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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-03312005-185423


Tipo di tesi
Tesi di laurea vecchio ordinamento
Autore
Costamagna, Marco
Indirizzo email
marco.co@officinaweb.it
URN
etd-03312005-185423
Titolo
Distribuzione, consistenza ed ecologia del lupo in ambiente alpino (Val di Susa, Torino)
Dipartimento
SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI
Corso di studi
SCIENZE BIOLOGICHE
Relatori
relatore Prof. Baldaccini, Natale Emilio
relatore Prof. Apollonio, Marco
relatore Dott.ssa Avanzinelli, Elisa
Parole chiave
  • Val di Susa
  • ecologia lupo
  • lupo in ambiente alpino
Data inizio appello
03/05/2005
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
03/05/2045
Riassunto
Riassunto
La ricerca riguarda lo studio di alcuni aspetti sulla biologia di una popolazione di lupo (Canis lupus) nel periodo tra maggio 2003 – aprile 2004 in Valle di Susa in Provincia di Torino.
Tale ricerca s’inserisce all’interno di un progetto a regia regionale denominato “Il lupo in Piemonte: azioni per la conoscenza e la conservazione della specie, per la prevenzione dei danni al bestiame domestico e per l'attuazione di un regime di coesistenza stabile tra lupo ed attività economiche”. Il progetto, realizzato nell’ambito del Programma Comunitario Interreg. II Italia-Francia 1994-1999 per il periodo compreso tra il 1999 e il 2001, e proseguito con fondi regionali fino al 2004, mira a monitorare il fenomeno di ricolonizzazione del lupo sull’arco alpino piemontese.
Gli obiettivi della ricerca sono stati i seguenti:
1. definire la distribuzione della specie e il numero dei branchi presenti in Valle Susa;
2. determinare il loro successo riproduttivo;
3. determinare il numero minimo di individui presenti per branco;
4. studiare il comportamento spaziale, l’uso delle fasce altitudinali e dell’habitat sia del lupo sia delle specie preda.
Grazie allo studio svolto negli anni precedenti era stata accertata la presenza di due branchi di lupo in Valle di Susa (branco di Bardonecchia e branco del Gran Bosco).
Il monitoraggio della specie si è basato sulle seguenti metodologie di indagine:
• raccolta dei segni di presenza lungo una serie di transetti campione;
• tracciature su neve (snow-tracking);
• wolf-howling.
L’area di studio è stata monitorata con una rete di transetti distribuiti uniformemente nel territorio da percorrere mensilmente a piedi per un totale di 2.763,9 km di transetti mensili e di 385,4 km di transetti percorsi occasionalmente. Durante le perlustrazioni sono stati rilevati segni di presenza riconducibili al lupo consistenti in 303 escrementi 39 resti alimentari, 86 piste d’impronte, 34 osservazioni dirette; inoltre sono state effettuate 456 osservazioni di ungulati selvatici.
Durante il periodo invernale, in presenza di substrato nevoso, sono state effettuate uscite allo scopo di intercettare e seguire piste di lupi (snow-tracking). La tecnica permette di valutare il numero degli individui presenti, l’uso altitudinale e dell’habitat, il comportamento, la frequenza di marcatura lungo la pista e l’area minima utilizzata dal branco. Per l’inverno 2003-04 sono state seguite piste per un totale di 140 km, sono stati rilevati 60 escrementi freschi (per analisi genetiche), 71 urine, 10 raspate e 18 resti alimentari. Il 15,7% di km di piste di impronte è stato attribuito ad un individuo, il 39,2% a due individui, il 13,9% a tre individui ed il 31,2% ad un numero di individui maggiore di tre. Il numero degli animali seguiti variava da un minimo di 1 ad un massimo di 7 lupi. Le piste sono state intercettate soprattutto nel fondovalle, nella fascia compresa tra gli 800 e 1299 m s.l.m. (73,6 km) e nella fascia intermedia compresa tra 1300 e 1799 m s.l.m. (61,64 km). L’utilizzo dell’alta quota (fascia compresa tra 1800 e 2299 m s.l.m.) è stato inferiore (3,6 km). Le piste si sono concentrate in particolar modo nelle fasce altitudinali dove sono stati osservati i cervidi (capriolo e cervo). Infatti il cervo, presenta per il periodo invernale, un indice di abbondanza maggiore per la fascia altitudinale compresa tra 800 e 1299 m s.l.m. (IKA=0,036), mentre il capriolo presenta un indice di abbondanza (IKA=0,121) maggiore per la fascia compresa tra 1300 e 1799 m s.l.m. Il maggior utilizzo del fondovalle nel periodo invernale dai lupi è confermato anche da un alto indice chilometrico di abbondanza (IKA=0,199) per gli escrementi e dal ritrovamento di cinque lupi morti nel periodo compreso tra novembre 2003 e febbraio 2004 in seguito a incidenti stradali e ferroviari.
Il 38,5% delle carcasse consumate dal lupo nel periodo invernale sono state di cervo, il 53,8% di capriolo e il 7,7% di camoscio. In 32 casi è stato possibile confermare la predazione da parte di lupo, in 7 la sola consumazione.
