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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-04022020-142405


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
MARCHI, RAFFAELE
URN
etd-04022020-142405
Titolo
Lermontov. Il superuomo fanciullo.
Dipartimento
FILOLOGIA, LETTERATURA E LINGUISTICA
Corso di studi
LINGUISTICA E TRADUZIONE
Relatori
relatore Prof. Garzonio, Stefano
relatore Prof. Sabbatini, Marco
Parole chiave
  • Caucaso
  • Lermontov
  • Nietzsche
  • Shakespeare
  • Superuomo
  • Un eroe del nostro tempo
  • Zarathustra
Data inizio appello
27/04/2020
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il presente studio nasce dall’intento di gettare una particolare luce sull’opera di M. J. Lermontov, poeta già conosciuto per esser forse il più grande tra i romantici del secolo XIX russo. Punto di partenza è l’indagine degli aspetti formali (quali metrica e rimare), stilistici e lessicali. A tal fine ovvio risulta l’inserimento della lirica del poeta nell’orizzonte russo, rappresentato dalle grandi penne dell’epoca, Puškin e Baratynskij su tutti. Lo studio investiga quindi l’aspetto retorico. E qui la figura del poeta Lermontov incontra quella di F. Nietzsche, “filosofo del martello”. L’opera sua più ambigua e spiazzante, lo Zarathustra, funge da termine di comparazione del pensiero lermontoviano. Lo sguardo, più densamente filosofico, offre il pretesto per tracciare una mappa essenziale del pensiero russo ottocentesco: le Lettere Filosofiche di P. Čaadaev vengono commentate secondo le parole di A. Herzen. L’indiscusso potere della pressoché vergine natura del Caucaso, teatro di sanguinosa guerra con le tribù musulmane capegiate da Shamil, viene fatto oggetto di uno studio approfondito rispetto l’esperienza militare di Lermontov e, soprattutto, la sua produzione lirica, in quegli anni definitivamente sfociata, matura e singolarissima, nel più vasto panorama poetico europeo. Il carattere “edenico” delle terre caucasiche serve da sfondo per un parallelo con il “grande barbaro” Shakespeare.
La lirica dei due poeti, quella dell’nglese perlopiù definita dai “Sonetti”, vengono affiancate da quel particolare processo creativo che vede la liberazione dell’Io negli elementi naturali. All’analisi traduttologica segue la raccolta di poesie tradotte, personale contributo al vasto ma pur sempre inesausto lavoro intorno all’opera del poeta: una quarantina di poesie, scelte tra le più vaghe e giovanili o più dense e mature, secondo un principio di mescolanza della pregnanza filosofica e della potenza immaginifica. Tra queste figurano “Il mio demone”, “Tempesta”, “La vela”, “I doni del Tèrek”, “Il pugnale”, “Meditazione”, “Lo scoglio”.

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