Tesi etd-04032020-183057 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
QUARANTELLI, GIULIA
URN
etd-04032020-183057
Titolo
Relazione tra alimentazione, livelli di testosterone e insulina in soggetti con carcinoma mammario in terapia adiuvante: lo studio Diana 5
Dipartimento
FARMACIA
Corso di studi
SCIENZE DELLA NUTRIZIONE UMANA
Relatori
relatore Prof. Demontis, Gian Carlo Alfredo Giuseppe
relatore Dott.ssa Villarini, Anna
relatore Dott.ssa Villarini, Anna
Parole chiave
- carcinoma mammario
- Dieta Mediterranea
- insulina
- testosterone
Data inizio appello
28/04/2020
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
28/04/2090
Riassunto
Il carcinoma mammario è il tumore più comunemente diagnosticato ed è la tipologia di cancro con maggior mortalità fra donne di tutto il mondo. Fortunatamente, grazie al miglioramento delle terapie e all’estensione dei programmi di screening, si è registrato anche un aumento del tasso di sopravvivenza, cosa che sta facendo crescere l’interesse nella prevenzione terziaria.
Grazie a diversi studi, è stato possibile individuare l’esistenza di vari fattori di rischio metabolici e ormonali, tra i quali: elevati livelli sierici di ormoni sessuali, bassi livelli di SHBG, sindrome metabolica, obesità, aumento di peso durante la terapia, glicemia elevata, iperinsulinemia e insulino resistenza, infiammazione cronica (espressa come livelli circolanti di proteina C reattiva), eccessivo consumo di alcolici e di grassi.
Tra questi fattori di rischio, correlati sia all’incidenza di carcinoma mammario che alla sua prognosi, questa tesi ha preso in considerazione i livelli di testosterone e l’insulina ematica.
In particolare, verrà illustrato lo studio DIANA 5, il quale ha voluto indagare l’impatto della terapia adiuvante, che le donne operate di carcinoma mammario molto spesso devono seguire, sui livelli di testosterone e insulina e, in seguito, come l’adesione a un modello alimentare in linea con la dieta mediterranea possa modulare questi stessi parametri metabolici.
Il progetto DIANA 5 è un trial randomizzato e controllato condotto presso il Dipartimento di Medicina Predittiva e per la Prevenzione dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, che valuta l’impatto dell’intervento alimentare e dell’aumento di attività fisica sullo sviluppo di recidive in donne operate di carcinoma mammario infiltrante negli ultimi 5 anni. Le volontarie che aderiscono al progetto sono state suddivise sulla base di parametri endocrino-metabolici: le donne che possiedono i criteri di eleggibilità (tumore ER-, livelli sierici di testosterone ≥ 0,4 ng/mL e livelli sierici di insulina ≥ 7 μU/mL o MS) sono state randomizzate in gruppo d’intervento (gruppo blu) e di controllo (gruppo verde), mentre le donne che non presentano tali parametri formano una coorte osservazionale (gruppo arancione o a “basso” rischio).
A tutte le donne vengono date le raccomandazioni del WCRF/AIRC per la prevenzione dei tumori, ma solo quelle che entreranno poi a far parte del gruppo blu verranno indirizzate verso un cambiamento marcato nello stile di vita e all’adozione di una alimentazione di stile mediterraneo. Periodicamente, sia le volontarie del gruppo d’intervento sia quelle del gruppo di controllo sono richiamate ad effettuare un prelievo del sangue, una visita antropometrica e alla compilazione di un recall 24h.
Per il presente lavoro è stata fatta una descrizione della popolazione del DIANA-5 di cui si disponevano i dati al baseline e al primo follow-up, suddividendo le donne in 4 gruppi in base alla loro aderenza alla dieta Mediterranea. È stato osservato che le donne maggiormente aderenti alla dieta avevano livelli di testosterone e insulina mediamente più bassi delle volontarie dei gruppi meno aderenti.
Inoltre, le donne sono state stratificate anche in base al tipo di terapia adiuvante seguita: Tamoxifene, inibitori aromatasi, analoghi dell’LHRH o/e Trastuzumab. Osservando i livelli ematici dei fattori di rischio presi in considerazione in questi gruppi, è stato evidenziato che le donne in terapia con gli inibitori dell’aromatasi e il Trastuzumab avevano valori statisticamente significativi più alti di insulina ematica a digiuno e testosterone ematico, mentre solo l’insulina ematica nelle donne in trattamento con Trastuzumab.
