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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-04022021-170449


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
NOCCA, SALVATORE
URN
etd-04022021-170449
Titolo
IL POTERE SANZIONATORIO DELL?AMMINISTRAZIONE MILITARE
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
SCIENZE MARITTIME E NAVALI
Relatori
relatore Prof. Lunardelli, Marco
Parole chiave
  • SANZIONI DISCIPLINARI
Data inizio appello
08/04/2021
Consultabilità
Tesi non consultabile
Riassunto
Il potere disciplinare è la facoltà che viene conferita al titolare o gestore di una determinata organizzazione quale strumento utilizzato per garantirne l’equilibrio e il corretto funzionamento. In altre parole il sistema sanzionatorio disciplinare si traduce nell’instaurazione di un meccanismo punitivo capace di penalizzare i comportamenti messi in atto dagli appartenenti di determinati enti, siano essi pubblici o privati, che rechino a questi ultimi un danno più o meno concreto. Le sanzioni disciplinali non rientrano in nessuno dei codici normativi attualmente esistenti, né sono inclusi in una particolare branca del diritto, ma presentano i caratteri salienti di diversi regolamenti in vigore. Un’analisi più attenta lascia emergere che il fondamento giuridico del potere disciplinare è scarso o, come accade per le sanzioni stesse, normato esclusivamente in maniera molto generica, rendendo dubbia la legittimità di tale potere. Quest’ultima viene messa maggiormente in discussione, inoltre, considerando l’ampia discrezionalità che viene conferita al titolare del potere, ovvero la facoltà di quest’ultimo di sanzionare in base a quanto da egli ritenuto maggiormente opportuno, senza dover sottostare a dei vincoli o limitazioni sufficientemente definiti. Sotto quest’ottica sembra venir meno la tutela del soggetto passivo di tale potere, ma il ruolo svolto dal sistema disciplinare non è perseguibile da nessuna branca del diritto esistente, e, se pur con limiti oggettivi, è fondamentale che le istituzioni dispongano di tali procedure per assicurarsi il corretto svolgimento del proprio servizio, in una forma concreta di autotutela. È opportuno fare una distinzione, tuttavia, tra le varie istituzioni che adottano queste procedure, dal momento che ognuna di esse opera ad un livello diverso e ha la necessità di conseguire obiettivi differenti, facendo proprie le normative disciplinari che si adeguano alle relative esigenze.
Uno dei settori che maggiormente si differenzia da tutte le altre amministrazioni o istituzioni pubbliche è, indubbiamente, quello militare. I caratteri salienti di quest’ultimo sono universalmente noti, così come il fatto che l’adesione ad un corpo militare comporti l’acquisizione di un determinato status caratteristico. Colui che riveste un qualsiasi ruolo all’interno di una forza armata non può ignorare il rispetto di regole di disciplina imprescindibili per il funzionamento del corpo di appartenenza, che non si limitano esclusivamente a garantire il corretto andamento del braccio armato, ma assicurano la permanenza di determinati canoni etici. È chiaro che quanto affermato attiene non solo all’impiego del personale e dei mezzi militare, ma anche in altri contesti come la presenza o la partecipazione in teatri di guerra o di conflitti locali armati, durante i quali il rispetto delle regole di condotta può inficiare non solo l’esito dell’intervento, ma anche la vita stessi degli altri appartenenti alla forza armata. Il potere disciplinare, quindi, è tanto più rilevante quanto più l’operato di determinate istituzioni viene alterato o danneggiato da condotte scorrette dei propri appartenenti, e le amministrazioni militari sono il più evidente esempio dell’applicazione di sanzioni disciplinari nei confronti dei propri dipendenti inadempienti. Le Forze Armate, infatti, a differenza di quanto avviene in altre amministrazioni pubbliche, presentano dei veri e propri codici disciplinari piuttosto dettagliati, che sono stati formulati in tempi alquanto recenti, a seguito di un processo evolutivo che ne ha visto la prima formulazione nel 1964 e le successive integrazioni negli anni successivi fino a poco più di un decennio fa. È opportuno ribadire, tuttavia, che le esigenze di Forza Armata evolvono con una velocità maggiore dei propri codici disciplinari, giungendo nel XXI secolo a dover convivere con una realtà digitale che impatta su ogni apparato della società moderna, includendo il braccio armato dello Stato e il relativo sistema disciplinare.
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