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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-04022019-152831


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
FERRARA, GIULIA
URN
etd-04022019-152831
Titolo
"Scopulum quoque navita vitat" Iconografia del mito di Scilla nell'arte moderna e contemporanea
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
STORIA E FORME DELLE ARTI VISIVE, DELLO SPETTACOLO E DEI NUOVI MEDIA
Relatori
relatore Prof. Farinella, Vincenzo
Parole chiave
  • Rubens
  • Rodin
  • Ovidio
  • montorsoli
  • mito di Scilla
  • metamorfosi
  • iconografia
  • glauco
  • fuseli
  • Empoli
  • dulac
  • divinità
  • arte moderna
  • Spranger
  • Strudwick
  • turner
Data inizio appello
29/04/2019
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il lavoro da me proposto intende analizzare la figura mitologica di Scilla, in ambito artistico, da un punto di vista iconografico; in età moderna e contemporanea. L’episodio, narrato già da fonti autorevoli quali l’Odissea di Omero, trova largo spazio all’interno delle Metamorfosi di Ovidio, a cavallo fra la fine del XIII e l’inizio del XIV libro; e grazie a questa celebre citazione, verrà tramandata nei secoli successivi sotto forma di incisioni, illustrazioni e dipinti. Il mito racconta di Scilla, una giovane fanciulla, che come tante protagoniste degli episodi narrati da Ovidio, rimarrà vittima dell’amore di un dio, Glauco. Come ogni racconto su un amore infelice, presente nelle Metamorfosi, anche questo termina con la trasformazione di uno dei personaggi. Glauco, vedendosi rifiutato, chiede aiuto a Circe, la quale innamorata del dio a sua volta, in preda alla gelosia, trasformerà la rivale in amore in un terribile mostro. Sotto questa forma ferina Scilla abiterà gli abissi della fascia di mare che oggi conosciamo come Stretto di Messina, terrorizzando e attaccando gli incauti marinai, in compagnia della terribile Cariddi. La prima parte della tesi è dedicata all’analisi dei reperti archeologici di età greca e latina, in cui Scilla viene rappresentata nelle due forme che la storia le attribuisce: di mostro famelico e di fanciulla innocente. Nella seconda e terza parte della tesi vengono analizzate le opere di età moderna e contemporanea che hanno per oggetto il mito in questione. Dall’analisi cronologica delle opere, è emerso che il mito è giunto a noi, oggi, nelle sue componenti iconografiche originali, pur inabissandosi in alcuni periodi storici, per poi riemergere dopo poco tempo.
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