logo SBA

ETD

Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-04022010-134253


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
SCUDERI, ALESSIA
URN
etd-04022010-134253
Titolo
Individuazione delle aree di alimentazione della balenottera comune (Balaenoptera physalus, Linneaus, 1758) nel Mar Ligure occidentale
Dipartimento
SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI
Corso di studi
BIOLOGIA MARINA
Relatori
relatore Castelli, Alberto
relatore Azzellino, Arianna
correlatore Lardicci, Claudio
correlatore Santangelo, Giovanni
Parole chiave
  • aree di alimentazione
  • Mar Ligure
  • Balaenoptera physalus
Data inizio appello
26/04/2010
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
26/04/2050
Riassunto
Obiettivo di questa tesi è l’individuazione delle aree di alimentazione della balenottera comune nel Mar Ligure Occidentale, zona che fa parte del Santuario Pelagos per i mammiferi marini, riconosciuto come sito estivo di alimentazione della specie. L’individuazione delle aree di alimentazione può permettere una gestione più consapevole nell’ottica di conservazione della specie all’interno del Santuario.
La tesi si è svolta nell’ambito del progetto Cetacean Sanctuary Research (CSR) di Tethys Research Institute nel Mar Ligure Occidentale.
La specie oggetto di questo studio è la balenottera comune, Balaenoptera physalus (Linneaus, 1758), unica appartenente al sottordine dei Misticeti presente con regolarità in Mediterraneo (Notarbartolo di Sciara, 2003). Studi precedenti condotti dall’Istituto Tethys nel Mar Ligure occidentale erano basati su una tecnica di tracking passivo: il comportamento dell'animale in superficie veniva ricostruito attraverso la rilevazione della posizione dell’imbarcazione utilizzata come piattaforma di osservazione, e la determinazione della posizione relativa dell’esemplare osservato rispetto alla barca. Questi studi hanno permesso di correlare il comportamento in superficie della balenottera comune con l’attività di alimentazione in profondità. Si era ipotizzato infatti che le balene che mostravano in superficie un percorso non rettilineo ma circonvoluto fossero impegnate nell’attività di ricerca del cibo (foraging) o di alimentazione. Tale ipotesi venne anche verificata con i profili di immersione di alcuni animali su cui era stato applicato un rilevatore di velocità-profondità (velocity-time-depth recorder, vTDR).
Tra i limiti del metodo di passive tracking in superficie, oltre a quelli tecnici dello strumento di rilevamento della distanza con il laser, è la necessità di condizioni meteo ottimali e la necessità di almeno tre operatori impegnati nel campionamento. Molto più semplice è invece registrare il percorso dell’imbarcazione utilizzata per seguire l’animale. Obiettivo del presente studio è, infatti, valutare l’efficacia dell’uso della traccia in superficie dell’imbarcazione da ricerca come proxy del comportamento in superficie della balena che veniva seguita. Il tracciato della barca, viene generalmente raccolto in maniera sistematica attraverso un semplice dispositivo di data-logging automatico, che salva la posizione della barca ottenuta dal GPS di bordo ad intervalli regolari. Se “validato” come proxy del comportamento in superficie delle balenottere questo tracciato permetterebbe l’analisi di un numero maggiore di campioni, consentendo di considerare anche degli avvistamenti di balenottera per i quali non era stato applicato il protocollo del tracking.
Nel lavoro di tesi sono stati considerati 46 campioni di comportamento, ottenuti mediante una tecnica di tracking passivo, in cui erano disponibili sia i tracciati della balena sia quelli dell’imbarcazione.
Ai fini della descrizione qualitativa e quantitativa delle rotte dell’imbarcazione da ricerca sono state utilizzati degli indici sintetici: distanza tra il primo e l'ultimo punto di avvistamento dell’individuo, diagonale del rettangolo in cui è inscritto il percorso, indici di velocità ( media, mediana, minima), lunghezza del percorso, indice di linearità.
I tracciati sono stati raggruppati in categorie mediante una Cluster analysis e successivamente georeferenziati.
Infine, dati satellitari di temperatura superficiale (SST) e relativi alla produttività primaria (Chl-a) sono stati utilizzati per descrivere il contesto ambientale delle aree identificate come siti di alimentazione. Alla luce dell’analisi dei parametri ambientali è stato possibile correlare le aree di foraging con acque più fredde e caratterizzate da una maggiore produttività.
File