Alla luce di questi dati, si è deciso di analizzare se il rispetto della dieta Mediterranea, in accordo con le raccomandazioni del WCRF/AICR, possa migliorare i livelli di testosterone e insulina ematici che vengono influenzati negativamente dai farmaci sopra citati.
Dai risultati ottenuti emerge che l’aderenza alla dieta Mediterranea è associata a una riduzione dei livelli di testosterone e insulina ematici nelle donne in trattamento con inibitori dell’aromatasi e/o Trastuzumab, suggerendo che la dieta possa avere un impatto su alcuni fattori di rischio ormonali legati alla prognosi del carcinoma mammario.
Grazie a diversi studi, è stato possibile individuare l’esistenza di vari fattori di rischio metabolici e ormonali, tra i quali: elevati livelli sierici di ormoni sessuali, bassi livelli di SHBG, sindrome metabolica, obesità, aumento di peso durante la terapia, glicemia elevata, iperinsulinemia e insulino resistenza, infiammazione cronica (espressa come livelli circolanti di proteina C reattiva), eccessivo consumo di alcolici e di grassi.
Tra questi fattori di rischio, correlati sia all’incidenza di carcinoma mammario che alla sua prognosi, questa tesi ha preso in considerazione i livelli di testosterone e l’insulina ematica.
In particolare, verrà illustrato lo studio DIANA 5, il quale ha voluto indagare l’impatto della terapia adiuvante, che le donne operate di carcinoma mammario molto spesso devono seguire, sui livelli di testosterone e insulina e, in seguito, come l’adesione a un modello alimentare in linea con la dieta mediterranea possa modulare questi stessi parametri metabolici.
Il progetto DIANA 5 è un trial randomizzato e controllato condotto presso il Dipartimento di Medicina Predittiva e per la Prevenzione dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, che valuta l’impatto dell’intervento alimentare e dell’aumento di attività fisica sullo sviluppo di recidive in donne operate di carcinoma mammario infiltrante negli ultimi 5 anni. Le volontarie che aderiscono al progetto sono state suddivise sulla base di parametri endocrino-metabolici: le donne che possiedono i criteri di eleggibilità (tumore ER-, livelli sierici di testosterone ≥ 0,4 ng/mL e livelli sierici di insulina ≥ 7 μU/mL o MS) sono state randomizzate in gruppo d’intervento (gruppo blu) e di controllo (gruppo verde), mentre le donne che non presentano tali parametri formano una coorte osservazionale (gruppo arancione o a “basso” rischio).
A tutte le donne vengono date le raccomandazioni del WCRF/AIRC per la prevenzione dei tumori, ma solo quelle che entreranno poi a far parte del gruppo blu verranno indirizzate verso un cambiamento marcato nello stile di vita e all’adozione di una alimentazione di stile mediterraneo. Periodicamente, sia le volontarie del gruppo d’intervento sia quelle del gruppo di controllo sono richiamate ad effettuare un prelievo del sangue, una visita antropometrica e alla compilazione di un recall 24h.
Per il presente lavoro è stata fatta una descrizione della popolazione del DIANA-5 di cui si disponevano i dati al baseline e al primo follow-up, suddividendo le donne in 4 gruppi in base alla loro aderenza alla dieta Mediterranea. È stato osservato che le donne maggiormente aderenti alla dieta avevano livelli di testosterone e insulina mediamente più bassi delle volontarie dei gruppi meno aderenti.
Inoltre, le donne sono state stratificate anche in base al tipo di terapia adiuvante seguita: Tamoxifene, inibitori aromatasi, analoghi dell’LHRH o/e Trastuzumab. Osservando i livelli ematici dei fattori di rischio presi in considerazione in questi gruppi, è stato evidenziato che le donne in terapia con gli inibitori dell’aromatasi e il Trastuzumab avevano valori statisticamente significativi più alti di insulina ematica a digiuno e testosterone ematico, mentre solo l’insulina ematica nelle donne in trattamento con Trastuzumab.
Alla luce di questi dati, si è deciso di analizzare se il rispetto della dieta Mediterranea, in accordo con le raccomandazioni del WCRF/AICR, possa migliorare i livelli di testosterone e insulina ematici che vengono influenzati negativamente dai farmaci sopra citati.
Dai risultati ottenuti emerge che l’aderenza alla dieta Mediterranea è associata a una riduzione dei livelli di testosterone e insulina ematici nelle donne in trattamento con inibitori dell’aromatasi e/o Trastuzumab, suggerendo che la dieta possa avere un impatto su alcuni fattori di rischio ormonali legati alla prognosi del carcinoma mammario.
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