARI
Relatori
relatore Prof.ssa Ferretti, Paola
Parole chiave
  • BRRD
Data inizio appello
03/05/2018
Consultabilità
Completa
Riassunto
Negli anni della crisi finanziaria internazionale, molte banche europee sono state salvate utilizzando il denaro pubblico dei contribuenti evitando, in questo modo, il propagarsi di effetti devastanti a livello sistemico. La crisi ha messo in risalto una forte diversità delle discipline applicate da ciascun Stato nella gestione di dissesti bancari e questo, alle volte, è stato d’intralcio alla rapidità e all’efficacia degli interventi. Ecco che è stato introdotto il meccanismo unico di risoluzione, quale complesso armonizzato di regole che istituisce un quadro di risanamento e risoluzione degli enti creditizi.
Nella mia tesi affronto il tema della risoluzione delle crisi bancarie, partendo dallo studio della normativa di riferimento per poi effettuare un confronto con alcuni casi italiani.
Il primo capitolo riguarda tale meccanismo dal punto di vista europeo, nella composizione e nel funzionamento: il Single Resolution Board e le National Resolution Authorities sono i soggetti protagonisti, che agiscono in stretta cooperazione con le Autorità di vigilanza, per prevenire le crisi aziendali e intervenire con adeguate misure, volte a sanare il deterioramento della situazione finanziaria dell’ente. Come anche espresso dalla Presidente del SRB, Elke König, “Cooperation is the clear ingredient for success in resolution, […] close coollaboration between the two pillars of the Banking Union and National Resolution Authorities has been shown to be essential”. La riforma introduce strumenti comuni volti a perseguire obiettivi relativi alla continuità delle funzioni essenziali, alla stabilità finanziaria, alla salvaguardia del denaro pubblico dei contribuenti e alla tutela dei depositanti.
Il secondo capitolo affronta il tema della risoluzione dal punto di vista nazionale. L’Italia ha recepito la Direttiva europea, 2014/59/UE, nel novembre 2015 con i due decreti legislativi, n.180 e n. 181 che hanno permesso di evitare la liquidazione di quattro banche italiane: la Banca delle Marche, la Banca Etruria, la Cassa di Risparmio di Chieti e la Cassa di Risparmio di Ferrara. Col recepimento delle nuove disposizioni, si è passati quindi, da un’ottica di salvataggio esterno ad un’ottica di salvataggio interno, dove i primi soggetti a coprire le perdite dell’ente in dissesto sono gli azionisti e gli obbligazionisti subordinati. L’avvio della risoluzione è disposto dalla Banca d’Italia, qualora si verificassero le relative condizioni e sulla base di un programma che indica le misure da adottare e l’utilizzo o meno del fondo. La liquidazione coatta amministrativa rimane uno strumento alternativo da applicare in mancanza del requisito dell’interesse pubblico, o comunque applicabile anche se in corso l’amministrazione straordinaria.
Il terzo capitolo affronta la prima applicazione in Italia della disciplina sulla risoluzione degli enti creditizi. È il caso delle quattro banche sopra menzionate, per le quali è stato applicato lo strumento della cessione di beni e rapporti giuridici, ad un ente-ponte di nuova costituzione. Il capitolo si sviluppa partendo dalla storia di ciascun ente e dalla descrizione della composizione dei gruppi bancari, nel periodo della crisi finanziaria internazionale. Prosegue con la descrizione delle ispezioni effettuate dalla vigilanza, corredate dalle informazioni di bilancio, dalle quali scaturiscono le cause della crisi aziendale che sono all’origine del dissesto. L’ultima parte, affronta il modo in cui è stata gestita la crisi aziendale di ciascuna banca, corredata da dati, confronti trasversali e puntualizzazioni. Sulla base di quanto ho analizzato, ho potuto constatare che i dissesti bancari sono stati gestiti nell’ottica di preservare le funzioni essenziali, garantendo il sostegno all’economia reale e preservando la fiducia nel sistema bancario italiano.
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