Tesi etd-04042017-124737 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
MIRON, GEORGIANA
URN
etd-04042017-124737
Titolo
DISFUNZIONE MITOCONDRIALE E SLA:BASI EZIOPATOGENETICHE E PROSPETTIVE FARMACOLOGICHE
Dipartimento
FARMACIA
Corso di studi
FARMACIA
Relatori
relatore Prof. Calderone, Vincenzo
correlatore Dott. Bongioanni, Paolo
correlatore Dott. Bongioanni, Paolo
Parole chiave
- farmacologia mitocondriale
Data inizio appello
27/04/2017
Consultabilità
Completa
Riassunto
DISFUNZIONE MITOCONDRIALE E SLA: BASI EZIOPATOGENETICHE E PROSPETTIVE FARMACOLOGICHE
La sclerosi laterale amiotrofica (SLA) è una malattia neurodegenerativa fatale che interessa i motoneuroni primario e secondario causando una progressiva paralisi muscolare, atrofia e infine morte che avviene più comunemente per insufficienza respiratoria entro i 2-5 anni dalla diagnosi della malattia.
Nonostante l’incessante ricerca, non esiste ancora alcuna terapia in grado di fare regredire la malattia. L’unico farmaco approvato dalla Food and Drug Administration è il Riluzolo che aumenta la sopravvivenza del malato di 2-3 mesi.
L’esatto processo molecolare responsabile della morte dei motoneuroni rimane tutt’oggi sconosciuto, ma come nelle altre malattie neurodegenerative, è probabile che si sia una complessa interazione tra meccanismi di tipo genetico e fattori ambientali, alcuni dei quali sono: lo stress ossidativo, l’eccitotossicità da glutammato, l’alterato trasporto assonale, l’aggregazione proteica e la disfunzione mitocondriale.
Diversi studi evidenziano come un’alterata funzionalità mitocondriale risulti predominanti nella patogenesi della SLA ed in generale nelle patologie neurodegenerative come il Parkinson, l’Alzheimer e Corea di Huntington, tutte accomunate da una morte progressiva delle cellule nervose e perdita di tessuto cerebrale. I ricercatori hanno inoltre sottolineato l’esistenza di un rapporto tra le disfunzioni mitocondriali e alcuni sintomi psichiatrici come il disturbo bipolare, la depressione maggiore, la schizofrenia e l’autismo.
Sulla base di studi effettuati sia su modelli animali che su pazienti, si ritiene che le alterazioni patologiche nella SLA siano strettamente associate a cambiamenti pronunciati e progressivi nella morfologia mitocondriale, bioenergetica e omeostasi del Ca2+. Evidenze convergenti suggeriscono che un’alterata funzionalità mitocondriale potrebbe essere fondamentale nella rapida neurodegenerazione di tale condizione, indicando il mitocondrio come potenziale target farmacologico.
La sclerosi laterale amiotrofica (SLA) è una malattia neurodegenerativa fatale che interessa i motoneuroni primario e secondario causando una progressiva paralisi muscolare, atrofia e infine morte che avviene più comunemente per insufficienza respiratoria entro i 2-5 anni dalla diagnosi della malattia.
Nonostante l’incessante ricerca, non esiste ancora alcuna terapia in grado di fare regredire la malattia. L’unico farmaco approvato dalla Food and Drug Administration è il Riluzolo che aumenta la sopravvivenza del malato di 2-3 mesi.
L’esatto processo molecolare responsabile della morte dei motoneuroni rimane tutt’oggi sconosciuto, ma come nelle altre malattie neurodegenerative, è probabile che si sia una complessa interazione tra meccanismi di tipo genetico e fattori ambientali, alcuni dei quali sono: lo stress ossidativo, l’eccitotossicità da glutammato, l’alterato trasporto assonale, l’aggregazione proteica e la disfunzione mitocondriale.
Diversi studi evidenziano come un’alterata funzionalità mitocondriale risulti predominanti nella patogenesi della SLA ed in generale nelle patologie neurodegenerative come il Parkinson, l’Alzheimer e Corea di Huntington, tutte accomunate da una morte progressiva delle cellule nervose e perdita di tessuto cerebrale. I ricercatori hanno inoltre sottolineato l’esistenza di un rapporto tra le disfunzioni mitocondriali e alcuni sintomi psichiatrici come il disturbo bipolare, la depressione maggiore, la schizofrenia e l’autismo.
Sulla base di studi effettuati sia su modelli animali che su pazienti, si ritiene che le alterazioni patologiche nella SLA siano strettamente associate a cambiamenti pronunciati e progressivi nella morfologia mitocondriale, bioenergetica e omeostasi del Ca2+. Evidenze convergenti suggeriscono che un’alterata funzionalità mitocondriale potrebbe essere fondamentale nella rapida neurodegenerazione di tale condizione, indicando il mitocondrio come potenziale target farmacologico.
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