Tesi etd-04032018-172157 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
VIGNINI, ANDREA
URN
etd-04032018-172157
Titolo
L'Unione bancaria europea e il sostegno pubblico agli istituti di credito
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Prof. Fioritto, Alfredo
Parole chiave
- aiuti
- banche
- banking union
- BRRD
- commissione europea
- financial sector
- resolution
- SRM
- state aid
- stato
Data inizio appello
30/04/2018
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
30/04/2088
Riassunto
La crisi economica globale, oltre ad aver determinato costi sociali elevatissimi, ha avviato un profondo processo di ripensamento dei modelli di regolazione e di intervento del soggetto pubblico nell’economia.
In Europa, la situazione di eccezionale instabilità economica ha rappresentato una sfida significativa per la governance dell’Unione e dell’Eurozona, ed ha avuto la capacità di selezionare gli operatori istituzionali più adatti ad affrontare le richieste di intervento provenienti dai mercati. Tra questi, con l’emergere di un approccio intergovernativo alla soluzione della crisi, la Commissione europea ha saputo interpretare con adeguatezza il ruolo di regolatore de facto degli interventi statali a sostegno degli istituti bancari e finanziari nazionali.
Allo stesso tempo, l’esplosione del contagio sistemico ha evidenziato le contraddizioni e le criticità di un modello di integrazione europea squilibrato e disorganico, e ha reso necessaria la costruzione di nuovi meccanismi di supervisione e risoluzione degli enti creditizi.
Il presente lavoro ha l’obiettivo di ripercorrere l’evoluzione in Europa della disciplina degli aiuti di stato al settore finanziario nei dieci anni che ci separano dallo scoppio della crisi economica mondiale.
La prima parte dell’elaborato è dedicata alla ricostruzione essenziale delle cause e del propagarsi della Grande Recessione: l’intenzione non è quella di raccontare in maniera analitica le ragioni economiche dello scoppio della bolla speculativa internazionale (considerato che fiumi di inchiostro sono già stati versati sull’argomento), ma di presentare al lettore le premesse economiche e politiche per la nascita dell’Unione Bancaria europea.
Il Secondo Capitolo è dedicato invece al racconto del ruolo giocato dalla Commissione europea nella approvazione dei piani di aiuto agli istituti di credito da parte degli Stati membri nel periodo 2008-2013. La sezione, che analizza partitamente gli aspetti fondamentali delle crisis communications, è necessaria a comprendere il cambio di paradigma adottato dalla Direzione Generale Concorrenza nella approvazione dei piani, e ad introdurre alcuni principi essenziali in materia di state aid regulation.
Il Terzo Capitolo affronta invece l’analisi della costruzione dell’Unione Bancaria, e si dedica in particolare al Meccanismo Unico di Risoluzione degli istituti di credito dell’Eurozona. Il progetto della Banking Union si fonda su tre pilastri: la costruzione di un Meccanismo Unico di Supervisione, con l’obiettivo di offrire una vigilanza e una regolazione comuni alle banche dell’Eurozona; la definizione di un Meccanismo Unico di Risoluzione, finalizzato a ridurre la frammentazione del mercato del credito e a rompere il circolo vizioso fra crisi degli istituti bancari e crisi dei debiti sovrani; infine, l’introduzione di un Sistema Europeo di Garanzia dei Depositi, corollario dei pilastri precedenti, con l’obiettivo di rendere uniformi le tutele a favore dei depositanti dell’Area euro.
Dopo alcuni accenni alla composizione della nuova architettura finanziaria europea, il capitolo si dedica ad approfondire il funzionamento del SRM e il processo decisionale definito per le operazioni di risoluzione. Inoltre, una analisi importante è condotta rispetto alla tenuta costituzionale dei poteri di risoluzione affidati al Single Resolution Board, in rapporto con la base legale definita dall’Art. 114 del TFUE.
Tenuto conto delle considerazioni fatte nelle prime tre Sezioni del lavoro, il Quarto Capitolo affronta nel primo paragrafo il problema delle fonti del diritto degli aiuti di stato al settore bancario, con un commento al decisivo Caso Kotnik e con alcune riflessioni sulla portata applicativa della Banking Communication del 2013 e del binomio legislativo BRRD/SRMR.
Il proseguo del capitolo si occupa invece dell’analisi delle applicazioni concrete in Italia della nuova disciplina di risoluzione degli enti. La resolution delle ormai illustri quattro banche regionali; il Caso Tercas e il problematico utilizzo del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi nel salvataggio degli istituti di credito; la ricapitalizzazione precauzionale compiuta a favore di Monte dei Paschi di Siena; e infine la liquidazione sui generis delle banche venete sono l’occasione per dimostrare l’incompiutezza del percorso avviato verso il definitivo affrancamento delle operazioni di salvataggio degli enti dall’azione degli Stati nazionali. Come spesso è accaduto in passato, anche in questo caso l’Italia ha dimostrato fino ad oggi una forte resistenza nell’adeguamento alla neo introdotta normativa, capace di frustrare il raggiungimento degli obiettivi di riduzione dell’esborso pubblico a favore degli istituti in difficoltà.
Le Conclusioni raccolgono e mettono a sistema le riflessioni compiute durante l’intero lavoro di tesi. L’Unione Bancaria Europea e il Meccanismo Unico di Risoluzione delle crisi segnano un passo in avanti decisivo per il processo di integrazione del mercato bancario europeo, e rappresentano tasselli di fondamentale importanza a sostegno dell’impalcatura amministrativa e di governance economica dell’Eurozona. Tuttavia, la mancata creazione di un Sistema accentrato di assicurazione dei depositi, e l’assenza di un public backstop credibile per l’azione del SRB impediscono l’effettiva realizzazione di un mercato unico per le imprese bancarie e finanziarie, utile a rendere gli operatori privati indipendenti dall’intervento degli Stati membri. Gli anni a venire sapranno dirci se i leader europei saranno stati capaci di compiere decisivi avanzamenti verso una genuina unione economica e monetaria.