Durante il periodo estivo è stato effettuato il censimento notturno con la tecnica del wolf-howling. Tale tecnica consiste nello stimolare risposte vocali da parte dei lupi mediante la riproduzione di ululati (a voce o tramite l’utilizzo di strumentazione elettronica). Le risposte hanno permesso di: stimare la consistenza dei branchi, valutare il loro successo riproduttivo ed individuare le zone di svezzamento dei cuccioli (rendez-vous sites).
Sono state effettuate 14 notti di wolf-howling e 43 sessioni d’emissione. Complessivamente sono state registrate 11 risposte e nel 78% dei casi è stata accertata la presenza dei cuccioli. Quindi è stato confermato il successo riproduttivo dei due branchi. La stima minima dei cuccioli è di 6 cuccioli per il branco di Bardonecchia e di 3 cuccioli per branco del Gran Bosco.
L’utilizzo di tutte le tecniche di monitoraggio ha consentito di stimare un numero medio di individui che componevano il branco del Gran Bosco (4 lupi) e il branco di Bardonecchia (7 lupi).
La ricerca ha consentito di confermare la presenza di una popolazione oramai stabile di lupo in Valle di Susa, con l’insediamento di due branchi. Sebbene la dimensione dei gruppi ha subito delle drastiche variazioni nel corso dell’anno a seguito dell’uccisione di 6 lupi, la densità di ungulati selvatici (cervo, capriolo, camoscio), che rappresentano la principale fonte trofica del lupo nell’area, consente il mantenimento di una popolazione vitale.
Abstract
The research concerns the study of some aspects of the population biology of wolves (Canis lupus) between May 2003 and April 2004 in Susa Valley, Turin province.
The research is part of a regional project of the Piemont Region “Il lupo in Piemonte: azioni per la conoscenza e la conservazione della specie, per la prevenzione dei danni al bestiame domestico e per l'attuazione di un regime di coesistenza stabile tra lupo ed attività economiche”. The aims of the projectis the monitoring of wolf’s recolonization in the western Alps.
The research had the following aims::
1. to define the distribution of wolf and the number of packs present into Susa Valley;
2. to define the reproductive success of the packs;
3. to define the size of the packs;
4. to study spatial behaviour, altitude and habitat use of wolves and prey species.
The monitoring techniques used in the study area were:
• the research of signs of wolf presence along transects;
• the snow-tracking winter censuses;
• wolf-howling summer censuses.
The study area was monitored by an uniform network of transect that has been travelled monthly. Along the transect have been found signs denoting the presence of the wolf: 303 scats, 39 carcass of wild ungulate, 86 tracks, 34 wolf’s direct observations; moreover we observed 456 wild ungulates during wolf surveys.
In winter, the snow cover allowed the identification of the wolves trails; following them it was possible to evaluate the number of individuals present, altitude and habitat use, marking behaviour. In winter 2003-04, wolf tracks were followed for 140 km; along the tracks we found 60 fresh scats, 71 urines, 10 scratching, 18 carcass. 15,7% of wolf’s tracks was of one individual, 39,2% of two individuals, 13,9% of three and 31,2% of wolf’s number referred to four or more individuals. The number of wolves on the tracks varied from one to seven individuals. The tracks were mainly abundant in the bottom valley (between 800 and 1299 s.l.m.) and at middle altitude (between 1300 and 1800 s.l.m.). High altitude areas (between 1800 and 2299 s.l.m.) were less utilized. With this respect wolf altitude use overlapped with Cervids. In fact, red deer, in winter, mainly used altitudes comprised between 800 and 1299 s.l.m. (IKA=0,036), and roe deer between 1300 and 1800 s.l.m. The high utilization of bottom valley was confirmed by high abundance’s index of scats (IKA=0,199) and also by the finding of five dead wolves, between November 2003 and February 2004, as consequence of road and train accidents.
The 38,5% of carcass eaten by wolf in winter were red deer, the 53,8% roe deer and 7,7% chamois. In 32 cases it was possible to confirm the predation of wolf, in 7 the use only.
In summer, we did wolf-howling census. This technique consists in stimulating vocal response of wolf by the reproduction of howling (by voice or by electronic instrument). Thanks to wolf’s response, it was possible to estimate the size of wolf packs, to evaluate their reproductive success, to localise rendez-vous sites.
14 nights of wolf-howling and 43 sessions of emission were done in summer. Overall 11 wolf responses have been recorded, 78% of which were due to pups. The minimal number of pups was 6 pups in Bardonecchia pack and 3 pups in Gran Bosco pack.
Thanks to all monitoring techniques, it was possible to estimate the mean number of individuals of Gran Bosco pack (4 wolf) and of Bardonecchia pack (7 wolf).
This research confirmed the presence of a stable population of wolf in Susa Valley, where there are two packs. Pack sizes were reduced in year because of traffic and train accidents. In this area abundant wild ungulates (red deer, roe deer, chamois) contribute to the maintenance of vital wolf population, as they represented a primary trophic resource for this species.
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