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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-03312020-000532


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
RADICE, MARICA, ILARIA, GIADA
URN
etd-03312020-000532
Titolo
L'embrione: soggetto o oggetto di diritto? Ricerca scientifica e criticità bioetiche
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Murgo, Caterina
Parole chiave
  • bioetica
  • embrione
  • filiazione
  • procreazione medicalmente assistita
  • ricerca scientifica
  • sperimentazione
Data inizio appello
16/04/2020
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
16/04/2090
Riassunto
Questa tesi di laurea ha come obiettivo quello di analizzare la disciplina dell’embrione e della tutela che riceve nel nostro ordinamento con la legge n. 40 del 19 febbraio 2004 in materia di procreazione medicalmente assistita. Dall’entrata in vigore della legge n. 40 sono trascorsi sedici anni e pezzo per pezzo è stata smontata davanti alla Corte Costituzionale e nelle aule dei Tribunali. Di questa legge, dunque, sono rimasti pochi divieti e aspetti non regolati: il divieto di accesso per i single e le coppie dello stesso sesso, il divieto di gestazione per altri e il divieto di donare gli embrioni alla ricerca scientifica.
La ricerca scientifica e l’adozione degli embrioni potrebbero rappresentare una soluzione al problema degli embrioni soprannumerari cosiddetti “abbandonati”, perché non impiantabili oppure non sono più utili alla coppia dal momento che hanno ottenuto la gravidanza desiderata. Si tratta di un tema delicato, oggetto di acceso dibattito nella bioetica, una disciplina che affronta aspetti della vita umana e non umana che creano problemi etici, desiderando applicare le norme etiche al mondo della vita.
Tuttavia,il nostro ordinamento all’art. 13 della legge n. 40 vieta la ricerca scientifica e l’adozione degli embrioni. Questo perché la dignità dell’embrione non è bilanciabile con altri interessi.
La posizione dell’Italia su questo argomento è diversa rispetto ad altre realtà europee. In Francia, in particolare, nel 2013 è venuto meno il divieto di ricerca scientifica. Non è escluso che nei prossimi anni anche in Italia si assista ad un’apertura al progresso e alla ricerca scientifica.
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