In Europa, la situazione di eccezionale instabilità economica ha rappresentato una sfida significativa per la governance dell’Unione e dell’Eurozona, ed ha avuto la capacità di selezionare gli operatori istituzionali più adatti ad affrontare le richieste di intervento provenienti dai mercati. Tra questi, con l’emergere di un approccio intergovernativo alla soluzione della crisi, la Commissione europea ha saputo interpretare con adeguatezza il ruolo di regolatore de facto degli interventi statali a sostegno degli istituti bancari e finanziari nazionali.
Allo stesso tempo, l’esplosione del contagio sistemico ha evidenziato le contraddizioni e le criticità di un modello di integrazione europea squilibrato e disorganico, e ha reso necessaria la costruzione di nuovi meccanismi di supervisione e risoluzione degli enti creditizi.
Il presente lavoro ha l’obiettivo di ripercorrere l’evoluzione in Europa della disciplina degli aiuti di stato al settore finanziario nei dieci anni che ci separano dallo scoppio della crisi economica mondiale.
La prima parte dell’elaborato è dedicata alla ricostruzione essenziale delle cause e del propagarsi della Grande Recessione: l’intenzione non è quella di raccontare in maniera analitica le ragioni economiche dello scoppio della bolla speculativa internazionale (considerato che fiumi di inchiostro sono già stati versati sull’argomento), ma di presentare al lettore le premesse economiche e politiche per la nascita dell’Unione Bancaria europea.
Il Secondo Capitolo è dedicato invece al racconto del ruolo giocato dalla Commissione europea nella approvazione dei piani di aiuto agli istituti di credito da parte degli Stati membri nel periodo 2008-2013. La sezione, che analizza partitamente gli aspetti fondamentali delle crisis communications, è necessaria a comprendere il cambio di paradigma adottato dalla Direzione Generale Concorrenza nella approvazione dei piani, e ad introdurre alcuni principi essenziali in materia di state aid regulation.
Il Terzo Capitolo affronta invece l’analisi della costruzione dell’Unione Bancaria, e si dedica in particolare al Meccanismo Unico di Risoluzione degli istituti di credito dell’Eurozona. Il progetto della Banking Union si fonda su tre pilastri: la costruzione di un Meccanismo Unico di Supervisione, con l’obiettivo di offrire una vigilanza e una regolazione comuni alle banche dell’Eurozona; la definizione di un Meccanismo Unico di Risoluzione, finalizzato a ridurre la frammentazione del mercato del credito e a rompere il circolo vizioso fra crisi degli istituti bancari e crisi dei debiti sovrani; infine, l’introduzione di un Sistema Europeo di Garanzia dei Depositi, corollario dei pilastri precedenti, con l’obiettivo di rendere uniformi le tutele a favore dei depositanti dell’Area euro.
Dopo alcuni accenni alla composizione della nuova architettura finanziaria europea, il capitolo si dedica ad approfondire il funzionamento del SRM e il processo decisionale definito per le operazioni di risoluzione. Inoltre, una analisi importante è condotta rispetto alla tenuta costituzionale dei poteri di risoluzione affidati al Single Resolution Board, in rapporto con la base legale definita dall’Art. 114 del TFUE.
Tenuto conto delle considerazioni fatte nelle prime tre Sezioni del lavoro, il Quarto Capitolo affronta nel primo paragrafo il problema delle fonti del diritto degli aiuti di stato al settore bancario, con un commento al decisivo Caso Kotnik e con alcune riflessioni sulla portata applicativa della Banking Communication del 2013 e del binomio legislativo BRRD/SRMR.
Il proseguo del capitolo si occupa invece dell’analisi delle applicazioni concrete in Italia della nuova disciplina di risoluzione degli enti. La resolution delle ormai illustri quattro banche regionali; il Caso Tercas e il problematico utilizzo del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi nel salvataggio degli istituti di credito; la ricapitalizzazione precauzionale compiuta a favore di Monte dei Paschi di Siena; e infine la liquidazione sui generis delle banche venete sono l’occasione per dimostrare l’incompiutezza del percorso avviato verso il definitivo affrancamento delle operazioni di salvataggio degli enti dall’azione degli Stati nazionali. Come spesso è accaduto in passato, anche in questo caso l’Italia ha dimostrato fino ad oggi una forte resistenza nell’adeguamento alla neo introdotta normativa, capace di frustrare il raggiungimento degli obiettivi di riduzione dell’esborso pubblico a favore degli istituti in difficoltà.
Le Conclusioni raccolgono e mettono a sistema le riflessioni compiute durante l’intero lavoro di tesi. L’Unione Bancaria Europea e il Meccanismo Unico di Risoluzione delle crisi segnano un passo in avanti decisivo per il processo di integrazione del mercato bancario europeo, e rappresentano tasselli di fondamentale importanza a sostegno dell’impalcatura amministrativa e di governance economica dell’Eurozona. Tuttavia, la mancata creazione di un Sistema accentrato di assicurazione dei depositi, e l’assenza di un public backstop credibile per l’azione del SRB impediscono l’effettiva realizzazione di un mercato unico per le imprese bancarie e finanziarie, utile a rendere gli operatori privati indipendenti dall’intervento degli Stati membri. Gli anni a venire sapranno dirci se i leader europei saranno stati capaci di compiere decisivi avanzamenti verso una genuina unione economica e monetaria.
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